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A tu per tu con le tartarughe a Riccione

C’è un ospedale dove i letti sono piscine e i pazienti hanno il guscio. È l’ospedale delle tartarughe di Riccione, gestito dalla Fondazione Cetacea, un posto assolutamente da vedere con i bambini e da sostenere. Qui infatti i bambini possono incontrare gli animali da vicino e capire quali sono gli effetti delle azioni dell’uomo sul mondo che ci circonda. Infatti, le tartarughe curate a Riccione sono tartarughe ferite da eliche di motoscafi e reti da pesca o che hanno rischiato di morire soffocate dalla plastica abbandonata in mare. Piccoli e grandi malati con gli occhioni dolcissimi che aspettano solo di tornare liberi a nuotare nel mare. Una visita carica di grandi emozioni.



Dove si trova l’ospedale delle tartarughe di Riccione

La Fondazione Cetacea si trova praticamente sulla spiaggia, in via Torino 7 tra il bagno 41 e il bagno 44. Ecco le coordinate Google.

Bambina all'ingresso dell'Ospedale Tartarughe Ricci

Quando si può visitare il centro tartarughe di Riccione

Il Centro di Recupero per le tartarughe si può visitare su prenotazione e tramite visita guidata, in estate dal lunedì alla domenica e in inverno da lunedì al venerdì.

Per prenotazioni, contattare il 3714586027 oppure lo 0541691557.

Agli stessi numeri potrete avere informazioni su altre attività organizzate, come i laboratori per ragazzi e i rilasci delle tartarughe marine in mare. Sono previsti percorsi didattici per le scuole di ogni ordine e grado.

L’ingresso è libero, ma è richiesto un contributo volontario per sostenere il centro.

Come funziona la visita all’ospedale delle tartarughe di Riccione

Il direttore della fondazione è Sauro Parri, che sembra un po’ il Capitano Nemo, con barba bianca e occhi che guardano lontano. Parri ci ha accolto all’ingresso, ma non abbiamo fatto la visita con Valeria Angelini, biologa. Nella prima parte della visita c’è una spiegazione teorica sulla nascita del centro di recupero delle tartarughe a Riccione, che copre lo spazio di mare tra Marche, Emilia Romagna e Veneto, e la vita di animali e piante nel mare Adriatico, con particolare attenzione a ciò che accade in conseguenza delle attività dell’uomo: pesca, turismo, agricoltura…

Poi si entra in una stanza dove c’è un modello di tartaruga e Valeria ci ha spiegato le varie specie di tartarughe che loro curano, principalmente la caretta caretta, ma anche la tartaruga verde e la tartaruga liuto (rarissima), e come lavora il centro anche per aiutare delfini e squali. Abbiamo scoperto che proprio come le nostre impronte digitali, anche le pinne degli squali sono uniche e permettono di identificare ogni squalo, in modo da monitorare la sua vita. Valeria ci ha spiegato anche come il cambiamento del clima influisca sui ritmi di vita e le migrazioni di tartarughe, cetacei e pesci e su come il centro lavori per fare formazione con i pescatori, introducendo nuove reti e nuove tecniche per difendere gli animali che vivono in mare, come tartarughe e delfini. La visita non dura tanto, una mezz’ora, ma è molto interessante e adattissima ai bambini, stimola la loro curiosità ed educa all’amore per l’ambiente.

E alla fine c’è il momento più emozionante: l’incontro dal vivo con le tartarughe. Le più giovani nuotano nelle vasche e, curiose, si fermano a osservare i bambini. Le più grandi sono ferme, immobili nella loro imponenza, alcune hanno danni alla colonna vertebrale per l’impatto con le eliche dei motoscafi.

“Rimangono qui fino a quando non guariscono e poi le rilasciamo in mare”, spiega Valeria, “quando possibile direttamente dalla spiaggia coinvolgendo anche i bambini, perché è un momento molto emozionante”. È dolcissimo e doloroso vedere le tartarughe in convalescenza: alcune hanno il carapace frantumato (“lo ricostruiremo”, assicura Valeria), altre hanno ferite o problemi all’apparato respiratorio o digerente a causa dei rifiuti ingeriti in mare. Vederle dal vivo è davvero emozionante, come capire tutto il lavoro che serve per aiutarle a tornare libere in mare.

La Fondazione Cetacea fa anche incontri di sensibilizzazione ambientale. Per esempio, noi abbiamo scambiato due chiacchiere con Martina, che si occupa di studiare e analizzare i rifiuti trovati sulle spiagge. La visita (chiacchiere comprese, perché il personale è molto gentile e risponde a tutte le domande) dura al massimo un’oretta.

Adotta una tartaruga

Ospedale Tartarughe RiccioneSi può sostenere il centro con una piccola donazione che servirà a sostenere le cure di una delle tartarughe ricoverate al nostro Centro di Recupero Cura e Riabilitazione delle Tartarughe Marine. È una forma di adozione. Come funziona? Scegli una tartaruga, riceverai l’attestato di adozione e la sua foto e ricorda che ci puoi contattare in qualsiasi momento per informazioni sullo stato di salute dell’animale adottato e per venire a fargli visita.

Hai 3 differenti possibilità di adozione:

  • 30 € – Riceverai l’attestato e la foto della tartaruga scelta.
  • 50 € – Riceverai l’attestato, la foto e la t-shirt.
  • 80 € – Riceverai l’attestato, la foto, la t-shirt, il portachiavi e il peluche.

IMPORTANTE: a pagamento effettuato, invia una mail a informazione@fondazionecetacea.org con il nome della tartaruga scelta e l’intestatario dell’adozione.

 

  • Quando: In estate dal lunedì alla domenica e in inverno da lunedì al venerdì.
  • Dove: Viale Torino 7A 47838 Riccione
  • Info: 0541691557

 

Leggi anche il nostro articolo sul Parco avventura a Riccione e cosa fare a Riccione con i bambini.

 

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Chi siamo

Eravamo in due, Francesco e Cristina, improvvisamente ci siamo trovati in quattro, quando nel 2012 sono nati Enrico e Giulia. Abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, ma non volevamo rinunciare alla nostra passione: VIAGGIARE. Grazie ai nostri “piccoli” abbiamo capito che esiste sempre un viaggio giusto.

Giulia Gardini
Mi chiamo Giulia Gardini e sono cresciuta mangiando piadina a tutte le ore e i cappelletti in brodo anche a Ferragosto e continuo a farlo ora con i miei bimbi. Da quando sono nati i nostri tre figli, io e il babbo stiamo riscoprendo la nostra Emilia Romagna, a misura di bambino e partendo col camper in giro per l'Europa.