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Category Archives: Vita Green

mostra gioco natura

Guardare la natura con occhi diversi, imparare a conoscerla con tutti i sensi e poi… rifarlo ancora mille e mille volte nel mondo reale! Vuole stimolare la capacità di osservazione dei nostri bambini la mostra-gioco Natura, per bambini dai 2 ai 6 anni, che si trova al MUBA Museo del Bambino di Milano e visitabile fino al 30 giugno.

in ufficio meno plastica

Settembre ben arrivato, le vacanze estive sono terminate e si torna al lavoro. E settembre è per tutti il mese dei buoni propositi, degli obiettivi da raggiungere. È l’inizio di un nuovo ciclo. E, allora, ecco la nostra guida per il  “Ritorno in ufficio: al lavoro meno plastica”. Canalizziamo tutte le energie accumulate durante le vacanze per rendere la nostra quotidianità più ecosostenibile.

Il nostro obiettivo,  dopo aver cercato di eliminare la plastica dai viaggi, dalle feste, dalle abitudini per l’igiene personale, è di iniziare ad avere abitudini virtuose anche sul posto di lavoro. Anche perché, se ci pensate, in ufficio passiamo gran parte della nostra giornata e, poi, il buon esempio può essere imitato.

Ritorno in ufficio, al lavoro meno plastica: bando alla pigrizia

Il nostro ritorno al lavoro usando meno plastica è una mini guida in sette mosse, studiate confrontandomi con amici e colleghi, su quello che si può realmente e concretamente fare. Prima, però, voglio fare una piccola premessa. Quando siamo al lavoro siamo concentrati e nervosi e spesso dimentichiamo le buone pratiche che a casa ormai abbiamo adottato, come produrre meno rifiuti o cercare di limitare il nostro impatto sull’ambiente. Pensiamo sempre di non avere tempo, pressati da scadenze e clienti.  E poi, quanti di voi pensano: “L’ufficio è di tutti e se gli altri si comportano male a che servono i miei sacrifici?”, e così non ci impegniamo mai davvero.

Credo che la risposta possiamo darcela da soli. Il lavoro è la nostra quotidianità. Perciò, bando alla pigrizia e vediamo che cosa possiamo fare per ridurre l’uso di plastica in ufficio.

1. Portiamoci da casa una tazzina vecchia del caffè

La pausa caffè è sacra. A Napoli è addirittura un rito. Al lavoro, arriva sempre il momento del “Ora, ho bisogno di un caffè”. Perciò comincio da qui. Avrete sicuramente a casa una tazzina spaiata, che non fa parte del servizio buono, ebbene, portatela al lavoro e usatela per prendere il caffè dalla macchinetta, eliminando così i bicchieri monouso.

Per ridurre la plastica sui luoghi di lavoro, un capitolo importante sarebbero le cialde del caffè, quelle in plastica sono un vero pugno all’ambiente, sono altamente inquinanti e fanno anche male. Se potete (ma questo, è già più difficile) provate a fare una colletta tra i colleghi per comprare una bella Moka o per sostituire le cialde in plastica con quelle in tessuto o quelle biodegradabili.

Ah, a proposito: portatevi anche un cucchiaino, se usate lo zucchero. Così eliminate anche il bastoncino di plastica per girare il caffè.

Non è difficile, e poi il caffè nella tazzina è anche più buono.

2. Anche in ufficio portiamoci da casa le posate

Molti di noi mangiano davanti al computer. Lo so, fa male, ma io sono la prima. Però quando ordinate il pranzo chiedete di non mandarvi le posate monouso, ma usate le vostre. Come per la tazzina del caffè, bisognerà lavarle, ma davvero ci vuole un attimo. Se potete limitate anche l’uso di snack monouso.

3. In ufficio usiamo  contenitori lavabili

Se invece vi portate il pranzo o la cena da casa, non usate più contenitori monouso, ma contenitori in ceramica, silicone o vetro lavabili. E questo vale anche per i piccoli snack di frutta o magari biscotti. Io nel cassetto della scrivania ho un piatto di ceramica e quando mangio (davanti al computer), almeno mangio in un piatto vero con posate vere. E a lavare tutto ci i vuole davvero un attimo ( i contenitori li riporto a casa; tazzina, posate e piatto li lavo in bagno solo con l’acqua e una spugnetta, se sono molto sporchi li porto a casa).

4. Accordatevi con il take-away per il reso

Quando posso mi porto il pranzo o la cena da casa, ma mi capita anche di ordinare al ristorante. Il ristorane da cui ordino mi porta il pranzo nelle buste di carta, io prendo il pranzo e restituisco subito la busta al rider. La busta è pulita, non è entrata in contatto con il cibo e può essere riutilizzata.

5. In ufficio non usate bottiglie di plastica monouso

Questo vale per ogni post che facciamo. NO alle bottiglie di plastica: usiamo le borracce (noi abbiamo scelto queste e ci troviamo benissimo, se digitate il codice Viaggiapiccoli10 avrete anche uno sconto). E consigliamo quelle in alluminio. Per le lunghe riunioni, invece, un’idea semplice e davvero eco friendly è sistemare al centro del tavolo una brocca d’acqua con i bicchieri di vetro.

6. Usate penne ricaricabili e matite

Ovviamente in ufficio non è tutta una pausa caffè e una pausa pranzo, si lavora anche. Una buona idea per diminuire la plastica è quella di usare penne ricaricabili (e non usa e getta) e matite, anche colorate ( al posto degli evidenziatori). Se si usa la matita, si tenderà anche a usare meno il bianchetto (altro barattolino di plastica).

7. Ritorno in ufficio, al lavoro meno plastica:  riciclate, riutilizzate e risparmiate

E non parliamo solo di plastica, ma anche di riduzione di rifiuti e risparmio energetico perciò

  • Quando finite di lavorare spegnate computer, luci e aria condizionata;
  • Usare l’aria condizionata e i riscaldamenti con parsimonia, anche se non siete voi a pagare le bollette;
  • Riciclate la carta, usando i fogli stampati per prendere appunti dal lato bianco e cercate di stampare il meno possibile;
  • Attenzione ad affidare toner di stampati e fotocopiatrici a un serio servizio per lo smaltimento;
  • Se potete fate la raccolta differenziata almeno di plastica e carta anche in ufficio, mettendovi d’accordo con i colleghi e la ditta di pulizie.

