Enrico, con il suo amico del cuore Jamal, ha deciso di organizzare una manifestazione contro la plastica. Un bambino a sette anni può avere una coscienza civile? Un bambino è figlio della sua famiglia, della scuola e della sua città. Noi da un anno stiamo provando a diventare una famiglia Plastic free. Non lo siamo, ma è una sfida e a piccoli passi stiamo compiendo tre azioni:
- eliminare la plastica,
- ridurre i rifiuti,
- contenere gli sprechi energetici.
Il passo successivo sarà provare a trovare fonti energetiche alternative (abitiamo in un palazzo nel centro storico tutelato dalla Soprintendenza e al momento non è facilissimo). Per ora procediamo per step
Enrico, 7 anni organizza una manifestazione contro la plastica
Enrico ha sette anni e freqnquta la terza elementare, ha preparato i cartelli, ha composto una canzone con due accordi, ha chiesto agli amici di classe, ai maestri, ai negozianti sotto casa di firmare una petizione e dopo aver raccolto 107 firme è andato a manifestare in piazza Municipio a Napoli: “Voglio incontrare il sindaco”.
Lo ha deciso perché va a una scuola dove tra le materie principali c’è educazione ambientale e parlano spesso di quali azioni possano compiere i bambini per aiutare il pianeta, azioni piccole, come spegnere la luce se escono da una stanza o chiudere l’acqua quando si lavano i denti. E lui l’ha presa molto seriamente, a casa è un vero gendarme anti plastica e anti sprechi. E credo lo abbia fatto anche anche perché voleva reagire alla sensazione di paura e sconforto dopo aver visto la mostra “Il cambiamento climatico”, che lo ha molto impressionato.
In piazza c’erano dieci bambini, ma è stata una manifestazione bellissima, perché l’appuntamento era ai lupi di Ruan Liu Ruowang (simbolo della ribellione della natura) dove c’erano tanti bimbi vestiti in maschera per il carnevale. Enrico, Jamal e Giulia hanno spiegato ai loro coetanei cosa stavano facendo e il sindaco di Napoli, che ha osservato la sena dalle finestre, e quando lo abbiamo chiamato è venuto davvero ad ascoltare i piccoli attivisti. E per loro è stata una grande vittoria: “Si sono sentiti cittadini!”.
Tutto comincia da Ggreta Thumberg?
Parlavo questa sera , dopo la manifestazione, con Francesco dopo che alcuni giornali hanno paragonato Enrico per la sua iniziativa in piazza a Napoli a Greta. Anche perché per chiamare a raccolta gli amici e aiutare Enrico ho pubblicato un post su Facebook, che è stato ripreso dall’Ansa (“In piazza a Napoli bimbi anti plastica“) e dal giornale cittadino (“A 7 anni in piazz aper chiedere meno plastica“).
Enrico non è Greta e non la vuole imitare. Ma Enrico è da sempre attento al tema ambientale. Perché? Perché viaggiando lo abbiamo portato in Africa dove ha visto montagne di pneumatici abbandonati o in Canada dove ha visto che. Le auto sono elettriche e ovunque ci sono distributori di acqua per riempire le borracce, perché ama leggere, perché a scuola ha una maestra Iole, che gli fa raccogliere i semi, piantare gli ortaggi, osservare il clima che cambia, perché legge libri che gli pongono delle domande.
La verità è che lui con i suoi amici del cuore, Jamal e Simone, voleva scappare in Madagascar, per raccontare la natura libera e forte. Noi genitori abbiamo rimandato questo progetto al 2030 ed Enrico allora mi ha detto: “Mamma, posso fare una manifestazione, Greta lo ha fatto, se lo ha fatto lei, posso farlo anche io”. E in questo caso lo abbiamo supportato, perchè lui ha sette anni, ma l’impegno civile non ha età.
Però è anche vero che se l’esempio di Greta è stato un faro per i nostri figli, non tutti siamo Greta.
Non tutti siamo Greta
La manifestazione di Enrico per lui e per tutti noi è stata un successo.
E soprattutto è una promessa a impegnarci ancora di più.
Ai bambini in paizza abbiamo cheisto di firmare un foglio in cui si impegnavano a rinunciare a un oggetto in plastica e loro hann orinunciato a palloncini, cannucce, bottiglie. Anche al sindaco abbiamo chiesto: “Ti impegni con noi?”.
E noi a cosa siamo pronti a rinunciare?
