Nel nostro viaggio in Thailandia con 15 giorni a disposizione abbiamo capito che c’erano più luoghi da vedere che giorni a disposizione e, come sempre, bisogna fare delle scelte. Una di queste è Ayutthaya.E se vi state chiedendo “Ayutthaya vale la pena?”. La risposta è: sì, Ayutthaya è una scelta da fare. Sarà perché noi l’abbiamo visitata a settembre, fuori stagione, con pochi turisti, ma è una città in cui tutto è distrutto e tutto diventa possibile. Se nel vostro piano di viaggio avete due giorni, programmate lo spostamento in treno o minivan e dormite una notte, poi andate alla scoperta dell’antica capitale della Thailandia in bicicletta. Se, come noi, non avete molti giorni a disposizione, avete due scelte: affittare un’auto (con conducente o senza) oppure affidarvi a un tour organizzato per vedere Ayutthaya in giornata. Diciamo subito che noi abbiamo scelto l’ultima opzione, ma vi spieghiamo anche tutte e tre le ipotesi su come arrivare ad Ayutthaya. E soprattutto cosa è e cosa vedere ad Ayutthaya, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1991.
Breve storia di Ayutthaya
Ayutthaya nasce nel 1350 come capitale del Regno del Siam e in pochi decenni diventa una delle città più ricche e cosmopolite dell’Asia: templi dorati, palazzi reali, mercati affollati di spezie, seta e porcellane raccontano la potenza di una corte che intrattiene rapporti con il Giappone, la Cina, l’India e persino con l’Europa.
Per oltre quattro secoli è il cuore politico, commerciale e culturale del Paese, fino a quando, nel 1767, un esercito birmano la assedia e la rade al suolo.
I templi vengono incendiati, le statue d’oro fuse, i palazzi distrutti: da allora, degli antichi splendori restano solo rovine maestose, colonne spezzate e Buddha mutilati, oggi silenziosi testimoni di una grande civiltà cancellata dalla guerra.
Camminare per Ayutthaya vuol dire camminare nella storia, in una città senza tempo.
La nostra guida ci ha mostrato un Buddha che non esiste, ed è la cosa che ci è piaciuta di più. Perchè? Perchè ad Ayutthaya abbiamo trovato l’idea del Buddha: una sagoma, ma non è una statua costruita di pietre e mattoni rossi, e ognuno in quella sagoma può immaginare il proprio Buddha.
Ecco perchè Ayutthaya vale la pena: ognuno ha la sua Ayutthaya.
Sarà perché noi l’abbiamo visitata a settembre, fuori stagione, con pochi turisti, ma è una città in cui tutto è distrutto e tutto diventa possibile.
Dormire ad Ayutthaya
Come dicevamo, la prima ipotesi è quella di dormire ad Ayutthaya e prendersi del tempo per girarla con calma.
Il modo migliore – e piace molto anche ai bambini – è in bicicletta.
Se dormite ad Ayutthaya potrete anche ammirare i templi illuminati di notte: sembrano quelli delle cartoline, immobili, perfetti e splendenti nel buio.
Visitare Ayutthaya in bici
Un giro in bici ad Ayutthaya è uno dei modi più belli per scoprire il Parco Archeologico: ti permette di muoverti liberamente tra i templi, goderti i paesaggi e respirare l’atmosfera senza fretta.
La gran parte dei siti da visitare si trova all’interno dell’isola centrale, che è grande 5 km per 2 km, e i principali al di là del fiume non sono lontani e si raggiungono in barca, anche con la bicicletta al seguito.
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Noi amiamo le visite guidate, anche perchè non è facile pedalare, trovare i templi, capire dove parcheggiare e muoversi in una città che non si conosce, perciò una buona soluzione è il tour in bici con guida
Come funziona
Noleggio: le biciclette si possono affittare facilmente vicino alla stazione ferroviaria, al terminal dei bus, negli ostelli e hotel, oppure davanti all’ingresso del Parco Storico.
Noi vi consigliamo di attraversare il fiume con il traghetto che parte dal molo: proprio al Wat Mahathat troverete diversi bike rent; il costo è tra i 40 e i 60 baht per tutta la giornata a persona (poco più di 1 euro), a volte con una piccola cauzione. Alcuni hotel le forniscono gratuitamente agli ospiti.
Dotazioni: in genere si tratta di city bike semplici, spesso con cestino; quasi sempre ti danno anche un lucchetto. Caschi e accessori tecnici non sono la norma. Non ce ne sono molte, ma esistono anche bici con seggiolini per bambini (non nuovissime), comunque disponibili.
Quanto tempo ci vuole
L’area principale del Parco Storico di Ayutthaya è piuttosto compatta: un giro dei templi più famosi richiede 3–4 ore in bici con calma, comprese le soste.
Se volete visitare anche templi e siti fuori dal centro (come Wat Chaiwatthanaram o Wat Phutthaisawan), considerate un’intera giornata.
Le distanze non sono proibitive: dal centro alle rovine principali si pedala per pochi chilometri, su strade abbastanza pianeggianti.