Ritorno in ufficio, al lavoro meno plastica: dateci i vostri consigli

Avete altri consigli? Aiutiamoci a migliorare la nostra qualità di vita. Scriveteci nei commenti i vostri trucchi per inquinare di meno in ufficio.

 

Avete mai pensato quanto un singolo gesto, ripetuto da moltissime persone, possa modificare la realtà in cui viviamo? Luglio sta terminando e per tutti cominciano le vacanze. Anche d’estate continua il nostro impegno per modificare le abitudini di vita e  in questo mese a Procida abbiamo provato a elaborare e mettere in pratica un modello di vita per produrre meno plastica, meno rifiuti e meno inquinamento anche in vacanza. Ecco il nostro piccolo vademecum, “Vacanze al mare, non in inquinare in sei azioni”: il pranzo, la doccia, i giochi, sigarette e gomme da masticare, il bucato, azioni di gruppo.

Vacanze al mare, non inquinare: come organizzare il pranzo

Quando andiamo al mare solitamente mangiamo in spiaggia, sotto l’ombrellone. Andare al ristorante tutti i giorni sarebbe troppo costoso, ma quest’anno con il pranzo al sacco ci siamo organizzati provando a essere eco friendly:  insalata di riso o pasta l’abbiamo messa in contenitori di silicone lavabili, abbiamo usato posate di ferro, e la frutta lavata l’abbiamo portata in sacchetti di tela. Per  i panini invece ci troviamo benissimo con le wrap in cera d’api (sui contenitori eco friendly leggi il nostro post) . Come piatti e bicchieri abbiamo usato quelli in bamboo riutilizzabili (quelli che per tutto l’anno i bimbi portano a scuola). Niente sacchetti di plastica (sono inquinanti e pericolosissimi per gli animali), né piatti, forchette e bicchieri monouso, ma abbiamo usato quelli in metallo.

Ovviamente, ormai lo sapete, per l’acqua usiamo le borracce (abbiamo scelto le “Pura” e ci troviamo molto bene), niente bottiglie mono uso, né bottiglie di vetro.

Devo dire che per la prima volta non abbiamo usato neanche i tovaglioli di carta, ma quelli in stoffa. Attenzione, infine, ai tappi di plastica e alle cannucce: possono richiedere dai 20 ai 100 anni per decomporsi.

Riassumendo

  • No sacchetti di plastica (tempo di smaltimento 450 anni), ma sacchetti di tela
  • No piatti e bicchieri in plastica( temp odi smaltimento dai 100 ai mille anni), ma in bamboo riutilizzabile
  • No a bottiglie monouso (tempo di smaltimento 5000 anni) e a lattine (tempo di smaltimento 50 anni) e neanche a bottiglie di vetro(tempo di smaltimento 100 anni) , sì alle borracce
  • No ai fazzoletti di carta (tempo di smaltimento tre mesi

 

Vacanze al mare, non inquinare: doccia e creme solari

Spesso ai bambini faccio la doccia direttamente in spiaggia, ma senza usare bagnoschiuma o shampoo per evitare che finiscano direttamente in mare. Anche per le creme solari, uso quelle con componenti naturali e le metto preferibilmente a casa (si assorbono meglio e inquinano meno)

Riassumendo

  • No a bagnosciuma e shampoo in spiaggia
  • Si a creme solari con prodotti naturali

 

Vacanze al mare, non inquinare: giochi

Quest’anno Enrico e Giulia come regalo di compleanno hanno ricevuto una tartaruga e un unicorno gonfiabili. Li hanno usati una settimana e poi si sono rotti. Li abbiamo aggiustati e si sono rotti di nuovo.L’anno prosssimo abbiamo già deciso che non ne comrperemo più, proporremo agli amichetti di comprare tutti insieme un unico materassino “telato” e di buona qualità.

Riassumendo

Non abbandonate i gonfiabili in acqua o in spiaggia e se si bucano provate a aggiustarli con una toppa, prima di buttarli via e comprarne uno nuovo. I gonfiabili abbandonati in mare sono una grande fonte di inquinamento degli oceani.

Vacanze al mare, non inquinare: sigarette, gomme e giornali

Lo sapete che per smaltire un mozzicone di sigaretta la natura impiega dai 5 ai 12 anni? Invece di abbandonare le “cicche di sigaretta” sulla spiaggia basterebbe portare anche sotto l’ombrellone un piccolo posacenere da borsa. I mozziconi di sigaretta oltre a essere altamente inquinanti possono anche essere ingoiati dagli animali marini, perchè vengono scambiati per insetti o piccole prede.

Ma attenzione anche alle gomme da masticare. La natura per assorbire una singola gomma da masticare ci impiega dai cinque ai 30 anni.

E non lasciate neanche i giornali sulla spiaggia, perché è vero che è carta, ma c’è anche l’inchiostro e quindi il tempo di smaltimento è di un mese (se si tratta di una rivista a colori anche sei mesi).

Riassumendo

  • Non gettate sulla spiaggia cicche di sigarette
  • Non abbandonate gomme da masticare
  • Non dimenticate quotidiani sulla sabbia

 

Vacanze al mare, non inquinare:  il bucato

In vacanza possono ridurre i rifiuti e limitare l’inquinamento, anche facendo il bucato. Portate al mare una saponetta di Marsiglia, (utile per lavare panni e piatti), ma anche sacchettini di bicarbonato, acido citrico e detersivi naturali.

vacanze mare non inquinare

Vacanze al mare, non inquinare: azioni di gruppo

Per la festa di compleanno di Enrico e Giulia abbiamo organizzato una caccia al tesoro in spiaggia. Tra le prove da superare c’era riempire un bicchiere di mozziconi di sigaretta e una busta di rifiuti di plastica abbandonati.

Le azioni di gruppo, anche sotto forma di gioco, coinvolgono i bambini e sensibilizzano le persone. Chi fuma una sigaretta e vede i bambini raccogliere i mozziconi si vergognerà di nascondere il suo sotto la sabbia e magari userà un posacenere da borsa.

Il gioco ( in cui possono partecipare anche gli adulti) può essere uno strumento per sensibilizzare e moltiplicare le azioni del singolo.

