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Vivara, la riserva naturale nel cuore di Procida con i bambini

Siete mai saliti sulla luna? Noi si, o quasi. Dopo quattro anni riapre Vivara. Noi abbiamo fatto una visita alla Riserva Naturale di Vivara, piccolo gioiello nel cuore di Procida: terra vulcanica a forma di mezza luna che si estende per appena 32 ettari.



Un angolo di Italia magico, sempre verde d’estate e d’inverno, anche se non ha acqua. Un isolotto rimasto chiuso per molti anni e che riapre dopo lunghe guerre tra proprietari privati ed enti pubblici che si contendono la gestione. Un bene tanto prezioso quanto tormentato.

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Francesco era al lavoro ed Enrico malato, perciò, la visita l’abbiamo fatta solo io (Cristina) e Giulia, con tre  accompagnatrici speciali: Annalou (sei anni), Carlotta (quattro) e la loro mamma Maria Rosaria (nata e cresciuta a Procida, ma che vive a Napoli). Un’escursione al femminile, con Maria Rosaria che voleva mostrare alle figlie l’isola dove giocava da bambina.

Giulia prova le sue nuove bacchette da trekking

Riapre Vivara, quando si può visitare

Vivara dunque è  si può di nuovo visitare. Quando? dal martedì alla domenica,  con l’accompagnamento delle guide naturalistiche della riserva e con un percorso della durata di circa 3 ore, per un massimo di 25 persone per volta, e con due turni giornalieri (9.00 e 11.30 dal 15 settembre al 31 maggio; 8.30 e 17.00 dal 1° giugno al 14 settembre)

Quanto costa il biglietto per Vivara

Il biglietto  di ingresso di 10 euro a persone (5 euro per i residenti dell’isola di Procida, 3 euro il ticket ridotto per i minori fino a 12 anni).

Bisogna prenotare sul sito ufficiale

Regole per visitare Vivara

La passeggiata dura circa tre ore e si ha una guida, più la scorta della protezione civile (obbligatoria per la normativa antincendio del parco). Ci vuole un po’ di attenzione, perchè la passeggiata è leggera, ma ci sono regole precise

1-        Indossare scarpe chiuse. È un trekking facile, ma non sono ammessi infradito e ciabatte

2-        Bisogna essere muniti di documento personale, che si consegna all’entrata e viene restituito all’uscita

3-        Si paga solo con bancomat o carta di credito (non sono ammessi contanti)

 

Quando Giulia e io siamo arrivate all’appuntamento (mezz’ora prima della visita, attenzione), ci siamo stupite del rigore (controllo documenti e lista di prenotazione). Chi è arrivato con oltre mezz’ora di ritardo è rimasto fuori. Quando si è in vacanza si tende a essere meno, come dire, fiscali, ma a Vivara no: tutto deve funzionare come un orologio svizzero. E questo accade perché il bellissimo isolotto di Vivara ha una storia tormentatissima.

Procida vista da Vivara

Troppi proprietari per Vivara

Come ci spiega la nostra guida Michele Scotto Di Cesare ci sono ben cinque enti che si contendono l’isola di Vivara.

Quali sono

1)        Per accedere a Vivara bisogna percorrere una strada che è di proprietà  del Comune di Procida

2)        Il ponte di Vivara, che ricopre i tubi dell’acquedotto (rifatto nel 2010, come passerella porta tubi) è della Regione Campania

3)        Il proprietario è la fondazione che gestisce l’ospedale di Procida Albano Francescano

4)        Ma ci sono anche degli eredi dei proprietari che lasciarono l’isola alla fondazione e che rivendicano la proprietà ( Antonio e Francesca Diana, beneficiari in virtù della sentenza della  Corte di Appello del maggio 2015, che ci riconosce universalmente proprietari dell’isolotto di Vivara

5)        L’isola è riserva Naturale Statale

 

Ed ecco perché tante autorizzazioni e permessi. Per esempio, il Comune ha dovuto rifare il parapetto del ponte su indicazioni della soprintendenza perché non era abbastanza alto per il passaggio delle persone. Ecco perché volevamo assolutamente vedere questa riserva.

Chiuso dal 2019, è stato al centro di una battaglia legale per la proprietà e per la gestione. Nel 2015, dopo un lungo contenzioso giudiziario (con 6 gradi di giudizio, di cui 3 in Corte di Appello e 2 in Cassazione) è stato assegnato ai fratelli Diana e dal 2016 il comune di Procida ne aveva organizzato e gestito le visite; dopo la pandemia una ulteriore serie di problemi burocratici e logistici ne aveva impedito la riapertura sino ad oggi.

Per entrare nella riserva si devono salire 80 scalini

“Cosa è una riserva naturale?”

È stata la prima domanda di Giulia e delle nostre amichette con cui abbiamo organizzato l’escursione hanno fatto alla nostra guida. E Michele molto semplicemente ha spiegato:

È un luogo protetto in cui non si può portare niente e da cui non si può portare niente via. Anche gli alberi che per esempio abbiamo tagliato perché malati o perché impedivano il passaggio sono rimasti a terra qui.

