Quest’estate abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno in tenda con Mattia. Era da un po’ che l’idea ci solleticava, così, a ferragosto, abbiamo colto al volo l’occasione.

Quest’estate abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno in tenda con Mattia. Era da un po’ che l’idea ci solleticava, così, a ferragosto, abbiamo colto al volo l’occasione.
Fuerteventura in Gravidanza. Il sogno delle Isole Canarie prima di iniziare la grande avventura della maternità.
Viaggiare in gravidanza, se si tratta di una gravidanza fisiologica e sentito il parere del proprio medico, non comporta nessun rischio particolare. Sicuramente può essere opportuno qualche accorgimento, anche tenendo conto di quelle che sono le proprie esigenze.
I consigli in prima persona di Ilaria, viaggiatrice appassionata con Mattia, la sua Pulce in viaggio e la sua rubrica per Viaggiapiccoli Consigli di viaggio di una pulce.
Innanzitutto, al momento della scelta della meta può essere utile informarsi sul sistema sanitario del luogo in cui ci si deve recare.
Un’altra accortezza da seguire può essere quella di portare una copia della propria cartella della gravidanza, così da avere tutto il necessario qualora dovesse servire.
Per quanto riguarda, invece, i voli, è consigliato alzarsi di tanto in tanto, scegliere il sedile vicino al corridoio ed indossare calze a compressione graduata (soprattutto se si tratta di voli lunghi).
Va, poi, tenuto presente che le compagnie aeree, generalmente a partire dalla ventottesima settimana (sul sito della compagnia si trovano indicazioni precise), richiedono che le passeggere in gravidanza presentino un certificato medico o un modulo di idoneità, compilato dal proprio medico di fiducia.
Da amante dei viaggi, non potevo certo fermarmi durante la gravidanza. Dopo aver valutato diverse mete, per una serie di ragioni, ho optato per le Isole Canarie.
Questo arcipelago di isole di origine vulcanica è facilmente raggiungibile dall’Italia, a basso costo, con un clima non eccessivamente afoso. È una meta adatta un po’ in tutti i periodi dell’anno, con una grande varietà di paesaggi e attività e ottimo cibo. Va, poi, detto che anche il sistema sanitario è molto buono.
Tra le diverse isole delle Canarie, essendo già stata a Gran Canaria e Lanzarote, ho optato per Fuerteventura, che si è rivelata la destinazione ideale per una vacanza in cui i protagonisti sono il mare, il sole e la natura. L’isola si trova nell’Oceano Atlantico a 100 km dalla costa settentrionale dell’Africa.
Noi abbiamo deciso di noleggiare un’auto ed esplorare, un po’ per giorno, i paesini e le spiagge, così da alternare relax e mare, mercati locali e passeggiate.
Ma, ecco alcuni spunti per chi sta organizzando il suo viaggio:
Parque Natural de Corralejo : un vero e proprio deserto in riva al mare. È un parco naturale che si estende per 10 chilometri lungo la costa est di Corralejo. Camminare scalzi sulle dune è un’esperienza bellissima, che piacerà sicuramente anche ai bambini!
In questa zona si susseguono diverse spiagge senza soluzione di continuità, da quelle più piccole e selvagge a quelle ampie e attrezzate (con la possibilità di noleggiare lettini e ombrelloni per pochi euro).
Isla di Lobos: un’isoletta di appena 4,4 kmq, nota, in passato, per la presenza delle foche monache, nel tempo abbattute dai pescatori locali (anche se è in programma la loro reintroduzione). L’isola si raggiunge facilmente con un’escursione da Corralejo. Una volta sbarcati è possibile fare una passeggiata intorno all’isola (circa 1 ora) e rilassarsi sulla spiaggia. C’è anche un piccolo ristorantino per chi volesse pranzare qui.
El Cotillo: un antico villaggio di pescatori che ha mantenuto intatta la sua atmosfera. Nei dintorni si trovano due spiagge, La Concha e Los Lagos, con bellissime acque cristalline.
