Cosa vedere nel Monferrato con i bambini (e non solo)

bambino porta azzurra

Cosa vedere nel Monferrato con i bambini? Un fine settimana nel Basso Monferrato, grazie ai preziosi consigli di chi da anni ci viva e ci lavora (grazie Vittoria di Ariotto Village), ha portato alla luce altri tesori nascosti di un Piemonte che non ha ancora smesso di stupirci per la varietà dei suoi paesaggi e le iniziative territoriali. Inspiegabilmente considerata la sorella minore delle Langhe e del Roero, questa terra che si estende tra le province di Asti e Alessandria, fino a raggiungere il mare ha riservato alcune sorprese davvero piacevoli.

Nel giro di poche ore ci siamo ritrovati a passare da un’ambientazione che ci ha ricordato un po’ quella del Laos e il suo fiume Mekong, grazie alla gita in barcè propostaci dagli Amici del Po di Casale Monferrato a passeggiare per borghi scavati interamente in una pietra da Cantoni, simile per consistenza e colore al tufo, che ci ha fatto, complice il caldo torrido, credere di essere nel Sud Italia. Il mare non lo abbiamo trovato (una volta c’era, lo testimoniano i fossili che si trovano nelle rocce!), ma la piscina dell’Ariotto village lo ha sostituito degnamente.

Ecco quindi 5 cose da vedere nel Basso Monferrato con i bambini che non potete assolutamente perdervi:

Il giro in barcè degli Amici del Po di Casale Monferrato

Incontro all’imbarcadero che si trova all’interno del parco fluviale del Po e dell’Orba di Casale Monferrato, i volontari Amici del Po ci hanno organizzato una piacevole e arieggiata gita sul fiume, su una delle tipiche imbarcazioni della zona, il barcè.

Imbarcazione che veniva utilizzata prevalentemente per il trasporto di merci, è un piccolo capolavoro di ingegneria poiché il fondo piatto, permette di galleggiare anche in zone in cui l’acqua è bassa, evitando di incagliarsi con il fondo. La struttura affusolata e lunga, permette di fare meno fatica nell’affrontare la corrente. Un tempo era in legno, oggi invece, vengono prodotti in alluminio (questo per evitare una continua manutenzione) e ultimamente vengono posizionati motori, mentre un tempo veniva utilizzato grazie ai remi (speciali per permettere l’utilizzo anche in acque basse) e alla forza delle braccia del barcaiolo.

La nostra guida ha utilizzato entrambe le tecniche e Arturo ha potuto provare a condurre la barca, guidando il timone. Il tratto in cui ci siamo mossi è tra la diga a scopi irrigui che alimenta e da cui parte il canale Lanza e quella, decisamente più recente, a scopi idroelettrici. Di fatto ci siamo mossi in una sorta di lago artificiale, in cui la corrente è molto meno intensa di quello che era anche solo 15 mesi fa. Ora il fondo, pur irregolare (ci sono tratti di mezzo metro e altri di una decina) è più idoneo alla navigazione a motore di quanto fosse prima, ma non consente la remata ‘a spinta’ tipica del Po nel tratto monferrino.

Abbiamo costeggiato (su sponda destra), il bosco della Pastrona, dove si scorgono spiaggette di sabbia vera dove potersi riposare all’ombra degli alberi. All’interno del bosco si trovano anche area picnic con giochi per i bimbi e un percorso di mountain bike (il Kintana) che richiama appassionati anche dall’estero perché fruibile gratuitamente 365 giorni all’anno. Tutta l’area è curata da volontari afferenti al Fiab Monferrato insieme ai guardiaparco: il lavoro di bonifica che è stato svolto e che continuano a svolgere è enorme. Gli amici del Po che hanno fondato l’omonima associazione, che si compone di volontari di diverse età e background, possono essere senza dubbio considerati gli “sherpa” di questo tratto di fiume, in quanto svolgono costantemente monitoraggi sullo stato di salute della fauna ittica e le eventuali violazioni da parte dei cittadini.

Il giro in barcè dura all’incirca un’ora tra passaggi in grotte naturali, osservazione della flora e della fauna, fotografie e aneddoti del nostro cicerone. Il costo è di 10 euro per adulto, per i bambini è gratuito e, a noi, sembra un prezzo più che adeguato per una gita rinfrescante e per contribuire a un progetto così bello.

 

La pietra da Cantoni e gli Infernot a Rosignano Monferrato e Cella Monte

Forse non tutti sanno che…oltre ai paesaggi vitivinicoli, dal 2014 il Monferrato ha anche un altro patrimonio Unesco: gli Infernot. Scavati nella particolarissima pietra da Cantoni, un’arenaria la cui origine si può ricondurre a sedimenti marini del periodo miocenico, gli infernot sono cantine sotterranee senza luce né areazione, scavate dai contadini nel corso dell’Ottocento per conservare le bottiglie migliori e riunirsi con gli amici a fare un po’ di festa.