 

Le foto di questo post sono di Amp Regno di Nettuno, che questa estate a Ischia sta facendo numerose iniziative per coinvolgere bambini, famiglie e turisti per tutelare l’isola dall’invasione della plastica e diminuire l’inquinamento

 

 

creme solari bambini

Nuove abitudini in casa, con l’acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia, nuove abitudini per l’igiene personale con i saponi solidi, nuove abitudini in viaggio per usare meno plastica e produrre meno rifiuti, e al mare cosa si può fare per ridurre l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente? Noi abbiamo iniziato dalle creme solari. Scegliendo una crema solare per bambini sicura e che non fa male all’ambiente.

Crema solare per bambini sicura, i buoni consigli di Sara

Ho sempre comprato la crema solare in farmacia, senza leggere componenti o istruzioni. L’unica mia esigenza era che fosse protezione 50+. Anche per me non uso mai protezione più bassa, perchè ho la pelle chiara e moltisismi nei.

Quest’anno invece mi sono affidata ai consigli di Sara, che con AtomicBaby sceglie prodotti per bimbi e mamme a basso impatto ambientale e lei mi ha consigliato la crema Linea Mamma Baby, marchio italiano, ideato dalla Olcelli Farmaceutici, con protezione 50 +. Sia io che i bimbi soffriamo di eritema solare e la crema Linea mamma baby protegge sia dai raggi Uva che Uvb, per proteggerci perciò sia da scottature che da eritemi.

Crema solare per bambini sicura, senza parabeni, coloranti o peg

Perché queste creme non fanno male all’ambiente? Queste creme oltre a essere sicure hanno un basso impatto sull’ambiente, perché non contengono parabeni, coloranti o peg. Il solare è spry, veloce e pratico da spalmare sui bambini, che in spiaggia hanno sempre fretta, però , attenzione, l’erogatore spray grazie a una particolare valvola non emette gas. Altra nota: all’interno della bottiglia il prodotto non entra mai in contatto con altre sostanze e per questo motivo non ha data di scadenza. Questo solare è dermatologicamente testato su pelle sensibili.

Si asciuga in fretta e lascia la pelle setosa.

 

Doposole: due in uno

Nella stessa linea c’ è il Doposole Baby con olio di neem sgradevole agli insetti. Quindi una volta a casa dopo la doccia si mette un solo prodotto per reidratare la pelle e tenere lontane le zanzare.

 

Crema solare per bambini e kit da viaggio

E Sara, che ci conosce bene, ci ha consigliato il kit da viaggio, con una crema solare e un dopo sole, in una pochette in cotone canvas impermeabile utile anche da portare in spiaggia, ideale per fare un regalo. Il Travel Kit Sole Baby contiene un solare e un dopo sole, secondo la normativa vigente per il trasporto dei liquidi consentiti nel bagaglio a mano.

 

 

Se acquistate un prodotto della linea Linea Mamma Baby, ci sono anche bagnoschiuma e detergenti, su AtomicBaby inserite il codice “Viaggiapiccoli10” e avrete uno sconto su una spesa di minimo 35 euro.

valigia bambini

Nella vita quotidiana abbiamo eliminato le bottiglie di plastica, i detersivi chimici e stiamo cercando di rendere più compatibili con l’ambiente anche le nostre abitudini per l’igiene personale, ma in viaggio, come fare a mantenere queste buone abitudini? Bisogna ottimizzare la valigia e bisogna essere pratici, non è facile e, ahimè, la plastica è così presente nella nostra vita che per eliminarla bisogna fermarsi, pensare e scegliere. Ecco come utilizzare meno plastica e inquinare meno in viaggio in cinque mosse.

1- Meno plastica con le borse di tela per dividere i vestiti in valigia

Spesso usiamo lo zaino e non la valigia, quindi è fondamentale dividere i vestiti in buste, in modo da prenderle e ributtarle dentro abbastanza comodamente. Ho sempre usato buste di plastica trasparenti per vestiti, trucchi e medicinali (vedi le buste Ikea), comodissime perché vedi sempre quello che c’è dentro. Nell’ultimo viaggio però abbiamo sostituito le buste di plastica trasparente con i sacchetti di tela.

Per ora ho usato quelli che avevo in casa, ma l’idea è di dividerli per colore: Enrico arancione, Giulia giallo, io viola e Francesco verde, per fare un esempio… in modo da sapere sempre di chi è il sacchetto che si pesca nello zaino.

2 – Contenitori in silicone e wrap in cera per il pranzo

Il momento del pranzo è forse quello in cui si usa inevitabilmente più plastica, a casa, ma ancora di più in viaggio. Quando siamo in giro generalmente mangiamo al ristorante solo la sera (se non abbiamo un appartamento), per pranzo o prendiamo un panino al volo o per far mangiare ai bambini frutta a verdura (di cui, per fortuna, vanno ghiotti), facciamo la spesa al supermercato. Abbiamo trovato dei comodissimi contenitori in silicone (ci sono rettangolari, quadrati, coppe con coperchio per l’insalata), che occupano pochissimo spazio, perché di piegano su se stessi e in cui mettiamo frutta e verdura lavata da portarci in giro. Spesso li uso anche per portarmi il pranzo al lavoro.

Esistono anche sacchetti in silicone riutilizzabili con chiusura ermetica, che si possono usare anche in micronde. Quando li ho comprati c’era scritto che ci puoi mettere anche le zuppe, magari la zuppa no, ma la frutta lavata sì e sono ottimi.

 

pellicola biodegradabile
La wrap maxi di Beco Wrap

Altra novità nella nostra vita a casa e in viaggio sono le wrap o pellicole in cera d’api in alternativa alle pellicole di plastica per alimenti. Attenzione devono essere buone altrimenti non aderiscono bene ai contenitori e non avvolgono e le abbandonerete subito. Noi ne abbiamo provate diverse e alla fine abbiamo scelto le BecoWrap. Sono super utili, ci puoi avvolgere di tutto, dal panino alla mezza mela, conservano la freschezza degli alimenti e ovviamente non inquinano come la pellicola trasparente o la carta argentata. Ci sono di tutte le misure e noi le usiamo a “cuppitiello”, come si dice a Napoli, per portare frutta secca e frutta fresca per uno snack veloce, anche sulla spiaggia.