Betancuria: piccolo paesino dell’entroterra, caratterizzato da muretti a secco, case bianche e palme. A fondare la città agli inizi del XV secolo fu il condottiero normanno Jean de Béthencourt che, individuò la valle come il luogo ideale in cui trasferirsi. Qui, fece costruire una serie di abitazioni e una cappella. Da vedere, il piccolo museo archeologico e l’Iglesia de Santa Maria, risalente al XVII secolo.
Puerto del Rosario: è la capitale di Fuerteventura, dove si concentrano la maggior parte delle istituzioni e la vita culturale e commerciale. La parte più interessante della città è quella del Porto Vecchio. All’ufficio del turismo distribuiscono la guida “Puerto on foot”, che contiene una cartina sulla quale sono riportate le 16 sculture collocate in centro.
Penisola di Jandia: è il corrispettivo meridionale di Corralejo. Si dice che durante la seconda guerra mondiale gli equipaggi dei sottomarini dei tedeschi fossero soliti rifugiarsi in un misterioso punto situato lungo la costa. Ad avallare questo racconto (mai suffragato da prove certe), la costruzione di una misteriosa villa a Cofete, un minuscolo villaggio all’estremità meridionale di Fuerteventura. Le attrazioni principali di questa zona sono: Morro Jable, Punta de Jandia, Cofete, a 10 chilometri da Morro Jable, e Playa de Cofete. Se ci si dirige a Cofete va considerato che la strada è sterrata. Un’alternativa può essere quella di prendere un bus (vi sono degli autobus apposta a quattro ruote motrici).
L’Oasis Park: è il parco più grande delle Canarie. Al suo interno si trovano un parco zoologico ed un giardino botanico. Il primo è uno spazio che riproduce l’habitat naturale delle diverse specie che ospita (ghepardi, uccelli africani, elefanti, cammelli e moltissime altre specie animali). Per chi viaggia con i bambini è un’ esperienza da non perdere: il biglietto d’ingresso (24 euro per gli adulti e 12 per i bambini dai 3 agli 11 anni) comprende l’accesso a parco zoologico e al giardino botanico, quattro spettacoli e l’autobus gratuito dai principali centri dell’isola.
Quando arriva il momento di preparare la valigia per i bambini piccoli scatta il panico! In viaggio si immagina di dover portare l’impossibile quando invece la regola “viaggiare leggeri” vale anche per i più piccoli.
I bambini sotto i 2 anni generalmente non pagano, in molti hotel anche fino a 6-10anni a seconda della loro politica. Per esempio soggiornano gratis nel letto dei genitori, mentre pagheranno una quota se verrà aggiunto un letto per loro.
(ci è capitato in alcuni posti che Grace dormisse in lettini addirittura senza il materasso, per fortuna fino ad ora si è sempre adattata ad ogni situazione!)
Per nostra esperienza posso dire, ad oggi, che nei paesi del Nord Europa si trovano facilmente hotel baby friendly, come lo spazio bimbi nei locali, c’è un’attenzione maggiore per i piccoli ospiti. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi anche dal Portogallo, abbiamo sempre trovato tutto l’occorrente per la nostra piccola.
In areo con un neonato: quali sono i rischi? quali le precauzioni? come affrontare il primo volo? Ci sono dei trucchi?
Sono le domande che ogni genitore si fa quando deve portare tra cielo e terra il suo piccolo, magari di pochi mesi. Volare può fare paura. Ecco i consigli in prima persona di Ilaria, viaggiatrice appassionata con Mattia, la sua Pulce in viaggio e la sua nuova rubrica per Viaggiapiccoli Consigli di viaggio di una pulce.
Da amante dei viaggi, appena ho scoperto di aspettare mio figlio, ho iniziato a pensare a dove portarlo per il suo primo volo. Nonostante non ci sia nessun rischio, portare i bambini in aereo, soprattutto quando si tratta del loro primo volo, crea sempre qualche preoccupazione ai genitori.