Per esempio c’è chi prima di entrare ha usato crema solare o spray repellente per insetti e ha dovuto usarli prima di oltrepassare i cancelli

Lo zaino Magico di Michele

Michele Scotto di Cesare è un biologo, molto serio, e a prima apparenza anche un po’ burbero, però è una guida eccezionale, che ama Vivara. Ha scritto anche un libro sulla flora a Vivara.

Quando iniziamo la visita  notiamo che lui porta uno zainetto e piano piano scopriamo che è uno zaino magico, in cui “casualmente” ha tutto quello che serve per mostraci uccelli, piante, suoni di Vivara.

Michele Scotto di Cesare

La nostra passeggiata a Vivara

Fa caldissimo e i bambini si spogliano subito. Per fortuna Michele riesce subito a catturare la loro attenzione con delle favole. Ci fa vedere il rarissimo Gabbiano rosso, in volo arrivato fino in Mauritania, ci racconta del piccolo tordo inanellato a Vivara e ritrovato ferito da un cacciatore in Bielorussia. Ci mostra la scheda dei pettirossi, che svernano a Vivara. I bambini sono attentissimi e seguono i suoi racconti, passandosi le schede di uccelli e piante.

Lo Scricciolo

Il Re degli uccelli

“Bambini chi è il re degli animali” , domanda Michele.

“Il leone”, rispondono in coro Giulia, Annalou e Carlotta.

“E il re degli uccelli?”, incalza Michele.

Silenzio tra adulti e bambini.

“Gli uccelli non avevano un re, così un giorno per scegliere il più bello e il più potente tra loro decisero di fare una gara: il re degli uccelli sarebbe diventato colui e colei che avrebbe volato più in alto. E secondo voi chi vinse la sfida?”

“L’aquila!” rispondono di nuovo le bambine.

“L’aquila volò più in alto di tutti – dice Michele sorridendo – e  orgogliosa atterrò per essere incoronata regina.  Ma mentre le stavano poggiando la corona sul capo, tra le piume della testa fece capolino uno scricciolo: ‘ Mia cara aquila, tu hai volato molto in alto, ma io ero sempre sopra di te’. Ed ecco che divenne re degli uccelli un uccellino piccolo come lo scricciolo, ma molto intelligente, tanto da vincere la gara con la potente aquila”.

E dal suo zaino Michele prende il cellulare e fa sentire ai bambini il cinguettio da re dello scricciolo.

Il trekking a Vivara

Dopo la storia del re degli uccelli, la passeggiata inizia bene. La pendenza è minima.  Michele spiega tanto su fauna e flora e sulla storia dell’isola, dai Micenei ai Borbone. Il sole comincia a tramontare e i bimbi osservano, trovano ragnatele, raccolgono piume e odorano fioti. Non toccano nulla, perché è una riserva e lo hanno capito bene, ma fanno tante domande.

Michele per spiegare la macchia mediterranea mostra loro le diverse foglie, quelle ad ago, quelle con i peli, quelle oleose, e fa sentire ai piccoli escursionisti tutti gli odori del mirto, del lentisco, della mentuccia e del finocchio marino, dell’inula. I bambini fanno, volando, gli 80 scalini che la principessa Maria Josè percorreva in groppa al suo asinello. La  passeggiata in questo angolo incontaminato è anche un viaggio tra i profumi della macchia mediterranea. I bimbi non si annoiano e camminano volentieri, accompagnati dalle storie

Tante storie di Vivara

Michele ci snocciola le tante storie di Vivara, e così i bambini si perdono a caccia delle piante, dal Pan di serpe con le bacche rosse  all’erba di San Giovanni o Erba dei demoni con i fiori gialli, imparando a scoprire dal vivo i misteri della Natura. Il tour passa dalla casa girevole realizzata agli inizi del ’900 dall’architetto Lamont Young alla torre di segnalazione per cercare di arginare le razzie dei saraceni, dalla vaccheria al frantoio… e ogni tanto la boscaglia si apre in piazzole panoramiche mozzafiato, dove si espira l’aria di mare e si vedono Ischia e il Vesuvio.

Ai bambini piace moltissimo un piccolo parto, ora secco, ma un tempo fiorito. Si scatenano correndo e Rosaria, di origini procidane: “Qui quando ero ragazzina giocavo a calcio”. Ed ecco che la storia dell’isola si ripete.

Una piuma di Gruccione

 

Cosa portare per l’escursione a Vivara

1-        Scarpe chiuse (con le ciabatte non si entra!)

2-        Cappello per il sole (fa molto caldo!)

3-        Crema solare

4-        Repellente per le zanzare (ce ne sono tante)

5-        Acqua (una bottiglia a testa, sull’isola non c’è acqua e non ci sono bagni)

 

Limitazioni per la visita a Vivara

Non è un’escursione indicata per chi ha un bimbo in passeggino, perché ci sono scale e salite.

Quanto dura la visita a Vivara

Circa tre  ore.

 

* Articolo scritto nel luglio 2018 e aggiornato nel maggio 2023

 

Leggi anche Cosa fare a Procida con i bambini Dieci Consigli su cosa vedere a Procida , dove dormire a Procida .

 

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Chi siamo

Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.