A casa il caffè vuono come al lavoro. Cambiano le abitudini, siamo tutti in smartworking, ma ci sono piccoli riti a cui non si può rinunciare.
A casa il caffè vuono come al lavoro. Cambiano le abitudini, siamo tutti in smartworking, ma ci sono piccoli riti a cui non si può rinunciare.
Quando si torna dalle vacanze estive oltre alla montagna di lavatrici da fare ci sono anche le borracce da pulire. Noi non utilizziamo più bottiglie di plastica e anche in viaggio, quando è possibile, non le compriamo, ma riforniamo le nostre borracce alle fontane. Un piccolo impegno anche in viaggio in difesa del nostro futuro.
Colorata, scintillante, ma non sempre riciclabile: la carta dell’uovo di Pasqua non è un bel regalo per la natura. Certo possiamo scegliere uova artigianali o con involucri di tessuto, ma ai bambini spesso piacciono le uova di quel determinato personaggio ed è difficile negargliele. Allora proviamo a usarla il più possibile, a trasformarla in giochi divertenti e luccicanti. Ecco la nostra mini guida per riciclare la carta dell’uovo di Pasquacon i bambini: 10 idee facili.
Prodotti green, il beauty case da viaggio senza plastica, impresa impossibile? Ammetto che in viaggio tutto diventa più difficile. Viaggiando con due bambini lo so bene. Ma come in casa, anche quando partiamo, tutta la famiglia cerca di non usare plastica e di adottare piccole strategie green. Come?
Enrico, con il suo amico del cuore Jamal, ha deciso di organizzare una manifestazione contro la plastica. Un bambino a sette anni può avere una coscienza civile? Un bambino è figlio della sua famiglia, della scuola e della sua città. Noi da un anno stiamo provando a diventare una famiglia Plastic free.
“Mamma, ma perché tanta morte?”. Enrico balbetta questa frase. È intontito. Scosso. Ipnotizzato. Enrico, 7 anni, è un bambino sensibile e molto impegnato ad aiutarci a cambiare le nostre abitudini per eliminare la plastica e ridurre sprechi e consumi, avvolto dalle immagini dei nostri oceani soffocati, degli animali torturati e uccisi, della pesca selvaggia, dei fumi densi di melma, dell’aria acre e zozza che respiriamo, si è sentito stremato. Si è steso sul divano inerme. Capire il cambiamento climatico, la mostra del National Geographic al Mann di Napoli è un pugno nello stomaco.
Eliminiamo la plastica dal quotidiano, ma per le occasioni speciali? Ci avete mai pensato? Come organizzare una festa per bambini senza plastica? Proviamo a darvi cinque idee e vi parliamo della stoviglieria creata da mamma Roberta a Napoli.
Settembre ben arrivato, le vacanze estive sono terminate e si torna al lavoro. E settembre è per tutti il mese dei buoni propositi, degli obiettivi da raggiungere. È l’inizio di un nuovo ciclo. E, allora, ecco la nostra guida per il “Ritorno in ufficio: al lavoro meno plastica”. Canalizziamo tutte le energie accumulate durante le vacanze per rendere la nostra quotidianità più ecosostenibile.
Il nostro obiettivo, dopo aver cercato di eliminare la plastica dai viaggi, dalle feste, dalle abitudini per l’igiene personale, è di iniziare ad avere abitudini virtuose anche sul posto di lavoro. Anche perché, se ci pensate, in ufficio passiamo gran parte della nostra giornata e, poi, il buon esempio può essere imitato.
Il nostro ritorno al lavoro usando meno plastica è una mini guida in sette mosse, studiate confrontandomi con amici e colleghi, su quello che si può realmente e concretamente fare. Prima, però, voglio fare una piccola premessa. Quando siamo al lavoro siamo concentrati e nervosi e spesso dimentichiamo le buone pratiche che a casa ormai abbiamo adottato, come produrre meno rifiuti o cercare di limitare il nostro impatto sull’ambiente. Pensiamo sempre di non avere tempo, pressati da scadenze e clienti. E poi, quanti di voi pensano: “L’ufficio è di tutti e se gli altri si comportano male a che servono i miei sacrifici?”, e così non ci impegniamo mai davvero.