In realtà, volare con i bambini non solo è possibile, ma è anche molto più comodo di quanto si possa pensare. Ecco alcune informazioni pratiche che vi aiuteranno ad affrontare con serenità un viaggio in loro compagnia.
Innanzitutto va detto che i neonati, in assenza di patologie particolari, possono viaggiare in aereo sin dalle prime settimane di vita. L’organismo di un neonato sano, infatti, può adattarsi senza difficoltà e senza rischi alla variazione di pressione che si verifica all’interno dalla cabina.
Per evitare che, al momento del decollo o dell’atterraggio, il bambino possa sentire dolore alle orecchie, a causa della repentina variazione di quota, è sufficiente indurlo a deglutire offrendogli un ciuccio o un biberon. Una volta raggiunta la quota, l’orecchio si adatta da sé e non è necessaria alcuna ulteriore precauzione.
Il momento a partire dal quale è possibile fare il primo volo varia a seconda delle compagnie aeree: alcune partono da una settimana di vita del bebè, altre dai 15 giorni. In linea di massima, salvo necessità particolari, è consigliabile far volare i bambini dopo i 5 mesi.
Le compagnie aeree raggruppano i bambini in due classi: Infant, da 0 a 23 mesi, e Child, da 2 a 11 anni. La differenza sta nel fatto che il bimbo abbia o meno diritto ad un posto a sedere.
Da 0 a 23 mesi, infatti, non è previsto un posto per il bebè e si deve tenere il bambino in braccio; a bordo viene fornita, gratuitamente, un’apposita cintura che si allaccia a quella dell’adulto.
In questo caso, si paga una tariffa variabile in base alla compagnia aerea: alcune compagnie chiedono 20/30 euro a tratta, altre le sole tasse aeroportuali e per i voli lunghi, solitamente, viene richiesta una percentuale intorno al 10% rispetto al prezzo pagato dall’adulto.
Se il viaggio è piuttosto lungo, le compagnie aeree offrono diverse soluzioni: per i più piccoli esiste il baby cot, una culletta adatta a neonati fino a 6 mesi (con peso fino a 10 kg); per i bambini fino ai 2 anni c’è l’infant seat, un seggiolino regolabile. La culla si aggancia alla parete dei primi posti (o alla parete di mezzo dei grossi aerei), ma non può essere usata durante decollo e atterraggio. Il seggiolino, invece, va fissato al sedile. Qualora si fosse interessati a queste soluzioni, occorrerà contattare la compagnia aerea per verificarne la disponibilità.
Ma cosa portare quando si viaggia con un bimbo piccolo? I bagagli consentiti con la tariffa infant variano in base alla compagnia aerea prescelta; per questa ragione, prima della partenza, è meglio consultare il sito della compagnia per reperire tutte le informazioni necessarie. In generale si può distinguere tra le compagnie di bandiera, che solitamente consentono un bagaglio a mano e un bagaglio in stiva aggiuntivi per il bambino e le compagnie low cost che non prevedono questa possibilità. In ogni caso, quando si viaggia con i bambini è sempre meglio non portare con se troppi bagagli che finirebbero per ostacolare molto durante gli spostamenti.
Va, comunque, considerato che, anche le compagnie low cost, consentono ai genitori di portare a bordo una borsa aggiuntiva per il cambio.
Per quanto riguarda il cambio del bimbo, in volo non avrete alcuna difficoltà perché i bagni sono sempre provvisti di fasciatoio e, avendo sperimentato di recente gli strettissimi bagni della Ryanair, posso assicurare che il cambio pannolino ad alta quota non crea alcun problema! Sicuramente potrebbe essere utile portare, oltre ai pannolini ed ad un cambio di vestiti, un fasciatoio da viaggio o un telo per evitare di appoggiare il bebè direttamente sul fasciatoio dell’aereo.