Unico problema da non sottovalutare, soprattutto se avete bambini, è il caldo: nelle giornate molto afose e umide può essere davvero sfiancante.
Come arrivare ad Ayutthaya
Chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare a vedere Ayutthaya può arrivarci in treno, minivan, barca o auto.
Ayutthaya in treno
Partendo da Bangkok il treno è la soluzione più economica, ma anche la più lenta.
Si parte dalla stazione di Hua Lamphong. Il biglietto costa tra i 15 baht (terza classe) e gli 80 baht (prima classe) e il viaggio dura circa un’ora e mezza.
I biglietti si possono acquistare in stazione e consultare gli orari online.
Ayutthaya in minivan
Noi abbiamo scartato il minivan, perché sebbene il biglietto sia economico (circa 60–70 baht) e il viaggio più breve (1–1,5 ore), parte solo quando è pieno, quindi senza orari certi, e spesso non garantisce il ritorno a Bangkok nello stesso punto di arrivo.
I minivan partono principalmente da: Mo Chit Bus Terminal (Chatuchak) – punto ufficiale principale, partenze ogni 30–40 minuti dalle 6:00 alle 18:00. Alcuni operatori partono ancora da Victory Monument, ma la maggior parte delle linee è stata spostata a Mo Chit.
In più, il minivan vi lascia in un punto di raccolta e per raggiungere il parco storico dovrete proseguire autonomamente a piedi, in bici o in tuk tuk.
Insomma, una scelta impegnativa per una gita in giornata.
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Scelta meno impegnativa e che assicura libertà di movimento è la gita in giornata con auto con conducente: PRENOTA
Ayutthaya in barca
Sì, ad Ayutthaya si può arrivare anche in barca, ed è un’esperienza molto scenografica e romantica.
Partenza: dai moli fluviali di Bangkok (per esempio River City Pier vicino a Si Phraya o il molo di Sathorn).
Tipologia: crociera turistica di un giorno o barca privata.
Durata: circa 3–4 ore a seconda della compagnia e della corrente.
Costo indicativo: da circa 1.500 baht (crociera collettiva con pranzo) a oltre 5.000 baht (barca privata).
Alcuni tour propongono andata in treno/minivan e ritorno in barca.
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Ayutthaya in barca PRENOTA
Ayutthaya con tour organizzato
Alla fine, dopo aver valutato treno, minivan e barca, noi abbiamo scelto il tour organizzato.
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La nostra scelta:Tour in giornata di Ayutthaya con pranzo. La nostra guida Jun è stata bravissima. Piccola nota: il tour è gestito da un operatore locale, TripGuru, e per curiosità abbiamo chiesto il costo, per capire se prenotando sul posto potevamo risparmiare e costava un po’ di più, perchè GetYourGuide avendo numeri più alti riesce a mantenere un prezzo più competitivo
Perché vedere Ayutthaya in giornata con un tour organizzato? I gruppi sono piccoli: ogni minivan con cui si parte da Bangkok ha circa 12 posti.
La guida è dedicata; si può scegliere l’opzione con pranzo e senza pranzo, con biglietti inclusi o senza.
Il nostro consiglio è di prendere l’opzione completa transfer + guida + pranzo + biglietti, perché la differenza di prezzo è di pochi euro a persona e in cambio non bisogna pensare a nulla: tutto è organizzato, si visitano i 4 siti principali e si ha anche del tempo libero.
Gli orari sono abbastanza stretti, ma per le nostre esigenze sono stati perfetti.
Quanto costa il biglietto ai templi di Ayutthaya
Oggi, grazie anche all’intervento dell’UNESCO, si possono visitare una decina di edifici.
L’ingresso ai singoli templi costa quasi ovunque 50 baht; esiste anche un biglietto cumulativo da 220 baht.
Cosa vedere ad Ayutthaya
Tutti i templi sono aperti indicativamente dalle 8 alle 18, o comunque fino al tramonto.
Noi abbiamo visto 4 templi.
Wat Mahathat e la testa del Buddha
Noi abbiamo pranzato in un ristorante sul canale nella parte orientale del parco e abbiamo iniziato la nostra visita dal Wat Mahathat. Quasi all’ingresso si trova la famosa testa del Buddha.
La testa del Buddha tra le radici è l’immagine più famosa di Ayutthaya, quasi un simbolo della città perduta. C’è anche una pedana su cui sedersi per una foto ricordo.
E oltre alla celebre testa del Buddha tra le radici, il Wat Mahathat regala molto altro. Nel cuore del complesso si innalza – oggi parzialmente crollato – il grande prang centrale, la torre in stile khmer che un tempo custodiva reliquie sacre e che ancora oggi, con le sue basi decorate, lascia immaginare la maestosità originaria.
Intorno corre la galleria delle statue di Buddha seduti: una lunga teoria di figure in meditazione, molte senza testa o mani dopo il saccheggio birmano del 1767, ma ancora capaci di trasmettere una forte spiritualità. Passeggiando si incontrano poi le tracce delle antiche vihan, le sale di preghiera, e piccole chedi che servivano da reliquiari.