3- Meno palstica con i giochi da viaggio Eco Friendly

giochi in aereo
Mappe da colorare in cotone 100%

I bambini ad ogni viaggio, lungo o breve che sia, si preparano i loro zainetti, con i giochi da viaggio. Noi abbiamo eliminato buste e bustine e giochi in plastica e abbiamo scoperto una famiglia bellissima che ha aperto un negozio on line dove poter acquistare giochi ( ma non solo) belli, unici e green: in legno, stoffa e materiali bio. Ecco il nostro racconto di un viaggio con i giochi scelti da Atomicbaby.

4 – Meno plastica con cannucce di silicone, tappi speciali e bevande in vetro

I bambini da quando hanno due anni bevono il latte nella tazza, ma con la cannuccia. Finite le ultime cannucce di plastica che avevamo comprato, le abbiamo sostituite con due cannucce in silicone, pieghevoli, che si conservano in un ovetto. Comodissime da portare anche in viaggio per eliminare bicchieri mono uso e lattine. Scegliamo succhi di frutta in vetro (e non più quelli nei contenitori di platica) e usiamo le nostre cannucce, che poi la sera laviamo in albergo.

E’ un fastidio in più? Sì certo, un pochino. Ma diciamo che con i bambini in viaggio lo zaino è sempre pieno e due cannucce in più non cambiano molto.

E per i bambini più piccoli, grazie ad AtomicBaby, abbiamo scoperto il  tappo 2 in 1 con cui si puà trasformare biberon, borracce e bottiglie per adattarle alle fasi di crescita dei bambini. Questo tappo 2 in 1 è composto da due parti: una cannuccia in silicone medico (di altissima qualità) applicata ad un beccuccio sport coloratissimo con una chiusura a scatto, 100% privo di plastica e a prova di perdite!

 

5 – Scegliere dove dormire e come muoversi

Dicevo all’inizio di questo post che bisogna scegliere. Ebbene, in viaggio si deve scegliere anche dove dormire e come muoversi e lo si può fare prestando attenzione anche all’ambiente. Per esempio noi dormiamo spessisismo in campeggio o in piccole strutture, a conduzione familiare e spesso con un’anima bio,  e ci sono anche alberghi alimentati da fonti rinnovabili (credo che nella scelta bisognerebbe premiarli). Il posto più bello dove abbiamo dormito nei nostri viaggi, forse, è stato Elundini in Sud Africa, dove non c’era energia elettrica nè acqua calda se non quella riscaldata con i pannelli solari. Certo a Elundini è stata un soggiorno di soli tre giorni, ma invece di scegliere un resort, abbiamo dato il nostro contributo a questa piccola realtà.

E anche negli spostamenti in viaggio si puà fare tanto, scegliendo la bici o magari anche semplicemente metro e mezzi pubblici, inquinano meno, ma soprattutto ti permettono di vivere una città come un vero residente e non come un turista. 

 

non inquinare bambina shamphoo solido

Quanto inquiniamo lavandoci? Ve lo siete mai domandato? Io fino a qualche tempo fa no. Ma da inizio anno come sapete, stiamo cercando di impegnarci, come famiglia e migliorare la nostra qualità di vita rispettando l’ambiente, anche grazie al progetto Instagram con altre famiglie #familyecofriendly. Oggi voglio parlare di igiene personale e di 5 abitudini che abbiamo cambiato in bagno per non inquinare. Anche l’igiene personale può essere una scelta green.

Igiene personale, 5 abitudini per non inquinare: lo shampoo solido

shamphoo solidoSe vedete la mensola nella mia doccia e pensate ai miei buoni propositi di eliminare la plastica, c’è da mettersi le mani nei capelli. In bella mostra c’è un esercito di flaconi e flaconcini di plastica: shampoo, balsamo, maschera per i capelli, bagnoschiuma delicato per i bambini e normale per noi, sapone intimo, sapone per le mani.

Ora ho deciso di finire i flaconi e di passare ai saponi tradizionali per tutto il corpo. La sfida più difficile è stata sostituire lo shampoo. Non avevo mai pensato allo shampoo solido, ma come sempre è arrivata in mio soccorso la rete e ho acquistato il mio primo shampoo solido.

Abbiamo acquistato dal sito Ethical Grace.

Non ho termini di paragone. È il mio primo shampoo solido.

Però l’ho scelto perché ha ingredienti solo di derivazione naturale, ricavati da fonti rinnovabili e non include ingredienti inutili e dannosi come i profumi sintetici o i coloranti. In altre parole non contiene i derivati del petrolio, i siliconi, l’alcool, i PEG o PPG . Non sarò un esperta, ma mi è sembrato un ottimo punto di partenza.

E poi devo dire che ho gradito molto quando ho aperto il pacchetto, ordinato, on line, e ho trovato il mio nome scritto a mano. Un piccolo gesto per ricordare che le persone contano.

shampoo solido istruzioni
Lo shampoo è avvolto da un cartonicno-origami con le istruzioni

E poi Ethical Grace è un brand italiano, con sede a Chieri in provincia di Torino,

Difetti? Più che difetti, bisogna abituarsi. Ovvio, è facile aprire la boccetta e versare lo shampoo… con il sapone solido, bisogna organizzarsi con un piattino nella doccia o appendendolo da qualche parte e rassegnarsi, perché un pochino sgocciola.

Igiene personale, 5 abitudini per non inquinare: niente microplatiche

Avete presente i micro granuli che rendono la pelle liscia e i denti bianchissimi? Ebbene, sono pericolosissimi per l’ambiente, ogni volta che ci laviamo i denti o ci facciamo lo scrub riversiamo nel mare pericolosissime. Sono particelle di plastica più piccole di 5 mm. Alcuni studi stimano che nei mari europei entrino tra le 80.000 e 219.000 tonnellate di microplastiche all’anno. Ovviamente a rischio sono sempre gli animali che ingeriscono le microplastiche, che poi entrano nella catena alimentare.

sapone nero
Sapone nero, ottimo per lo scrub

Su questo punto per me la soluzione è stata facilissima, perché quando sono stata in Marocco in un hammam ho provato il sapone nero. E altro che microgranuli, l’effetto sulla pelle è super lisciante: è un sapone pastoso ottenuto a partire dall’olio d’oliva, quando si usa forma una schiuma cremosa, ottima per l’eliminazione delle cellule morte e per aiutare la pelle a liberarsi dalle tossine.

Il sapone nero o sapone marocchino si trova in tutte le erboristerie, io finito quello originale l’ho ricomprato in farmacia.