Le sue caratteristiche di temperatura e umidità costanti (15/16 gradi costanti) consentono l’ottima conservazione delle bottiglie. Ottimo visitarli d’estate per sfuggire alla calura esterna, lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle!

Gli infernot sono di diverse tipologie: monocamera, multicamera o a corridoio. Hanno finiture differenti: lisciati, a spacco naturale o con picconatura a vista. L’alloggiamento delle bottiglie varia: a nicchie, gradinato o a piani continui.  Alcuni sono impreziositi da decorazioni, altri sono corredati da un tavolo scavato nella pietra. Ogni infernot è un’opera unica, realizzata dalla maestria di persone comuni; un manufatto che rappresenta il patrimonio materiale ed immateriale del Monferrato.

La nostra visita di circa un’ora è stata condotta da un giovane volontario dell’Accoglienza turistica che ci ha accompagnati in una bella passeggiata panoramica che tocca anche tre punti del percorso Morbelliano ovvero l’esposizione di quadri del pittore Angelo Morbelli, nativo del capoluogo. Dall’alto di Rosignano si domina il panorama circostante: colline verdi, vigneti a contrato con una pietra bianca che ricorda il tufo e che crea un ambiente davvero unico.

Anche Cella Monte, borgo a 15 minuti da Rosignano e finalista del Borghi più belli d’ Italia, è interamente scavato in pietra da Cantoni e ne ospita l’Ecomuseo , noi, per ragioni di tempo, abbiamo solo passeggiato tra le sue vie cercando un gelato ma per chi desiderasse approfondire la storia e le caratteristiche di questo elemento naturale così tipicamente monferrino, qui si possono trovare tutte le informazioni e organizzare la propria visita guidata.

  • Per info sul nostro tour:
  • Comune di Rosignano Monferrato
  • Telefono 0142/489009
  • info@comune.rosignanomonferrato.al.it
  • nelle giornate di sabato e domenica è necessario fare riferimento all’Info Point Turistico situato in piazza Sant’Antonio/via Bonelli (cell. +39 377 169 3394);

 

Sinagoga ebraica di casale Monferrato

Una visita che ci ha davvero stupiti è stata quella della domenica pomeriggio alla Sinagoga ebraica e relativo museo.

Tra le centralissime vie Alessandria e via Roma di Casale Monferrato, infatti, è ancora ben riconoscibile il quartiere ebraico, di origini quattrocentesche. Al  fondo di uno stretto vicolo, troviamo la Sinagoga, innalzata nel 1595, nasconde dietro a una semplice facciata un elaborato interno in stile rococò ricoperto da iscrizioni ebraiche incorniciate da stucchi e oro.

Il colpo d’occhio è davvero notevole e ci saremmo fermati con il naso all’insù ancora qualche minuto se non fossimo stati chiamati per iniziare la visita guidata all’interno del Museo dei Lumi e degli Argenti.

Al primo piano della Sinagoga, dove si trovano i matronei (le logge riservate alle donne) si trova una delle più importanti collezione di arredi sacri d’Europa, vi sono custoditi reperti di particolare pregio come le Tavole della legge, in legno dorato e risalenti al secolo XVIII, numerosi rimonim (terminali per rotoli della Legge) e atarot (corone per i rotoli della Legge) sbalzati, cesellati o in filigrana d’argento. Nei sotterranei non perdetevi la collezione contemporanea di lampade a 8 bracci in argento che conta più di 200 pezzi opera di altrettanti artisti diversi (i lumi non sono tutti esposti ma ruotano durante l’anno). La visita dura all’incirca un’ora e, seppur molto ricca ed interessante, non è esattamente a misura di bambino per la densità di informazioni che vengono concentrate e per la complessità dell’argomento.

Nel percorso della visita, nei passaggi tra gli spazi degli edifici si vedranno opere di Levy, Mondino e Recalcati. Il Museo propone mostre e attività didattiche alla scoperta della cultura ebraica.

 

  • Per informazioni:
  • Vicolo Salomone Olper 44 Casale Monferrato
    Tutti i giorni feriali 08.30-12.30 solo su prenotazione
    Domenica: 10.00-12.00 / 15.00-17.00
    Chiuso il sabato, tutte le festività ebraiche e i mesi di gennaio (fino al 25) e agosto.
    Tel. 0142.71807 – 340.7697199
  • www.casalebraica.info
  • fondazione@casalebraica.org – segreteria@casalebraica.org

 

Un giro dei Castelli

Quello del Monferrato, sia Alto che Basso, è innanzitutto un paesaggio di castelli inserito in un paesaggio di vigneti. Un giro che vorremo sicuramente fare, magari in autunno quando il territorio esprime il meglio dei suoi colori e prodotti (basti pensare a Golosaria a settembre, a Tufo e Tartufo a ottobre e alla cantine aperte di fine vendemmia), è quello che parte dal castello dei Paleologi di Casale Monferrato, ustero specchio delle vicende monferrine e delle aspre contese per il controllo di questo fertilissimo lembo di Piemonte, caratterizzato da “riso” e “vino” (grignolino e barbera).