Nella borsa del bambino, poi, non potrà sicuramente mancare qualche gioco per intrattenere il bimbo e tutto quel che occorre per la pappa: omogeneizzati, biberon, biscotti. Per quanto riguarda i liquidi non avrete nessuna difficoltà ai controlli di sicurezza. Se si viaggia con un neonato è, infatti, permesso portare latte per bambini, latte in polvere, acqua e alimenti per l’infanzia.
Tutte le compagnie aeree consentono, inoltre, di trasportare, gratuitamente, un passeggino ed un articolo supplementare, come, ad esempio, un seggiolino auto.
Se il bimbo è abituato, in aeroporto, potrebbe sicuramente essere comodo utilizzare un marsupio o una fascia, in modo da avere le mani libere e da farlo sentire il più possibile a suo agio.
In ogni caso, potrete portare fino all’ingresso dell’aereo il passeggino: andrà chiuso e sarà imbarcato all’ultimo momento; vi verrà reso, quando possibile, subito dopo l’atterraggio o insieme agli altri bagagli imbarcati. Soprattutto in relazione a tale ultima eventualità, potrebbe essere utile acquistarne uno a basso costo da dedicare ai viaggi: se dovesse rompersi durante i vari spostamenti sarete meno dispiaciuti!
Va, poi, tenuto in considerazione che, in aeroporto, al passaggio sotto i metal detector, solitamente il passeggino viene fatto chiudere: può essere utile prepararsi prima per evitare i capricci del bimbo che, se stava dormendo, viene svegliato improvvisamente.
Con un po’ di organizzazione e qualche piccolo accorgimento, viaggiare con i vostri bimbi sarà molto piacevole! Per avere un ricordo esiste anche un simpatico rito legato al primo volo: il battesimo dell’aria. Si tratta di un diploma, firmato dal Comandante del volo. Si richiede online e si ritira in aeroporto. In alternativa, per quanto riguarda le compagnie che non prevedono questa possibilità, si può stampare e consegnare direttamente all’assistente di volo, che lo restituirà compilato e firmato alla fine del volo.
Rubrica a cura di Ilaria – Pulce in Viaggio
Madrid con bambini piccoli, anzi con una bambina di 18 mesi, cosa vedere? Dove mangiare? I posticini segreti dove farla giocare.
Per Francesca Carlesi, la parola d’ordine per viaggiare con i bambini piccoli è organizzazione. I tempi del viaggio sono studiati su misura di Beatrice, la sua bambina, ma lasciano anche spazio ai genitori per godersi la città e gustare tapas e paella.
Perchè il viaggio funziona davvero se tutti sono felici: bimbi e genitori.
Oggi parte la sua nuova rubrica su Viaggiapiccoli Vita da mamma in viaggio
Abbiamo appena passato tre giorni a Madrid; io e mio marito ci siamo tornati per la terza volta eppure l’abbiamo vista e vissuta in maniera differente dalle precedenti, grazie allo sguadro di Beatrice, che oggi ha 18 mesi.
La cosa fondamentale è cercare un hotel in una buona posizione, noi lo abbiamo scelto in prossimità del Paseo del Prado, a pochi minuti dalla Gran Vìa, la via centrale della città.
Le nostre giornate iniziano con una bella colazione, abbondante per noi genitori perché poi l’orario del pranzo (almeno il nostro) non è mai definito; per la piccola invece colazione classica, ho portato con me due biberon e le ho dato il solito latte con i biscotti, in modo da mantenere la routine di casa (soprattutto per il pancino e il fattore pupù).
Finita la colazione pronti via alla scoperta della città!!!
Il centro di Madrid è molto raccolto, è facile orientarsi e le principali attrazioni sono vicine tra loro.
Il primo giorno abbiamo fatto una passeggiata sulla Gran Vìa, piena di negozi, tra cui il tipico Corte Inglès ma anche Primark Zara H&M e così via, fino ad arrivare a Plaza de la Puerta del Sol, una piazza molto movimentata sia di giorno che, soprattutto, di notte. In questa piazza non può mancare la foto con la famosa statua dell’Orso e del Corbezzolo, simbolo di Madrid e della conquista araba della Spagna.