Igiene personale, 5 abitudini per non inquinare: cotton fioc biodegradabili

cotton fioc bio

Per legge al primo gennaio 2019 nel nostro Paese è vietato produrre e vendere cotton fioc non biodegradabili e compostabili, cioè con il bastoncino in plastica. Anche se a dire il vero io li vedo ancora ovunque. In ogni caso, ho fatto un veloce giro in internet e ce ne sono tanti tipi, non ho preso quelli in bambù, perché mio figlio Enrico con voce molto seria, e come se fosse un esperto mi ha detto. “Mamma ora tutti vogliono le cose di bambù, ci sarà una strage” . Ne ho trovati con bastoncini in legno e cotone organico. 200 a meno di cinque euro. Ho aspettato tre settimane per averli, ma li ho comodamente ordinati on line e sono in una confezione di cartoncino riciclato. Pratica e compatta. Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente i bastoncini di plastica dei cotton fioc rappresentano “il 9% dei rifiuti ritrovati sulle spiagge italiane, una media di 60 per ogni spiaggia”, ma soprattutto i terribili bastoncini di plastica sono mortali per molti animali marini.

Igiene personale, 5 abitudini per non inquinare: la saponetta naturale

sapone

Abbiamo eliminato anche il sapone per le mani liquido e per la pulizia quotidiana delle mani e abbiamo comprato un sapone naturale. Anche in questo caso, bisogna abituarsi, essendo naturale si sfalda facilmente e lascia piccoli e fastidiosi granuli nel lavandino, che bisogna togliere subito altrimenti si attaccano.

Però Francesco e Giulia ch,  con il freddo, hanno le nocche che si arrossano e si spaccano, hanno trovato un gran giovamento dall’uso di un sapone naturale. Come porta saponetta ho comprato una ceramica di Deruta nella mia ultima a fuga in Umbria, così ogni volta che mi lavo le mani penso a un posto bello.

Igiene personale, 5 abitudini per non inquinare: non è facile

Come avrete notato piccoli cambiamenti nella routine dell’igiene personale possono cambiare molto l’impatto di ciascuno di noi sull’ambiente, però ci vuole una forte motivazione. Non so come spiegarvi. È un po’ come tornare indietro nel tempo. Ci sto riflettendo molto in questo periodo, il sapone che sgocciola, lo shampoo solido, il piattino con il sapone nero che fa le pozzette di acqua scura. No né bello, non è comodo. Ma le comodità, dove ci hanno portato? Allora io vivo in città e a volte devo fare dei compromessi tra al routine e l’ambiente, ma voglio gradualmente, giorno dopo giorno, rinunciare a qualche comodità e allo stesso tempo a un compromesso. Come per l’uso dell’acqua del rubinetto da bere o riorganizzare in chiave green un pic nic è solo questione di abitudine.

L’acqua è di tutti. L’acqua è nostra. Ma ho 43 anni e sono nata nella società dell’usa e getta, della plastica monouso, dello spreco, dei rubinetti sempre aperti. Eppure da quest’anno ho deciso, spinta anche dai miei bimbi (e soprattutto da Enrico, molto impegnato nella difesa dell’ambiente) a cambiare le mie – le nostre- abitudini. Uno dei miei primi obiettivi è stato quello di eliminare le bottiglie di plastica dall’uso quotidiano. All’inizio mi sembrava difficile, perché bevo tanta acqua e quella del rubinetto non ha un buon sapore. Ma poi, con qualche ricerca e buona volontà sono riuscita a trovare una soluzione su misura per la mia famiglia. Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica? Informandoci e facendo rete con altre famiglie.

Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica, le borracce

Il primo passo, quello più facile, è stato eliminare le bottiglie monouso. Ho comprato le borracce per i bambini, così tutti i giorni a scuola non portano le bottigliette monouso. Devo dire che, per ora, ho preso delle borracce di plastica senza pvc, ma vorrei passare a quelle di acciaio. Non ne ho trovate ancora di buone, tutte quelle che ho provato davano all’acqua un fastidioso sapore di acciaio. Ma, grazie alle borracce, le bottigliette monouso sono sparite da casa nostra. Anche quando facciamo i pic-nic, portiamo la bottiglia di vetro.

Io al lavoro uso  ancora l’acqua nelle bottigliette di plastica, ma sto cercando una borraccia anche per me, per l’uso quotidiano.

Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica, il depuratore

depuratore acqua
Il nostro depuratore

Il secondo passo è stato quello di scegliere un depuratore. Confesso che non ho mai pensato di usare le famose brocche con il filtro, perché il sapore dell’acqua è pessimo e …. poi non so, non sono una tecnica, ma mi sono sempre sembrate dei pallativi. Né ho mai pensato di installare in casa dei grandi depuratori, per intenderci, quelli che si montano sotto il lavandino. Perché? Per il costo eccessivo rispetto alla resa.

Mi sono informata, ho letto, ho cercato di documentarmi il più possibile e soprattutto di confrontarmi con altre mamme.  Alla fine, grazie ai consigli di Marta de I Tassistro, ho scoperto un filtro made in Spain: Tapp Water.

Innanzitutto si può  contare su un servizio clienti molto efficiente: io ho inviato le foto del mio rubinetto per capire se era compatibile e mi hanno risposto in 24 ore, Poi questo filtro si adatta a tutti i rubinetti ed è economico (l’abbonamento per quattro filtri, cioè per un anno, costa 90 euro il primo anno e 60 a partire dal secondo) e soprattutto – ed è questo che mi ha convinto- i filtri, che si cambiano ogni tre mesi, sono completamente biodegradabili.

Lo usiamo da un mese e ne siamo pienamente soddisfatti: il sapore dell’acqua è buono e siamo più sereni, perché tutti dicono che l’acqua di Napoli è buona, per un po’ mi spaventano le tubature (vecchie) e la possibile concentrazione di metalli pesanti. Il filtro mi fa sentire più serena soprattutto verso i bambini. Usiamo l’acqua depurata anche per sciacquare frutta e verdura.

Tra l’altro l’acqua nelle bottiglie di plastica che usavamo prima non so quanto fosse più sicura, considerando che la plastica lasciata al sole (come spesso accade nel trasporto) rilascia sostanze nocive.

Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica, serve o no un depuratore?