Appena fuori Casale troviamo il castello di San Giorgio Monferrato, costruito per sbarrare l’ondata saracena che minacciava il Piemonte nel X secolo, infeudato nel 1152 da Federico Barbarossa. Sulle colline circostanti Casale, troviamo Vignale Monferrato: si può visitare l’antico maniero che ospita oggi un’importante enoteca.

Il Basso Monferrato vanta anche uno dei più bei castelli d’Italia, quello di Camino. Conosciuto per i suoi saloni affrescati, gli antichi cortili e il parco, è oggi una sfarzosa cornice per cerimonie e incontri culturali, nonché per il cinema e la pubblicità. Non meno degno di nota è il castello di Lignano, fra i più antichi della zona, che ha conservato saloni finemente affrescati con gli stemmi della famiglia Grisella. Da menzionare anche il castello di Uviglie presso Rosignano Monferrato, dalla cui sommità si può ammirare uno dei panorami più belli del Piemonte. Di antica origine, notevolmente trasformato da interventi di XVII e XVIII secolo, dal 1992 divenuto azienda vinicola, ha saputo rilanciare la coltivazione di vitigni pregiati Doc come il Barbera del Monferrato, il Grignolino del Monferrato Casalese, il Monferrato Freisa e il Piemonte Chardonnay.

 

I krumiri rossi

Alzi la mano chi, da piccolo non ha un ricordo di una nonna o un’anziana vicina di casa che per merenda apre una scatola di latta colorata e ci porge un curioso biscotto a forma di manubrio: un krumiro!

Per i piemontesi sono un simbolo talmente radicato nella memoria che si dà per scontato che tutti sappiano dove sono nati, ma non è così! Nel corso dei secoli le imitazioni del fragrante frollino sono state moltissime e, oggi, pochi sanno che il marchio registrato, l’unico che detiene la ricetta originale si trova a Casale Monferrato.

Ancora non sono riuscita a violare il tempio sacro in cui questi biscotti e a farmi invitare dalla signora Anna Portinaro, erede di una tradizione che è iniziata con la famiglia Rossi e che prosegue da due secoli, a fare una visita guidata e a carpirne tutti i segreti, ma conto di rimediare quest’inverno quando l’unico obbiettivo sarà quello di intingerli in una fumante cioccolata.

I krumiri ricordano i baffi di Vittorio Emanuele II, il re che unì l’Italia, e il segreto della loro bontà sta nella ricetta semplice e nella qualità delle materie prime: farina di grano tenero, uova fresche, burro, zucchero, vanillina pura e, soprattutto, niente acqua. Sono soltanto le uova e il burro, infatti, ad ammorbidire l’impasto e a donare ai Krumiri quel profumo speciale e irresistibile.

Inventati per caso e fatti rigorosamente a mano dal 1878 dal pasticcere Domenico Rossi, questi biscotti sono il vero simbolo di Casale Monferrato e un marchio riconoscibile in tutto il mondo, soprattutto grazie al loro storico packaging: la scatola di latta rossa dove tutte le nonne, consumati i biscotti, ripongono il loro necessaire per il cucito.

Se volete assaggiarli è facile: basta prendere un caffè in un bar di Casale e vi verranno serviti come accompagnamento. Se volete acquistarli direttamente alla fonte:

  • Krumiri Rossi – Portinaro & C. Srl via Lanza, 17 Casale Monferrato (AL)
  • Orari: dal martedì al sabato, dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.

 

Cosa vedere nel Monferrato, la tessera MoMu

Da segnalare: noi abbiamo trascorso solo un fine settimana nel Basso Monferrato ma se avete più giorni a disposizione può essere conveniente acquistare la tessera MoMu (interi/under 18 € 10/8) che consente di accedere Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi, Sacrestia del Duomo, Sinagoga e Musei Ebraici a Casale Monferrato, il Parco del Sacro Monte di Crea con la Cappella del “Paradiso”, Centro di Interpretazione del Paesaggio del Po a Frassineto Po, Museo Etnografico “Coniolo il paese che visse due volte”, Ecomuseo della Pietra da Cantoni a Cella Monte e Museo San Giacomo a Lu. Con un’unica tessera, quindi, si possono vedere e visitare non solo beni storici, artistici e culturali, ma anche paesaggistici e rurali del territorio monferrino.

Per informazioni: per l’acquisto della tessera MoMu è sufficiente rivolgersi presso una delle 8 biglietterie delle realtà aderenti.

 

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