Credo che la risposta possiamo darcela da soli. Il lavoro è la nostra quotidianità. Perciò, bando alla pigrizia e vediamo che cosa possiamo fare per ridurre l’uso di plastica in ufficio.
La pausa caffè è sacra. A Napoli è addirittura un rito. Al lavoro, arriva sempre il momento del “Ora, ho bisogno di un caffè”. Perciò comincio da qui. Avrete sicuramente a casa una tazzina spaiata, che non fa parte del servizio buono, ebbene, portatela al lavoro e usatela per prendere il caffè dalla macchinetta, eliminando così i bicchieri monouso.
Per ridurre la plastica sui luoghi di lavoro, un capitolo importante sarebbero le cialde del caffè, quelle in plastica sono un vero pugno all’ambiente, sono altamente inquinanti e fanno anche male. Se potete (ma questo, è già più difficile) provate a fare una colletta tra i colleghi per comprare una bella Moka o per sostituire le cialde in plastica con quelle in tessuto o quelle biodegradabili.
Ah, a proposito: portatevi anche un cucchiaino, se usate lo zucchero. Così eliminate anche il bastoncino di plastica per girare il caffè.
Non è difficile, e poi il caffè nella tazzina è anche più buono.
Molti di noi mangiano davanti al computer. Lo so, fa male, ma io sono la prima. Però quando ordinate il pranzo chiedete di non mandarvi le posate monouso, ma usate le vostre. Come per la tazzina del caffè, bisognerà lavarle, ma davvero ci vuole un attimo. Se potete limitate anche l’uso di snack monouso.
Se invece vi portate il pranzo o la cena da casa, non usate più contenitori monouso, ma contenitori in ceramica, silicone o vetro lavabili. E questo vale anche per i piccoli snack di frutta o magari biscotti. Io nel cassetto della scrivania ho un piatto di ceramica e quando mangio (davanti al computer), almeno mangio in un piatto vero con posate vere. E a lavare tutto ci i vuole davvero un attimo ( i contenitori li riporto a casa; tazzina, posate e piatto li lavo in bagno solo con l’acqua e una spugnetta, se sono molto sporchi li porto a casa).
Quando posso mi porto il pranzo o la cena da casa, ma mi capita anche di ordinare al ristorante. Il ristorane da cui ordino mi porta il pranzo nelle buste di carta, io prendo il pranzo e restituisco subito la busta al rider. La busta è pulita, non è entrata in contatto con il cibo e può essere riutilizzata.
Questo vale per ogni post che facciamo. NO alle bottiglie di plastica: usiamo le borracce (noi abbiamo scelto queste e ci troviamo benissimo, se digitate il codice Viaggiapiccoli10 avrete anche uno sconto). E consigliamo quelle in alluminio. Per le lunghe riunioni, invece, un’idea semplice e davvero eco friendly è sistemare al centro del tavolo una brocca d’acqua con i bicchieri di vetro.
Ovviamente in ufficio non è tutta una pausa caffè e una pausa pranzo, si lavora anche. Una buona idea per diminuire la plastica è quella di usare penne ricaricabili (e non usa e getta) e matite, anche colorate ( al posto degli evidenziatori). Se si usa la matita, si tenderà anche a usare meno il bianchetto (altro barattolino di plastica).
E non parliamo solo di plastica, ma anche di riduzione di rifiuti e risparmio energetico perciò
Avete altri consigli? Aiutiamoci a migliorare la nostra qualità di vita. Scriveteci nei commenti i vostri trucchi per inquinare di meno in ufficio.
Avete mai pensato quanto un singolo gesto, ripetuto da moltissime persone, possa modificare la realtà in cui viviamo? Luglio sta terminando e per tutti cominciano le vacanze. Anche d’estate continua il nostro impegno per modificare le abitudini di vita e in questo mese a Procida abbiamo provato a elaborare e mettere in pratica un modello di vita per produrre meno plastica, meno rifiuti e meno inquinamento anche in vacanza. Ecco il nostro piccolo vademecum, “Vacanze al mare, non in inquinare in sei azioni”: il pranzo, la doccia, i giochi, sigarette e gomme da masticare, il bucato, azioni di gruppo.