Su Instagram un amico che stimo e un tecnico, Luca, il papà di In viaggio con il Bisonte,  mi ha segnalato che è vero che le bottiglie di plastica vanno assolutamente eliminate, ma che  depuratori e brocche potrebbero non servire. Mi ha detto con chiarezza e con forza che l’acqua degli acquedotti italiani è : “BUONA”. E mi ha consigliato di leggere questo studio sulle campionature dell’acqua dai rubinetti.

Credo sia giusto riportare il suo parere, da padre e da geologo. La sua teoria è chiara, rigorosa e scientifica.

Luca mi ha aperto un mondo sui filtri a carbone attivo e sul filtraggio a osmosi inversa (con cui si sprecano due litri di acqua su ogni litro e si rischiano infezioni, dovute a una cattiva manutenzione) e mi ha spiegato che il cloro è “una sostanza volatile”, quindi per eliminare il sapore di cloro dall’acqua basta riempire una brocca in anticipo e aspettare che evapori”.  Ecco come “volatilizzare” tanti luoghi comuni sbagliati.

La sua teoria è più tecnica della mia (diciamo da mamma) : “Voglio bere l’acqua del rubinetto ma non mi fido

– La faccio analizzare

– Se trovo qualcosa che non va contatto un professionista certificato (non un venditore di un prodotto) che mi indichi qual è il modo migliore per risolvere il mio problema in base alle più aggiornate conoscenze

– Faccio un’analisi di quello che il mercato offre riguardo alla tipologia di prodotti che il professionista mi ha indicato, individuo quello che va bene per me e lo provo. Solo così posso essere davvero  tranquillo”.

E il mio amico super papà e geologo aggiunge: “È vero che l’acqua non è insapore come si pensa. E’ possibile che l’acqua del proprio acquedotto abbia un sapore che, soggettivamente, non piace. Questo per la differente quantità di sali minerali disciolti. L’uso di filtri può cambiare il sapore dell’acqua, ma questo cambiamento non deve essere associato al concetto di salubrità: l’acqua era buona prima del filtraggio ed è buona anche dopo, ha solo cambiato gusto”.

Detto questo e condividendo appieno la sua teoria,  perché ho comprato un filtro?  E perchè ne parlo sul blog? A volte servono solo dei piccoli incentivi: so benissimo che l’acqua degli acquedotti italiani è super controllata, ma per la mia paura per  le tubature vecchie nei condomini non l’ho mai bevuta. Il filtro ( e un filtro di una detta seria) mi dà un po’ più di serenità sull’accumulo di metalli pesanti nell’acqua. È inutile? Forse sì – credo davvero che il papà di In viaggio con il Bisonte abbia ragione – , ma così, ho trovato la motivazione giusta per raggiungere il mio obiettivo: ho iniziato a bere l’acqua del rubinetto, ho diminuito l’uso della plastica, e ho diminuito anche i nostri consumi.

Non sponsorizzo il filtro che ho acquistato, ho solo fatto delle ricerche, l’ho provato e mi trovo bene. E credo che il mio esempio comunque sia utile.  Magari nel nostro cammino per migliorare la qualità della vita rispettando l’ambiente faremo il passo successivo e faremo analizzare l’acqua del nostro rubinetto per capire se davvero  buona e il filtro migliora solo il gusto. Ma l’importante è iniziare. E noi abbiamo iniziato.

Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica, l’acqua è di tutti

Sì, perché come dicevo all’inizio l’acqua è di tutti, ma prima di tutto è nostra, perciò non bisogna sprecarla e non bisogna inquinare. In molti comuni, soprattutto i piccoli comuni, ci sono le fontane pubbliche e le Casette dell’acqua con l’acqua depurata che si può ritirare con delle tessere o gratuitamente. Nelle grandi città, questo meccanismo diventa più difficile. Ma perché demonizzare l’acqua del rubinetto? A volte basta solo qualche piccolo accorgimento.

Fino al mese scorso consumavamo la media di due bottiglie di plastica al giorno. Ora il nostro consumo di bottiglie di plastica è pari a zero. E credo che il nostro mare e i nostri fiumi ringrazino, perché ….l ’acqua è di tutti, ma è soprattutto nostra.

E ovviamente, occhio a chiudere sempre il rubinetto e a non sprecare l’acqua. Io ho un controllore molto severo a casa: Enrico, attentissimo agli sprechi. Un vero stimolo per tutti.

Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica, cosa c’entra con i viaggi?

Viaggiapiccoli è un sito di viaggi, cosa c’entrano le abitudini di vita e l’uso di plastica? Viaggiamo per scoprire il mondo, a caccia di bellezza e crediamo che la bellezza vada difesa e custodita ogni giorno. Proprio qualche week end fa siamo stati in Umbria sul lago di Corbara, un luogo splendido, ma pieno di immondizia (plastica e ferro arrugginito). Se vogliamo viaggiare e continuare a vedere luoghi meravigliosi, dobbiamo cambiare e migliorare le nostre abitudini quotidiane.

Chi ci segue su Instagram ( ci seguite? qui il link per Viaggiapiccoli) sa che due settimane da mi sono fatta male a un dito e sono rimasta a casa per dieci giorni. Ho utilizzato questo inaspettato periodo di stop forzato per riflettere sulle mie abitudini.  Ho iniziato dai detersivi  biolgogici e ho scelto quelli di Verdevero.

Troppa plastica, troppi rifiuti, troppi sprechi nella nostra quotidianità. Vado sempre di corsa e…. gestire lavoro, bambini e famiglia è impegnativo. Ma se voglio bene alla mia famiglia devo fare uno sforzo in più e migliorare la nostra qualità di vita.

Tutte le mamme che lavorano si sentono in colpa perché trascorrono poco tempo con i loro figli e da sempre mi sento ripetere: “Non conta il tempo che state insieme, ma la qualità di quello che fate” e allora questo vale anche per le scelte nella vita quotidiana, è importante la qualità delle nostre scelte.

 

I detersivi biologici come comprarli

Quando sono nati i bambini per quasi due anni ho comprato e usato i detersivi biologici, c’era un ragazzo che me li portava a casa, io gli restituivo i vuoti e lui mi dava i flaconi pieni. Era pratico e costava poco di più di comprare detersivi normali. Ma dopo due anni questo servizio è fallito. “Mi dispiace, ho troppi pochi clienti, sono costretto a chiudere”, mi ha detto il mio spacciatore di detersivi biologici. E così per pigrizia e perchè sempre in corsa sono tornata ai detersivi tradizionali.

