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Canada, settimo giorno: l’Inside Passage

La sveglia in piena notte. L’umidità del mattino. Il caffè amaro e bollente. La macchina che entra in retromarcia sul traghetto. Le pedane di ferro che cigolano sotto le ruote dei camper. Le prime luci dell’alba. La bandiera del Canada. Il traghetto che procede lento. Il vento che ti taglia la faccia. I corrimano sempre umidi. L’oceano Pacifico. Luci, odori, sensazioni: fa tutto parte del rito di “allontanamento” da ciò che siamo, per diventare altri. Rito che si ripete ad ogni viaggio. Lasciamo anche l’ultimo avamposto di Vancouver Island, Port Hardey e ci perdiamo tra i fiordi. Canada, settimo giorno: l’Inside Passage.

L’imbarco per l’Inside Passage

I bambini stamattina hanno protestato molto quando li abbiamo svegliati alle cinque: “È ancora buio, voglio dormire. Ho freddo, ho fame!”. Ma, appena entrati in auto, raggomitolati nelle loro felpe, si sono subito riaddormentati.



Le pratiche per l’imbarco sono lente. Bisogna presentarsi tra le 5,30 e le 6 per l’imbarco delle sette e mezza. Il cielo da nero diventa viola, poi blu, ed ecco il sole. Si parte.

Salutiamo Port Hardy dal ponte del traghetto. La terra si allontana. Fa freddissimo. Torniamo dentro a fare colazione, con caffè bollente, barrette di riso con gli Smarties e scones ai bluberry. I bambini si riaddormentano. Io inizio a leggere il mio libro: “Il tempo della fine” di Alice Munro. Francesco invece è a metà del suo “A column of fire” di Ken Follet.

Una giornata sul ponte del traghetto persi tra i fiordi

Canada settimo giorno inside passage famiglia

Durante la giornata usciamo più volte sul ponte. Per un’ora c’è un sole caldo. Ci togliamo anche le felpe. Leggiamo, chiacchieriamo e guardiamo il mare, accompagnati da branchi di delfini. Vediamo anche tre balene. Alla prima balena gridiamo eccitati, alla seconda sospiriamo, la terza la guardiamo in silenzio. Il paesaggio ci sta assimilando, lo straordinario diventa normale. Il mare, gli spazi enormi… le balene che emergono, salutano e scompaiono: è la nostra normalità. Respiro a pieni polmoni e chiudo gli occhi, per cercare di perdere davvero ogni punto di riferimento.

 

Canada, settimo giorno: l’Inside Passage

L’Inside Passage è una rotta interna ai fiordi che porta fino a Prince Rupert e poi in Alaska. È l’inizio dell’avventura. Il traghetto non si allontana mai dalla terra ferma, ma arriva lì dove non ci sono strade, lì dove l’uomo non ha urgenza di essere e lascia spazio alla Natura.

Canada settimo giorno inside passage

Tra i viaggiatori, oltre alla nostra, ci sono solo altre tre famiglie, tutti gli altri sono coppie e ci sono molti anziani. Non so perché. Penso perché loro non hanno più fretta.

Chiacchieriamo con Jade, lei vive alle Bermuda ed è venuta in Canada a trovare sua figlia. Ha un nipotino di otto anni che assomiglia ad Enrico.

Canada Diario

Sono dieci ore di traversata. Mi guardo intorno. Per la prima volta noto che pochissimi hanno il cellulare in mano. Alcuni dormono, in tanti scrivono (a mano) su agende e grandi quaderni e leggono libri spessi e consumati, tre amici giocano a un gioco da tavolo, una ragazza bionda disegna il suo diario con gli acquerelli; le chiedo una foto, anche se non capisco cosa c’è scritto, è bellissimo. Nessuna foto, nessun filtro, niente like per fermare i ricordi. Si chiama Ariane, parla tedesco, è in viaggio con il fidanzato e in due stanno scrivendo e disegnando un diario di viaggio: per ogni tappa pensieri scritti a mano e un acquerello. Un amico che viaggia con loro sorride : “Sono artisti”. La invidio, vorrei sapere disegnare. Enrico e Giulia si fermano al loro tavolo a guardare i disegni e poi a giocare a carte, a uno strano gioco svizzero che ha origini cinesi, ma forse non ho capito bene.

Il messaggio in bottiglia di Danika Naccarella: “Continuiamo sempre a cambiare”

E come un messaggio in bottiglia… quasi per caso, mentre torno dal ponte, su una parete del traghetto, accanto a balene e orche stilizzata con i tratti allegorici tipici dei nativi americani, leggo una frase di Danika Naccarella. Non ho ovviamente idea di chi sia, sono attirata dal cognome che ha un suono italiano. Leggo che è artista, specializzata in murales e tatoo, discendente dei nativi americani Nuxalk e Gwa’sala- ‘Nakwaxda’xw. So poco della cultura nativa americana, ma in queste terre è impossibile ignorarla.

Ovunque ci sono totem e disegni che trasformano gli animali in spiriti guida. Il messaggio di Danika è un messaggio per i ragazzi: “Se vuoi davvero raggiungere i tuoi obiettivi devi sempre continuare a crescere e a imparare , devi continuamente cambiare”.

canada traghetto inside passage

È solo una frase scritta su una parete di un traghetto, ma la faccio mia, qui dove non ho nessuno dei mie soliti punti di riferimento a cui aggrapparmi, dietro cui nascondermi: “Se hai un obiettivo, devi essere pronto a cambiare”!

 

 

Diario di viaggio: 21 giorni in Canada on the road

Primo giorno si parte

Secondo giono Vancouver e la caccia alle balene

Terzo giorno: Vancover, visita a Capilano e a Stanley Park

Quanto giorno:  Vancouver Island

Quinto giorno: la corsa delle capre a Victoria

Sesto giorno: in viaggio verso Port Hardy

 

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