Greta è un’adolescente con idee chiare e nata in un paese, la Svezia, molto sensibile al tema ambientale, già pronto forse ai grandi cambiamenti. Lei per andare in America prende la barca a vela. Noi, per ora, non credo saremmo pronti a farlo. Siamo sinceri e consapevoli. Se quest’estate organizzeremo un viaggio, molto probabilmente prenderemo l’aereo. Però è proprio da questo limite di non essere perfetti che nasce l’idea di una famiglia palstic free. Enrico non è Greta. Non tutti siamo Greta Thumberg, ma tutti possiamo provare a fare qualcosa. Noi se prima prendevamo dieci aerei all’anno, ora proveremo a prenderne cinque e l’anno prossimo tre, a immaginaresempre più itinerari in treno e bici. Se non si inizia, non si cambia. Greta è una, invece famgilie come la nsotra che stanno facendo tanti piccoli cambiamenti sono tantissime.
Spornati da Enrico, ma anche da Giulia, che per sempio ci ha fatto sostituire i tovaglioli di carta con quelli di stoffa, per produrre meno rifiuti, con Francesco, ci siamo chiesti: “Saremmo disposti a rinunciare a qualche viaggio o a qualche comodità per dare il nostro contributo?
La risposta è stata senza esitazioni: “Sì”.
E abbiamo deciso di condividere questo percorso, anche perché condividendo, soprattutto sui social, riceviamo tantissimi consigli.
Qual è il limite? Rinuncio a cosa? Continuare a usare aerei o qualcosa in plastica vuol dire solo mettersi a posto la coscienza?
Una famiglia Plastic free
Come ho detto all’inizio sono tre i fronti aperti se vogliamo davvero impegnarci a difendere il nostro pianeta (plastica-rifiuti- energia/Anitride carbonica). I bambini sono molto sensibili al tema della plastica, più concreto e di immediata comprensione, tanto che Enrico nella sua manifestazione ha voluto scrivere un messaggio semplice: “Niente plastica”, null’altro.
Enrico dice che l’idea è nata perché alla mensa scolastica usano tantissima plastic. Io dico anche che l’idea è nata perché tutti insieme da un anno abbiamo iniziato un percorso e un bambino, anche se ha sette anni, osserva gli esempi.
Una mia amica su Instagram stanotte mi scriveva: “Ho molta fiducia nei bambini odi questa generazione, loro avranno una coscienza ambientale che noi non abbiamo mai avuto” . E credo sia vero, credo che a questi bambini bisogna dare fiducia, non come simboli, ma come motore di una famiglia e di una comunità.
Come si diventa una famiglia plastic free
Ci avete mai pensato? Esistono comuni plastic free, alberghi plastic free, uffici plastic free e case plastic free esistono? In casa nessuno controlla e possiamo fare quello che vogliamo. Ma possiamo anche scegliere.
Noi crediamo che eliminare la plastica al cento per cento sia un percorso e non immediato.
Noi anche su stimolo di una famiglia, conosciuta su Instagram, i Tassistro, abbiamo iniziato un anno fa, a marzo il nostro percorso.
In un anno:
– Abbiamo eliminato le bottiglie di plastica al cento per cento: in casa usiamo acqua del rubinetto
– Abbiamo eliminato shampoo e bagnoschiuma in bottiglie sostituendoli con quelli solidi
– Abbiamo liminato sapone per le mani in bottiglia tornando alla saponetta
– Abbiamo eliminato Domopak e carta trasparente e sostituendole con Wrap di cera
– Abbiamo Eliminato detersivi e ammorbidenti chimici
– Abbiamo sostituito tutte le lampadine a incandescenza con lampadine al led
– In viaggio e al mare usiamo le borracce
– Abbiamo eliminato le buste di plastica, anche quelle per conservare il cibo
– Andiamo a fare la spesa con la borsa di tela e possibilmente in negozi senza imballaggi
– Ricicliamo plastica, vetro, carta, umido ,olio
– Aggiustiamo e cerchiamo di non comprare troppo
– Usiamo vestiti dei cuginetti più grandi e regaliamo i nostri ai più piccoli
E non siamo Greta, ma crediamo che ogni piccola testimonianza possa essere un nuovo stimolo per gli altri, perché più siamo e più il cambiamento sarà netto e anche i prezzi di certi prodotti “alternativi” si abbasseranno e diventeranno alla portata di tutti.
Perchè basta crederci, come se avessimo tutti sette anni.