Quando andiamo al mare solitamente mangiamo in spiaggia, sotto l’ombrellone. Andare al ristorante tutti i giorni sarebbe troppo costoso, ma quest’anno con il pranzo al sacco ci siamo organizzati provando a essere eco friendly: insalata di riso o pasta l’abbiamo messa in contenitori di silicone lavabili, abbiamo usato posate di ferro, e la frutta lavata l’abbiamo portata in sacchetti di tela. Per i panini invece ci troviamo benissimo con le wrap in cera d’api (sui contenitori eco friendly leggi il nostro post) . Come piatti e bicchieri abbiamo usato quelli in bamboo riutilizzabili (quelli che per tutto l’anno i bimbi portano a scuola). Niente sacchetti di plastica (sono inquinanti e pericolosissimi per gli animali), né piatti, forchette e bicchieri monouso, ma abbiamo usato quelli in metallo.
Ovviamente, ormai lo sapete, per l’acqua usiamo le borracce (abbiamo scelto le “Pura” e ci troviamo molto bene), niente bottiglie mono uso, né bottiglie di vetro.
Devo dire che per la prima volta non abbiamo usato neanche i tovaglioli di carta, ma quelli in stoffa. Attenzione, infine, ai tappi di plastica e alle cannucce: possono richiedere dai 20 ai 100 anni per decomporsi.
Riassumendo
Spesso ai bambini faccio la doccia direttamente in spiaggia, ma senza usare bagnoschiuma o shampoo per evitare che finiscano direttamente in mare. Anche per le creme solari, uso quelle con componenti naturali e le metto preferibilmente a casa (si assorbono meglio e inquinano meno)
Riassumendo
Quest’anno Enrico e Giulia come regalo di compleanno hanno ricevuto una tartaruga e un unicorno gonfiabili. Li hanno usati una settimana e poi si sono rotti. Li abbiamo aggiustati e si sono rotti di nuovo.L’anno prosssimo abbiamo già deciso che non ne comrperemo più, proporremo agli amichetti di comprare tutti insieme un unico materassino “telato” e di buona qualità.
Riassumendo
Non abbandonate i gonfiabili in acqua o in spiaggia e se si bucano provate a aggiustarli con una toppa, prima di buttarli via e comprarne uno nuovo. I gonfiabili abbandonati in mare sono una grande fonte di inquinamento degli oceani.
Lo sapete che per smaltire un mozzicone di sigaretta la natura impiega dai 5 ai 12 anni? Invece di abbandonare le “cicche di sigaretta” sulla spiaggia basterebbe portare anche sotto l’ombrellone un piccolo posacenere da borsa. I mozziconi di sigaretta oltre a essere altamente inquinanti possono anche essere ingoiati dagli animali marini, perchè vengono scambiati per insetti o piccole prede.
Ma attenzione anche alle gomme da masticare. La natura per assorbire una singola gomma da masticare ci impiega dai cinque ai 30 anni.
E non lasciate neanche i giornali sulla spiaggia, perché è vero che è carta, ma c’è anche l’inchiostro e quindi il tempo di smaltimento è di un mese (se si tratta di una rivista a colori anche sei mesi).
Riassumendo
In vacanza possono ridurre i rifiuti e limitare l’inquinamento, anche facendo il bucato. Portate al mare una saponetta di Marsiglia, (utile per lavare panni e piatti), ma anche sacchettini di bicarbonato, acido citrico e detersivi naturali.
Per la festa di compleanno di Enrico e Giulia abbiamo organizzato una caccia al tesoro in spiaggia. Tra le prove da superare c’era riempire un bicchiere di mozziconi di sigaretta e una busta di rifiuti di plastica abbandonati.
Le azioni di gruppo, anche sotto forma di gioco, coinvolgono i bambini e sensibilizzano le persone. Chi fuma una sigaretta e vede i bambini raccogliere i mozziconi si vergognerà di nascondere il suo sotto la sabbia e magari userà un posacenere da borsa.
Il gioco ( in cui possono partecipare anche gli adulti) può essere uno strumento per sensibilizzare e moltiplicare le azioni del singolo.