Poi grazie ai social ho Scoperto Verdervero. Me li hanno consigliati diverse mie amiche, si comrpoano on line e arrivano a casa in 24/48 ore e la spedizione è gratuita con una spesa superiore ai 39 euro.

 

Detersivi biologici: la greenBox

Per iniziare ho scelto la GreenBox, una scatola delle sorprese in cui c’è un po’ di tutto, in modo tale da prendere confidenza con i prodotti

Panno multi: un panno in microfibra, che intrappola polvere e sporco così si usa meno detersivo. Consigliato per i vetri e sul Manuale dice che si può usare anche per struccarsi. (nelle istruzioni leggo che dura 172 anni, proverò)

Usamix: si usa un po’ per tutto per superfici e tessuti, per “sanificare” e pulire. Nel manuale delle istruzioni è paragonato a una bacchetta magica.

Panno e detergente multiuso

Amanì: detervisvo per i Piatti

Spugna Evosponge: spugna ultraresistente in Microfibra e micro-sfere pulenti. Io l’ho divisa in due e ne userò una metà per lavare i piatti e un’altra per i sanitari del bagno

Amanì e Spugna Evocponge

Beipanni: detersivo per lavatrice, efficiente sui capi e delicato sulla pelle e sooprattutto senza tensioattivi chimici. E’ inodore e incolore e ovviamente anallergico.

Floreali, per profumare il bucato naturalmente e senza allergeni. Si mette direttamente nel cestello (si sciolgono a 30 gradi) o si prepara un liquido con acqua acqua demineralizzata e la polvere in un barattolo che si trova nella green-box.  I floreali contengon oanche “cellulosa” che agisce come ammorbidente. E cosa bellissima (che sto provando) i floreali si possono anche mettere in un sacchetto in asciugatrice o nel sacco dei panni da stirare. I profumi sono camomilla, lilla e mimosa.

Lemontrì: anticalcare, decalcificante e ammorbidente. Si versano alcune gocce di prodotto direttamente sulla superficie da pulire, si lascia agire per qualche istante e poi si strofina con un panno umido. Per il bucato si usa nella vaschetta centrale, quella per l’ammorbidente.

Biobianco: sbiancante, igienizzante e smacchiante e si attiva a 30 gradi (da mettere all’interno del cestello).

 

Manuali

 

E soprattutto nella GreenBox trovi i manuali per cambiare le tue abitudini

  • 35 trucchetti per pulire la casa: veloce, facile, ecologico
  • Beipanni Manuale per un bucato perfetto
  • Il manuale di Benvenuto

 

E siccome mi piace studiare ho preso anche la Guida di Fabrizio Zanetti, il magico mondo delle pulizie Naturali.

Perché ho scelto di usare  detersivi biologici e naturali

  • Per usare meno sostanze chimiche
  • Perché sono più sicuri per la pelle delicata dei bambini
  • Perché li posso ordinare on line

 

Detersivi biologici: con Verdevero meno plastica

E non solo usiamo detersivi senza prodotti chimici, ma usiamo anche meno plastica. Perché Verdevero offre un servizio per il reso dei vuoti: ecco il link https://www.verdevero.it/reso-prodotti-verdevero/

 

Detersivi biologici : chi è Verdevero

Verdevero è il progetto di un papà: Fabrizio Zanetti, veneto.  Da tre generazioni la sua famiglia vende detersivi. 

Il primo fu suo nonno Angelo,  che vendeva pezze e scope con il suo camioncino Piaggio.

Quando nel 2009 è nato il piccolo Angelo, Frabrizio ha notato delle macchioline rosse in corrispondenza dei gomiti, delle ginocchia e delle ascelle del bimbo e  ha scoperto che il piccolo non tollerava le sostanza chimiche usate nei detersivi per lavare i suoi vestitini. Così Fabrizio ha trovato la sua strada nell’azienda di famgilia e ha  creato una sua linea: “Veramente gree- come ci raccont –  E soprattutto efficace nel pulire come i prodotti più seri. Così è nato il nome: “Verde-vero: i detersivi che puliscono davvero”.

 

Detersivi biologici, la nostra prova è superata

Quando è arrivata la GreenBox i bambini l’hanno aperta come fosse un pacco di Natale, abbiamo annusato i prodotti uno a uno a uno (sono profumatissimi) e li stiamo cominciando a usare, perché ci vuole solo un po’ di pazienza nel cambio delle abitudini. Prima buttavo in lavatrice un’unica capsula e via, ora miscelo detersivo, sbiancante e anticalcare. Ma va bene così, è tempo dedicato alla mia famiglia e ne sono felicissima.

Giulia mi ha dato anche i vestiti delle sue bambole da lavare: “Mamma così profumano di Lillà e le bambole non fanno più starnuti”.

Bhè magari per lei è solo un gioco, ma quando mi ha portato Minnie e mi ha chiesto di metterla in lavatrice con i nuovi detersivi “buoni” , mi sono sentita felice:  ho poco tempo per stare con loro e corro sempre, però l’esempio e le scelte credo che valgano più di molte ore.

 

Sconto Viaggiapiccoli

Se volete acquistare i prodotti Verdevero inserite il codice VIAGGIAPICCOLI5. Avrete uno sconto di 5 euro sul vostro acquisto.

Se c’è una cosa che adoriamo è fare i pic-nic con i bambini. D’inverno li facciamo con la coperta sul pavimento del salotto, in primavera sui prati e d’estate sulla spiaggia. E tutti sono pic-nic eco-frienly: senza plastica e zero (o quasi) waste.

Francesco ogni tanto si lamenta, perché dice che è scomodo o faticoso e che vorrebbe la birra ghiacciata, ma per fortuna in questo  ho Giulia ed Enrico dalla mia parte e quindi facciamo tantissimi pic-nic, a volte veloci, con un panino preparato al supermercato, a volte lenti e ben studiati .

Pic nic vintage
Pic Nic a Capodimonte

Quali sono le regole per un pic-nic perfetto?

Ognuno avrà le sue abitudini. Noi proviamo a raccontarvi le nostre: no-plastica, tanta verdura, una tovaglia con cerata, un cestino vintage, fiori e un libro.