Da lì si prosegue verso Plaza Mayor, la più famosa, un quadrato immerso tra i palazzi e circondato da portici dove potete trovare locali tipici di tapas, ristoranti ma anche negozi storici.
Non è Spagna se non c’è un mercato al chiuso, e anche Madrid ha il suo, il Mercado di San Miguel: struttura bellissima in ferro battuto esattamente alle spalle di Plaza Mayor, al suo interno trovate tutto il cibo tipico spagnolo dal Jamòn Serrano appeso al soffitto alla frutta super colorata alle tapas di tortilla; entrarci è d’obbligo.
Arrivati nei pressi del mercato Beatrice (che è stata sempre buonissima e super attenta a tutto nel suo passeggino) ha iniziato ad avere fame, ed ha mangiato dei paninetti al latte con prosciutto cotto che avevo preventivamente acquistato in un normale supermercato e si è addormentata; giusto in tempo per permettere a noi di mangiare delle tapas super buone e super economiche. Ogni volta che io e mio marito andiamo in Spagna dobbiamo assolutamente andare a mangiare almeno una volta da Tragatapas, un locale che fa appunto tapas ma ad un prezzo super vantaggioso; i nostri piatti preferiti sono la classica tortilla, e una ciambella di pane casareccio riempita con prosciutto crudo pomodoro e insalata, che prendiamo anche nella versione ripiena con calamari e salsa alioli (una sorta di maionese all’aglio tipicamente spagnola).
Il trucco quando si viaggia con bambini piccoli che non possono mangiare tutto quello che mangiamo noi adulti è (almeno a pranzo) far mangiare loro in tutta tranquillità, anche un pranzo veloce, e aspettare che inizino il loro riposono pomeridiano.
Il pomeriggio abbiamo proseguito il nostro giro andando a vedere il Palacio Real di Madrid, che ha un ampio piazzale e un giardino con tanto di labirinto, dove Bea si è veramente divertita: finalmente infatti è potuta scendere dal passeggino e correre un pochino. Proprio qui, tra l’altro, abbiamo imparato a fare i gradini!!!
Arrivato di nuovo l’orario mangereccio e dovendo pensare anche a Bea stavolta, per la cena al contrario del pranzo è meglio scegliere un locale dove si può mangiare del buon cibo sano, e il più vicino possibile alla nostra cucina. Noi abbiamo scelto Trattoria Malatesta, italiana, il cui punto di forza è la pasta fatta in casa: Beatrice ha gustato un bel piattone di rigatoni al pomodoro veramente sublimi, sembravano fatti dalle nostre nonne; anche il prezzo è giusto, e questa si sa è una cosa che fa sempre piacere. In genere dopo aver cenato torniamo direttamente in hotel, passeggiando con tranquillità, in modo da poter fare la doccia alla piccola e farla addormentare ad un orario decente, così da essere pronti e carichi per il giorno successivo.
Il secondo giorno l’abbiamo dedicato al Parque del Retiro, un parco enorme con tanto di laghetto con cigni, carpe e barchette che si possono noleggiare. Beatrice ha apprezzato moltissimo, si è sfogata camminando tanto, correndo verso il laghetto, chiamando le paperelle, contando i pesciolini.
Farla camminare (dove è possibile e dove sono sicura sia in totale sicurezza lontano dalla strada e dalle automobili) è fondamentale durante un viaggio: oltre a farla ‘sfogare’ perchè sempre seduta nel passeggino, è un modo per stimolare la scoperta, la fantasia di inventare nuovi giochi, esplorare un ambiente sconosciuto ma soprattutto per imparare a riconoscere sempre nuove cose.
Per il fattore cibo stavolta abbiamo optato per la classica paella, il nostro locale preferito è La Barraca, ci andiamo ogni volta e quindi non potevamo mancare l’appuntamento; ho fatto assaggiare la paella anche a Beatrice (ma solo perché ero sicurissima che nulla le avrebbe fatto allergia o le avrebbe fatto male) e lei ha gradito talmente tanto che a momenti mangiava tutta la mia porzione.