Le foto di questo post sono di Amp Regno di Nettuno, che questa estate a Ischia sta facendo numerose iniziative per coinvolgere bambini, famiglie e turisti per tutelare l’isola dall’invasione della plastica e diminuire l’inquinamento
L’acqua è di tutti. L’acqua è nostra. Ma ho 43 anni e sono nata nella società dell’usa e getta, della plastica monouso, dello spreco, dei rubinetti sempre aperti. Eppure da quest’anno ho deciso, spinta anche dai miei bimbi (e soprattutto da Enrico, molto impegnato nella difesa dell’ambiente) a cambiare le mie – le nostre- abitudini. Uno dei miei primi obiettivi è stato quello di eliminare le bottiglie di plastica dall’uso quotidiano. All’inizio mi sembrava difficile, perché bevo tanta acqua e quella del rubinetto non ha un buon sapore. Ma poi, con qualche ricerca e buona volontà sono riuscita a trovare una soluzione su misura per la mia famiglia. Come abbiamo eliminato le bottiglie di plastica? Informandoci e facendo rete con altre famiglie.
Il primo passo, quello più facile, è stato eliminare le bottiglie monouso. Ho comprato le borracce per i bambini, così tutti i giorni a scuola non portano le bottigliette monouso. Devo dire che, per ora, ho preso delle borracce di plastica senza pvc, ma vorrei passare a quelle di acciaio. Non ne ho trovate ancora di buone, tutte quelle che ho provato davano all’acqua un fastidioso sapore di acciaio. Ma, grazie alle borracce, le bottigliette monouso sono sparite da casa nostra. Anche quando facciamo i pic-nic, portiamo la bottiglia di vetro.
Io al lavoro uso ancora l’acqua nelle bottigliette di plastica, ma sto cercando una borraccia anche per me, per l’uso quotidiano.
Il secondo passo è stato quello di scegliere un depuratore. Confesso che non ho mai pensato di usare le famose brocche con il filtro, perché il sapore dell’acqua è pessimo e …. poi non so, non sono una tecnica, ma mi sono sempre sembrate dei pallativi. Né ho mai pensato di installare in casa dei grandi depuratori, per intenderci, quelli che si montano sotto il lavandino. Perché? Per il costo eccessivo rispetto alla resa.
Mi sono informata, ho letto, ho cercato di documentarmi il più possibile e soprattutto di confrontarmi con altre mamme. Alla fine, grazie ai consigli di Marta de I Tassistro, ho scoperto un filtro made in Spain: Tapp Water.
Innanzitutto si può contare su un servizio clienti molto efficiente: io ho inviato le foto del mio rubinetto per capire se era compatibile e mi hanno risposto in 24 ore, Poi questo filtro si adatta a tutti i rubinetti ed è economico (l’abbonamento per quattro filtri, cioè per un anno, costa 90 euro il primo anno e 60 a partire dal secondo) e soprattutto – ed è questo che mi ha convinto- i filtri, che si cambiano ogni tre mesi, sono completamente biodegradabili.
Lo usiamo da un mese e ne siamo pienamente soddisfatti: il sapore dell’acqua è buono e siamo più sereni, perché tutti dicono che l’acqua di Napoli è buona, per un po’ mi spaventano le tubature (vecchie) e la possibile concentrazione di metalli pesanti. Il filtro mi fa sentire più serena soprattutto verso i bambini. Usiamo l’acqua depurata anche per sciacquare frutta e verdura.
Tra l’altro l’acqua nelle bottiglie di plastica che usavamo prima non so quanto fosse più sicura, considerando che la plastica lasciata al sole (come spesso accade nel trasporto) rilascia sostanze nocive.
Su Instagram un amico che stimo e un tecnico, Luca, il papà di In viaggio con il Bisonte, mi ha segnalato che è vero che le bottiglie di plastica vanno assolutamente eliminate, ma che depuratori e brocche potrebbero non servire. Mi ha detto con chiarezza e con forza che l’acqua degli acquedotti italiani è : “BUONA”. E mi ha consigliato di leggere questo studio sulle campionature dell’acqua dai rubinetti.
Credo sia giusto riportare il suo parere, da padre e da geologo. La sua teoria è chiara, rigorosa e scientifica.