Il fascino del Wat Mahathat è anche nei suoi dettagli: mattoni rossi che si intrecciano con le radici degli alberi, giochi di luce tra colonne spezzate, scorci che cambiano con il sole e invitano a fermarsi per una foto o per un momento di silenzio. Visitandolo al mattino presto o al tramonto, quando la luce calda accarezza le rovine, il tempio rivela tutta la sua bellezza sospesa nel tempo.
Wat Ratchaburana
Secondo parco da vedere: il Wat Ratchaburana, con la grande torre (prang) che nella tradizione buddhista custodisce reliquie, come pagode e stupa.
Wat Phra Si Sanphet
E dopo aver visto la testa del Buddha tra le radici al Wat Mahathat e la grande torre al Wat Ratchaburana, e quando penserete di aver già fatto il pieno di bellezza, storia e mistero, non perdetevi la nuova tappa: i tre imponenti chedi che dominano il Parco Storico di Ayutthaya.
I birmani hanno distrutto tutto eppure queste tre magnifiche strutture, rimaste in piedi a testimonianza di una civiltà passata, si stagliano tra cielo e terra eleganti, teatrali, maestose.
All’ingresso di questo tempio la nostra guida ha comprato per noi due fiori di loto (100 baht) e ci ha mostrato come piegare le foglie in piccoli triangoli.
Li abbiamo piegati lentamente durante la passeggiata e, prima di uscire, abbiamo rivolto una preghiera e li abbiamo deposti come offerta al Buddha che non c’è.
Viharn Phra Mongkhon Bophit
Accanto al Wat Phra Si Sanphet si erge il Viharn Phra Mongkhon Bophit, una struttura che conserva una grande statua in bronzo del Buddha.
L’ingresso è gratuito.
Wat Lokayasutharam – il Buddha sdraiato
Ultima tappa del nostro tour, abbastanza breve (10 minuti) per una foto: il Wat Lokayasutharam, con il Buddha sdraiato lungo 42 metri, la testa appoggiata su un fiore di loto e un sorriso che racconta il momento dell’illuminazione.
Altri templi da vedere ad Ayutthaya se avete tempo:
- Wat Chaiwatthanaram
- Wat Phutthai Sawan
- Wat Phanan Choeng e il Buddha seduto
Curiosità
Ayutthaya era costruita come un’isola naturale, circondata da tre fiumi (Chao Phraya, Lopburi e Pa Sak) che fungevano da mura difensive.
I mercanti arrivavano in barca da ogni parte del mondo e le case galleggianti erano una caratteristica del paesaggio urbano.
Non a caso, i cronisti europei del Seicento la descrivevano come la “Venezia d’Oriente”.
Gita a Sukothai
Noi, dopo Ayutthaya, siamo rientrati a Bangkok.
Siamo partiti con l’escursione delle 11:30 e con il traffico del pomeriggio siamo rientrati alle 19.
Ma se partite con la prima escursione del mattino (ore 8) potete valutare anche di vedere Sukothai. O se avete un giorno in più nel vostro itinerario, dopo Ayutthaya potete spingervi fino a Sukhothai, la prima vera capitale del Siam. È qui che nel XIII secolo nasce la lingua thai scritta e prendono forma l’arte e l’architettura che ancora oggi raccontano l’identità della Thailandia.
Visitare Sukhothai è come fare un salto ancora più indietro nel tempo: il Parco Storico, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, raccoglie oltre 190 siti archeologici immersi in una pianura verde e silenziosa, punteggiata da laghetti e canali.
I templi sono distesi su un’area ampia e pianeggiante, perfetta da scoprire in bicicletta, tra viali alberati e specchi d’acqua che al tramonto si tingono d’oro. Camminando o pedalando si incontrano statue imponenti come il Buddha seduto del Wat Mahathat, il gigantesco Buddha del Wat Si Chum, racchiuso in un edificio che lascia passare solo un taglio di luce, o il romantico Wat Sa Si, circondato da un piccolo lago.
Sukhothai ha un ritmo lento e un’atmosfera più intima rispetto ad Ayutthaya: niente folla, solo il silenzio interrotto dal fruscio degli alberi e dal canto degli uccelli. Se Ayutthaya racconta la potenza commerciale e politica del Siam, Sukhothai è il luogo dove tutto è iniziato, la culla della cultura e della spiritualità thailandese.
Arrivarci non è difficile: da Ayutthaya potete prendere un treno o un autobus fino a Phitsanulok (circa 5-6 ore) e da lì un bus locale per Sukhothai (1 ora), oppure volare da Bangkok su Phitsanulok e proseguire via terra.
Un po’ di strada in più, ma la ricompensa è un paesaggio fuori dal tempo e uno dei tramonti più suggestivi della Thailandia, quando i Buddha si specchiano nei laghi e il cielo diventa rosa e arancio.