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Museo della frutta a Torino, una passeggiata nella biodiversità

Il Museo della Frutta è un piccolo gioiello nascosto nel quartiere San Salvario di Torino. Inaugurato nel 2007, questo museo custodisce una collezione unica di oltre mille frutti artificiali, realizzati in cera e gesso da Francesco Garnier Valletti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, geniale figura di artigiano, artista e scienziato. Ma perché un museo dedicato alla frutta?



Il percorso espositivo del Museo della Frutta di Torino

Il percorso espositivo, dopo una breve introduzione a carattere multimediale dedicata alla “Città della Scienza” del quartiere San Salvario a fine Ottocento ed alla figura di Francesco Garnier Valletti (che lavorò anche alle corti di Vienna e San Pietroburgo per costruirvi fiori e frutti finti), si sviluppa attraverso una serie di ambienti in cui sono ricostruiti i laboratori, le sale museali, la biblioteca, gli uffici della Stazione di Chimica Agraria, prima di dare accesso alla Galleria vetrata dove sono esposti i frutti.

I nuclei più consistenti di frutti esposti sono costituiti dalle pere (501 varietà, di cui 494 opera di Garnier Valletti), dalle mele (295, 286 delle quali della collezione originaria), dalle pesche (98, di cui 67 di Garnier Valletti), dalle susine (70, ma solo 20 fanno parte del nucleo acquisito nel 1927), dalle albicocche (56, 44 delle quali rientrano fra quelle di Garnier Valletti), dalle patate (50) e un esemplare per qualità di rapa, di barbabietola, di carota, di pastinaca, di melograno, e di mela cotogna. Le collezioni di funghi e di ciliegie non sono opera di Garnier Valletti, ma provengono dal laboratorio Ravagli di Torino.

Le opere di Valletti, riprodotte con una precisione quasi maniacale, non solo sono di grande valore estetico, ma rappresentano anche un’importante testimonianza della biodiversità frutticola del passato. Mele, pere, pesche, albicocche, susine e uve: ogni varietà è rappresentata con minuziosa attenzione ai dettagli, restituendo al visitatore la bellezza e la ricchezza di un patrimonio spesso dimenticato.

Un po’ di storia

Oltre alla collezione di Valletti, il museo ospita anche il patrimonio storico-scientifico della Regia Stazione di Chimica Agraria di Torino, fondata nel 1871. Strumenti scientifici d’epoca, libri antichi e documenti rari raccontano la storia della ricerca applicata all’agricoltura, offrendo uno spaccato affascinante sul progresso scientifico del XIX secolo.

Nel 1729, infatti, presso il Castello del Valentino, viene creato l’Orto Botanico. Un secolo dopo, nel 1822, in prossimità della chiesa e convento di San Solutore, si stabiliscono i vivai della famiglia savoiarda Burdin, originari di Chambéry, il cui scopo commerciale si salda motivatamente con lo sviluppo della ricerca e di cui il Museo pomologico, nato nel 1853 dall’incontro tra Auguste Burdin e Francesco Garnier Valletti, non sarà che una delle molteplici manifestazioni. Da metà Ottocento, tra la strada ferrata per Genova e il Po, nasce il Parco del Valentino nel quale si organizzano le grandi Esposizioni Nazionali. Negli anni Ottanta, nella zona più esterna dell’abitato, si insediano le nuove Facoltà scientifiche. Negli stessi anni nei loro pressi si stabiliscono, appunto, la Regia Stazione di Chimica Agraria, gli orti sperimentali dell’Accademia di Agricoltura (1886) e le serre municipali (1870).

Il Museo della Frutta è un luogo ideale per grandi e piccini. I bambini possono ammirare i frutti colorati e giocare a riconoscere le diverse varietà, mentre gli adulti possono approfondire le loro conoscenze sulla biodiversità e sulla storia dell’agricoltura.

Nel passeggiare per le stanze ci si immerge nell’atmosfera del passato, tra teche e pavimenti scricchiolanti, e si coglie tutta l’importanza degli studi che vennero svolti e che migliorarono le tecniche di coltivazione permettendo di arrivare alla grande varietà di cui disponiamo oggi e studiando i rimedi contro i principali parassiti delle piante. Attraverso questi studi fu possibile istituire in tutto il territorio nazionale i comizi agrari per incentivare e migliorare l’agricoltura, per diffondere la conoscenza dei regolamenti sanitari e delle leggi, fare opera di informazione tra i contadini per diffondere le coltivazioni migliori, i metodi più adatti alla coltivazione, gli strumenti più moderni e perfezionati, promuovendo esposizioni e concorsi di macchine e strumenti agricoli, organizzare corsi di agraria e biblioteche rurali.

 

Gli altri musei positivisti di Torino

Nel palazzo si trovano anche il Museo di Anatomia Umana «Luigi Rolando», il Museo di Antropologia Criminale «Cesare Lombroso» e il costituendo Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università. Questo polo museale offre una visione articolata e complessa del positivismo scientifico che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, ha avuto in Torino un centro propulsivo su scala nazionale.

  • Quando: Dal lunedì al sabato dalle10 alle 18
  • Dove: Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”, Via Pietro Giuria 15
  • Info: Informazioni e prenotazioni: info-museodellafrutta@comune.torino.it, tel. 011 6708195
  • Costo: euro 5,00 (intero);euro 3,00 (ridotto), gratuito il mercoledì e con Abbonamento Musei

 

Elena Marcon
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Elena Marcon, amante del buon cibo e del buon vino. Mamma di Arturo e organizzatrice seriale di gite in Piemonte e viaggi in tutto il mondo
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