Luca mi ha aperto un mondo sui filtri a carbone attivo e sul filtraggio a osmosi inversa (con cui si sprecano due litri di acqua su ogni litro e si rischiano infezioni, dovute a una cattiva manutenzione) e mi ha spiegato che il cloro è “una sostanza volatile”, quindi per eliminare il sapore di cloro dall’acqua basta riempire una brocca in anticipo e aspettare che evapori”. Ecco come “volatilizzare” tanti luoghi comuni sbagliati.
La sua teoria è più tecnica della mia (diciamo da mamma) : “Voglio bere l’acqua del rubinetto ma non mi fido
– La faccio analizzare
– Se trovo qualcosa che non va contatto un professionista certificato (non un venditore di un prodotto) che mi indichi qual è il modo migliore per risolvere il mio problema in base alle più aggiornate conoscenze
– Faccio un’analisi di quello che il mercato offre riguardo alla tipologia di prodotti che il professionista mi ha indicato, individuo quello che va bene per me e lo provo. Solo così posso essere davvero tranquillo”.
E il mio amico super papà e geologo aggiunge: “È vero che l’acqua non è insapore come si pensa. E’ possibile che l’acqua del proprio acquedotto abbia un sapore che, soggettivamente, non piace. Questo per la differente quantità di sali minerali disciolti. L’uso di filtri può cambiare il sapore dell’acqua, ma questo cambiamento non deve essere associato al concetto di salubrità: l’acqua era buona prima del filtraggio ed è buona anche dopo, ha solo cambiato gusto”.
Detto questo e condividendo appieno la sua teoria, perché ho comprato un filtro? E perchè ne parlo sul blog? A volte servono solo dei piccoli incentivi: so benissimo che l’acqua degli acquedotti italiani è super controllata, ma per la mia paura per le tubature vecchie nei condomini non l’ho mai bevuta. Il filtro ( e un filtro di una detta seria) mi dà un po’ più di serenità sull’accumulo di metalli pesanti nell’acqua. È inutile? Forse sì – credo davvero che il papà di In viaggio con il Bisonte abbia ragione – , ma così, ho trovato la motivazione giusta per raggiungere il mio obiettivo: ho iniziato a bere l’acqua del rubinetto, ho diminuito l’uso della plastica, e ho diminuito anche i nostri consumi.
Non sponsorizzo il filtro che ho acquistato, ho solo fatto delle ricerche, l’ho provato e mi trovo bene. E credo che il mio esempio comunque sia utile. Magari nel nostro cammino per migliorare la qualità della vita rispettando l’ambiente faremo il passo successivo e faremo analizzare l’acqua del nostro rubinetto per capire se davvero buona e il filtro migliora solo il gusto. Ma l’importante è iniziare. E noi abbiamo iniziato.
Sì, perché come dicevo all’inizio l’acqua è di tutti, ma prima di tutto è nostra, perciò non bisogna sprecarla e non bisogna inquinare. In molti comuni, soprattutto i piccoli comuni, ci sono le fontane pubbliche e le Casette dell’acqua con l’acqua depurata che si può ritirare con delle tessere o gratuitamente. Nelle grandi città, questo meccanismo diventa più difficile. Ma perché demonizzare l’acqua del rubinetto? A volte basta solo qualche piccolo accorgimento.
Fino al mese scorso consumavamo la media di due bottiglie di plastica al giorno. Ora il nostro consumo di bottiglie di plastica è pari a zero. E credo che il nostro mare e i nostri fiumi ringrazino, perché ….l ’acqua è di tutti, ma è soprattutto nostra.
E ovviamente, occhio a chiudere sempre il rubinetto e a non sprecare l’acqua. Io ho un controllore molto severo a casa: Enrico, attentissimo agli sprechi. Un vero stimolo per tutti.
Viaggiapiccoli è un sito di viaggi, cosa c’entrano le abitudini di vita e l’uso di plastica? Viaggiamo per scoprire il mondo, a caccia di bellezza e crediamo che la bellezza vada difesa e custodita ogni giorno. Proprio qualche week end fa siamo stati in Umbria sul lago di Corbara, un luogo splendido, ma pieno di immondizia (plastica e ferro arrugginito). Se vogliamo viaggiare e continuare a vedere luoghi meravigliosi, dobbiamo cambiare e migliorare le nostre abitudini quotidiane.