1. Pic-nic con i bambini senza plastica e a rifiuti zero

La nostra prima regola è non produrre rifiuti. Come fare? Basta non usare piatti, bicchieri e posate di plastica. Siamo in quattro e abbiamo piatti, bicchieri e posate normali. Se si è in più famiglie ognuno porta piatto e bicchiere, non è difficile.

Ma come portarle a casa una volta sporche?

Durante la settimana metto da parte le buste di carta del pane e le infilo nel cestino da pic-nic. Quando devo riporre i piatti, posate e bicchieri sporchi li pulisco con un tovagliolo di stoffa e poi li avvolgo uno a uno nelle bustine di carta ( che poi riciclo).

Il pane lo metto nelle buste di carta. Torte salate e a volte il cous-cous o il tabulè in contenitori di vetro. 

I tovaglioli li uso di stoffa, a volte anche tutti diversi, sono molto disordinata con i tovaglioli, ma fanno colore e così ognuno riconosce il proprio.

Anche acqua e succhi in bottigliette di vetro. Sì, pesano un po’ ma li metto tutti in uno zaino frigo, così rimangono freschi. E al posto della birra, in genere preferisco portare una bottiglia di vino rosso, ottimo anche a temperatura ambiente. Proprio per portare le bevande io consiglio questo zaino.

Pic-nic con i bambini: il Menù

Ovviamente il menù varia a seconda delle stagioni e dell’occasione. La prima regola è scegliere prodotti a chilometri zero e quando possiamo li acquistiamo dal fruttivendolo e non dal sueprmercato, per eliminare le buste di plastica. 

Francesco adora fare le frittate di maccheroni ( la ricetta è segreta, ma diciamo che ci sono spaghetti, uova, provola, parmigiano e salame) e le sue sono buonissime, io in genere preparo una quiché ( la mia preferita è ricotta, zucchine e menta) , come piatto base e poi noi adoriamo avere tantissimi stuzzichini: pomodori, fiocchi, carotine (per noi adutli con pinzimonio, humus o tzatziki), tarallini, fragole e/o ciliegie ( anche se immancabilmente macchiano la tovaglia), salame e formaggi …mandorle e nocciole, perché il bello del pic-nic è che si spilucca e si chiacchiera. Per fortuna sono fortunata ed Enrico e Giulia sono ghiotti di verdure.

Tovaglia da un lato in lino e dall’altro impermeabile

 Pic-nic con i bambini: la tovaglia

La tovaglia per un pic-nic è fondamentale, per due motivi. Uno perché una tavola ben apparecchiata è una coccola per gli occhi e per l’umore, due perché una buona tovaglia deve essere morbida e isolante allo stesso tempo.

Io ho sempre usato quelle di Decatlon, con un lato cerato e l’altro simil coperta, ma è vero che sono economiche, ma sono anche molto ingombranti.

Nell’ultimo pic-nic abbiamo usato una tovaglia in lino con un lato cerato ed è perfetta. Elegante e pratica allo stesso tempo. Rimane semrpe asciutta anche se l’erba è umida e visto che i bambini l’hanno subito macchiata di fragole, la sera tornati a casa l’ho lavata in lavatrice a 30 gradi ed è tornata come nuova. E poi è leggerissima.

Cestino Les jardins de la Comtesse
Cestino Les jardins de la Comtesse

Pic-nic con i bambini: il cestino

Zaino o cestino? La mia soluzione come avete visto è entrambi. Lo zaino per le bevande (in vetro) e il cestino per piatti, posate e cibo. Però ragazzi il cestino ci vuole, il pic-nic ha un galateo, ha dei riti e bisogna rispettarli. Su questo sono motlo esigente. E io adoro i cestini francesi.

pic-nicNelle foto vedete il nostro cestino Les Jardins de la Comtesse. Contiene 4 piatti, 4 bicchieri di vetro, posate e cavatappi per il vino. Il cestino è foderato come borsa frigo ed è in vimini, leggerissimo.

Spesso facciamo pic-nic al volo, magari in auto se siamo in viaggio, ma quando possiamo ci piace proprio fare i pic-nic vecchio stile… con il cesto di vimini…i cappelli di paglia e i piedi nudi sull’erba. E’ un nostro rito di famiglia. E’ bella la preparazione ed è bello il moemnto in cui si apre la cesta e si sistema tutto sulla tovaglia per poi sedersi per terra vicini vicini a mangiare all’aria aperta.

Pic-nic con i bambini: fiori e un libro

Chi ci conosce sa che siamo viaggiatori poco attenti alle comodità, ma quando parliamo di pic-nic, scatta la componente romantica. Amo i pic-nic da quando sono bambina e li vivo come un vero e proprio rito. Ogni pic-nic per essere perfetto ha bisogno di regole.

Ognuno poi ha le sue, per carità. Tra le mie regole per il pic nic perfetto ci sono anche un mazzetto di firoi di campo raccolti al momento e devo dire che questo è anche utile a intrattenere i bambini mentre io apparecchio e sistemo tutto. Mi porto, poi,  da casa un piccolo vasetto di vetro della marmellata con il tappo, pieno d’acqua, e appena i piccoli tornano con i loro bottino di margherite, et voilà abbiamo anche i fiori a tavola.

pic nicE poi un libro, spesso non riesco a leggerlo, qualche volta invece sì… in genere porto libricini da leggere con i bambini e per me libri di poesie, per leggere solo qualche verso, chiudere gli occhi e provare a sonnecchiare sospesa tra realtà e poesia.

All’ultimo pic-nic per me ho portato tre libricini leggerissimi

  • È flebile la mia voce e altre poesie di Anna Achmatova
  • Credo in te mia anima e altre poesie di Walt Whitman
  • A un giorno e altre poesie di Simone Weil

Tutti e tre della collana Acquamarina ed .Via del vento

Libri in ingelse per bambini Usborne

Per i bambini invece

  • Bird to spot
  • Flowers to spot
  • Tree to spot

Tre libricini Usborne Minis , illustrati da Stephanie Fizer Coleman e disegnati da Jenny Brown e con i testi di Sam Smith e Kirsteen Robson sulla natura, con stickers da attaccare e staccare.

Sono piccoli libricini in inglese per imparare i nomi delle piante e sfidarsi a un gioco di memoria, ottimi per rimanere in tema natura e per intrattenere i piccoli mentre io e Francesco proviamo a dormicchiare. Per info sui libri Usbone c’è la mitica Chiara.