Quando sono in viaggio tendo a far mangiare a Bea sempre le stesse cose, in genere un panino con prosciutto cotto, biscotti, pasta al pomodoro, fettina di pollo, patate; questo perché sono sicura che nulla le faccia male, o le causi una reazione allergica, insomma non do mai un cibo nuovo lontano da casa.
Il pomeriggio, durante il riposino della cucciola, abbiamo deciso di fare un po’ di shopping e quindi siamo andati sulla Gran Vìa.
Al risveglio di Beatrice invece siamo andati a scoprire un luogo che non avevamo mai visitato le volte precedenti, il Tempio di Debob, un monumento egizio nel cuore della città, raggiungibile proseguendo la passeggiata dal Palazzo Reale, situato su una collinetta dove si può godere di una vista magnifica sulla città; e anche qui i bambini hanno modo di giocare, c’è infatti un parchetto giochi all’interno del parco ben organizzato, con aree per bimbi piccoli ma anche per quelli più grandicelli.
A cena siamo tornati nella trattoria della sera precedente, ci eravamo trovati talmente bene, soprattutto Bea, che non ce la siamo sentita di cambiare.
Il giorno successivo, ahimè l’ultimo, abbiamo lasciato le valigie in hotel e abbiamo fatto un’ultima passeggiata sulla Gran Vìa, ammirando il Palacio de Cibeles, fino ad arrivare a Plaza de la Puerta del Sol, per poi andare a Plaza Mayor. Abbiamo pranzato velocemente, e siamo tornati in hotel dove abbiamo preso una macchina con conducente per andare in aeroporto; non abbiamo scelto un taxi perchè non sono attrezzati con il seggiolino auto per Beatrice, ed in Spagna sono molto precisi al riguardo. Quando siamo arrivati infatti avevamo preso la metropolitana, che funziona benissimo ed è anche molto semplice orientarsi, proprio perché non ci avevano “accettato” per prendere il taxi, ma al momento della partenza non ce la sentivamo di rischiare di fare tardi per arrivare in aeroporto.
L’aeroporto di Madrid Adolfo Suarez Barajas è super organizzato se si viaggia con bambini, ai controlli c’è proprio una corsia preferenziale e all’interno, mentre si attende il proprio volo, si può far giocare gratuitamente i propri bambini, piccoli e grandi, in un ampio parco giochi; per noi è stata una manna dal cielo per intrattenere Beatrice e soprattutto per farla stancare in attesa di partire per far in modo che dormisse durante il volo. Calcolare i tempi è fondamentale, e io tendo sempre a prendere voli in orario di riposino o di ninna, in modo da assicurarmi che almeno per una parte del volo lei sia tranquilla; più lungo è il volo più sarà difficile intrattenerla, specialmente se deve stare sempre seduta.
Durante il volo di ritorno passo sempre il tempo a guardare le foto fatte in quei giorni di vacanza, e faccio sempre un bilancio: come ci siamo trovati, se ci siamo divertiti, se abbiamo avuto modo di fare tutto quello che ci eravamo prefissati prima di partire. Ma soprattutto penso a come si è trovata Beatrice, far stare bene lei è la cosa fondamentale, perché se lei è serena durante tutta la durata della vacanza, allora noi genitori siamo già mille passi avanti, e tutto diventa più semplice.
Viaggiare con bimbi piccoli è complicato, tutto diventa un pezzo piccolissimo di un grande puzzle e le difficoltà sono tante e tutte diverse tra loro. Ma vi assicuro che viaggiare con i bimbi piccoli si può, e si deve. È arricchimento per loro, e per noi. Ti rende felice.
E spero con questa rubrica di poter rispondere a tante domande di genitori come noi.
Vita da mamma in viaggio – Rubrica a cura di Francesca Carlesi