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Espaci Occitan, alla scoperta dell’Occitania

Una visita da mettere in programma con i bambini è quella al Museo Occitano, il museo Espaci Occitan a Dronero, in Valle Maira .



Il Piemonte e l’Occitania

Una bandiera rossa con una croce gialla e una piccola stella a sette punte è quella che vediamo sventolare su molti edifici e troviamo attaccata ai balconi delle case quando facciamo il nostro ingresso in Valle Maira e più ci addentiamo nei paesi e nelle borgate e più questo simbolo si fa visibile e presente.

Ma cosa rappresenta questa bandiera e perché la ritroviamo in questa parte del Piemonte?

mappa occitaniaForse non tutti sanno che la nostra regione contiene al suo interno un’altra regione che supera i confini italiani e si estende fino in Francia e in Spagna: l’Occitania, una terra accomuna Stati diversi nel nome di una lunga tradizione culturale e, soprattutto, linguistica.

Per comprendere meglio questo fenomeno e approfondire una storia millenaria siamo stati al Museo de Lenga-Espaci occitan di Dronero, in Valle Maira, dove la responsabile scientifica Rosella Pellerino ci ha condotti in una interessantissima visita guidata che cominciando dai confini geografici, passa attraverso ai mestieri , per arrivare alla musica e alla vita quotidiana di un popolo le cui tradizioni sono ancora ben radicate e presenti ai giorni nostri.

Espaci Occitan, alla scoperta dell’Occitania

Siamo partiti dalla prima sala dove si trova una mappa multimediale di questa vasta area culturale che corrisponde per la maggior parte al sud della Francia, il cosiddetto Midi, con 32 dipartimenti su una superficie di 192.000 kmq e 12 milioni di abitanti; in Italia comprende 14 valli e 120 comuni la storia delle 14  valli piemontesi  e dei 120 comuni delle province di Cuneo, Torino e Imperia su una superficie di 4300 kmq con 160.000 abitanti. E’ occitana anche la Val d’Aran nei Pirenei della Spagna, che si estende su una superficie di 450 kmq con una popolazione di 7.000 abitanti.

L’Occitania non è uno Stato né mai lo fu: è uno spazio culturale e linguistico che da oltre 1000 anni ha come denominatore comune una lingua romanza chiamata Occitano.

Le parole che la compongono sono “strane” e i bambini si sono divertiti, grazie ai dispositivi presenti nel museo, a imparare i nomi degli animali e ad interpretare alcune delle figure più importanti della tradizione occitana quali l’orso e il sarvanot (lo spiritello dei boschi) attraverso un divertente gioco di proiezione multimediale che permette di “travestirsi” e far muovere i personaggi.

Il nostro gruppo era composto di bambini di età diverse (dai 5 ai 12 anni), da adulti e dai nonni e tutti hanno trovato un argomento o un gioco a cui appassionarsi, grazie anche alla preparatissima guida che ha soddisfatto tutte le nostre curiosità.

Al museo Occitano, gli antichi lavori

Particolarmente interessante è stata la spiegazione, supportata da materiale e fotografie dell’epoca, di alcuni dei lavori tipici che venivano svolti dagli abitanti delle valli occitane: dagli acciugai, coloro che percorrevano a piedi le vie del sale partendo dalla Liguria e percorrendo a piedi centinaia di km con il loro carretto pieno di acciughe alle coltivatrici e filatrici di canapa,  donne che si occupavano con gran maestria dell’intera filiera di questo filato prezioso per la creazione di capi di vestiario fino ai raccoglitori di capelli, ingegnosi valligiani che fecero fortuna creando parrucche per i ricchi inglesi e francesi con il taglio di capelli delle donne e degli uomini di montagna.

Ad ognuno di questi mestieri è dedicato un museo specifico: Celle Macra, Prazzo, Elva sono le borgate in cui si possono visitare e a cui conviene dedicare un’intera giornata agganciandovi una passeggiata per ammirare i bei panorami e un buon pranzo in una della tante locande tradizionali.

Nel racconto di Rossella ciò che ci ha particolarmente colpito è che nella dura vita di montagna, fatta di poco svago e tanta fatica per la sopravvivenza, anche ai bambini non era risparmiato il lavoro: i più piccoli, infatti, venivano impiegati come addestratori di marmotte, era loro compito catturarle e insegnar loro a “ballare” in modo da attirare potenziali clienti per il lavoro dei genitori e per guadagnare qualche soldo per la famiglia.

Al museo Espaci Occitan le postazioni multimediali

Il percorso museale è poi proseguito tra postazioni informatiche che propongono immagini, suoni, filmati e suggestioni del variegato territorio occitano piemontese e esposizioni di oggetti di uso quotidiano della vita delle popolazioni montane per giungere infine alla stanza della musica dove è stato possibile sperimentare i diversi strumenti che compongono le musiche occitane.

Un grande pannello collegato ad un pc permette di selezionare tra ghironda (una specie di viola con un ruota attaccata che produce suono per sfregamento delle corde), chabreta (o capretta, una sorta di cornamusa fatta di pelle di capra), violin e fisarmonica, riproducendone il suono tipico. Dalla musica alle danze folkloristiche, per lungo periodo abbandonate e nascoste, che negli ultimi 30 anni hanno conosciuto una nuova fortuna e molti giovani si sono appassionati, riportandole in auge. Un viaggio a tutto tondo e immersivo in una cultura antica e, al tempo stesso, attualissima.

Il museo informatico della lingua e cultura occitana Son d’la Lenga propone un percorso che attraversa l’Occitania, la sua storia, le sue tradizioni culturali e folcloristiche, la letteratura, la musica: una divertente “macchina del tempo” assolutamente imperdibile per chi vuole comprendere il passato e il futuro della Valli Occitane.

 

 

Espaci Occitan
Via Val Maira 19
Dronero – CN
(+39) 0171 904075
segreteria@espaci-occitan.org
http://www.espaci-occitan.org

Elena Marcon
Elena Marcon
Elena Marcon, amante del buon cibo e del buon vino. Mamma di Arturo e organizzatrice seriale di gite in Piemonte e viaggi in tutto il mondo
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