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Category Archives: famiglia

regali festa del papà biscotti e lettera

 

Manca poco al 19 marzo e, per l’occasione, abbiamo raccolto alcune idee per la festa del papà, in modo da aiutarvi a festeggiare in modo originale. Ecco alcuni suggerimenti , perfetti se siete in cerca di  regali per la festa del papà unici!  Noi mamme di Viaggiapiccoli abbiamo messo insieme le nostre esperienze per cercare di essere pronte anche questo 19 marzo. Tante idee e lavoretti per la festa del papà da fare in casa, giochi e dolci. Regali creativi e economici.

famiglia al mare

 

Posso usufruire del bonus vacanze per il 2021? Sì, ma solo se lo hai richiesto l’anno scorso. Con il Decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2020, è stato introdotto il bonus vacanze che le famiglie ora potranno utilizzare fino al dicembre 31 2021 (il termine per l’utilizzo è stato prorogato, da ultimo, dal decreto-legge n. 183 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 21 del 2021) presso strutture ricettive in Italia e anche nelle agenzie di viaggio e nei Bed & Breakfast,  ma solo se hanno presentato domanda e ottenuto il voucher entro la scadenza del 31 dicembre 2020.

ATTENZIONE: Non è  possibile richiedere un nuovo bonus per il 2021, perchè la norma non è stata prorogata.

Vediamo di cosa si tratta e come richiedere il Bonus Vacanze 2021.

Cos'è l'homescholing

Nasce da oggi uno spazio di Viaggiapiccoli dedicato all’ Homescooling, al mondo dei genitori che viaggiano e vogliono assicurare continuità di studio e apprendimento ai propri figli.

Il viaggio stesso, che per alcuni sta diventando anche una caratteristica del lavoro, è una strada di apprendimento fondamentale per i bambini.

Un’educazione cosmopolita e multiculturale, uno stimolo importante alla scoperta, un allenamento alla curiosità oltre che un enorme patrimonio di conoscenza.

 

Sonia China

Mi chiamo Sonia China e curerò questa rubrica. Da circa cinque anni mi occupo di modelli di educazione alternativi e innovativi ed ho fondato un’azienda Tinkidoo, che costruisce esperienza di formazione rivolta principalmente all’acquisizione delle competenze digitali.

Aiutiamo bambini e genitori ad adottare nuove strategie per l’educazione al digitale in famiglia e i bambini si divertono tantissimo con noi grazie ai laboratori e corsi di Coding, robotica e competenze digitali.

Che cosa imparano? Un rapporto sano, consapevole e creativo con la tecnologia.

 

Genitori in cerca di risposte

Tutte queste esperienze formative alternative mi hanno fatto incontrare, negli anni, molti genitori in cerca di risposte a domande sempre più grandi e importanti. Cambia, infatti, molto rapidamente il modo in cui vogliamo prenderci cura dei bambini, l’esigenza di compiere la missione educativa sempre più pienamente, l’attenzione ai percorsi scelti e ai contenuti che diamo ai figli. E spesso queste risposte non arrivano dai modelli educativi tradizionali che faticano ad adattarsi a questi veloci e necessari cambiamenti.

 La scuola parentale

Una delle esperienze innovative più interessanti è quella della scuola parentale, homeschooling. Un fenomeno sempre esistito (per moltissimo tempo è stata l’unica forma di istruzione), oggi in aumento. Un aumento che nasce negli USA ma che anche in Europa e in Italia si sta diffondendo rapidamente.

E di certo i genitori viaggiatori trovano nell’homeschooling risposta alla domanda: come si concilia il desiderio di affiancare l’apprendimento dei propri figli alla scuola del viaggio?

In questa rubrica conosceremo meglio il fenomeno in tutti i suoi aspetti, incontreremo esperti di scuola parentale, confronteremo pareri e scopriremo alcuni esempi importanti e affermati in Italia.

Fino alla conoscenza delle community di supporto che esistono non solo in Italia.

 

scuola parentale
Studiare a casa

Cos’è l’homeschooling?

 Homeschooling: Testualmente la scuola a casa.

Ma facciamo un po’ di ordine.

Esistono tre forme differenti di scuola parentale.

La più diffusa è quella in cui i genitori con strumenti propri o in comunità di supporto, decidono programmi e attività dei propri figli direttamente a casa.

Essendo, però, una forma educativa che richiede confronto, attività e contenuti anche da parte di esperti, si diffondono sempre di più quelle che sono definite le scuole parentali: scuole nelle quali i genitori guidano la formazione, i programmi, impartiscono le lezioni.

Quando si parla di homeschooling, bisogna distinguerne tre forme. Potremmo definire questa seconda forma, l’educazione parentale di comunità: le famiglie si riuniscono in cooperative per costruire l’educazione dei propri figli.

Infine c’è l’apprendimento autonomo attraverso piattaforme web.

Scuola a casa i numeri
Quanti bambini studiano a casa

I numeri della scuola parentale in Italia e nel mondo

Secondo uno studio del MIUR che studia il fenomeno sia in Italia sia in altri paesi per comprenderlo meglio e adattare anche la legislazione a questa nuova esigenza, negli Stati Uniti siamo a circa due milioni, seguono Inghilterra e Canada con circa 70.000 bambini in homeschooling. L’Italia per ora vede solo 1500 casi, ma anche qui il fenomeno è in rapida espansione.

Molti Paesi sono alla terza generazione di homeschoolers.

900 sono le Università nel mondo che accettano iscrizioni da Homeschoolers, tra queste YALE, Harvard, Princeton.

I temi da esplorare

Legato al tema entusiasta di poter impartire autonomamente istruzione ai propri figli a casa o in scuole di genitori, ci sono sicuramente molte informazioni da conoscere.

Il primo tema da esplorare è la legislazione, che in ogni Paese è differente.

Poi bisogna capire come organizzare la vita scolastica degli homeschoolers. Spesso, infatti, i genitori che scelgono le scuole parentali cambiano stile di vita per potersi adattare alle nuove esigenze di tempo da dedicare. O proprio il loro cambio di stile di vita (tra questi la decisione di viaggiare spesso e per lunghi periodi) incide sulla scelta dell’homeschool.

I contenuti sono l’altro grande tema dell’educazione parentale.

Non esistendo programmi fissi e imposti dal Ministero dell’Istruzione, è lasciata alla scelta dei genitori la decisione su cosa insegneranno, come, con quali regole.

Na grande responsabilità che presuppone molta dedizione e molta attenzione oltre che grandi conoscenze.

Per questo spesso i genitori scelgono di strutturarsi in gruppi /cooperative e supportare la formazione anche con l’aiuto di esperti.

Vi abbiamo incuriosito?

State già sbirciando per capire come fare a viaggiare più spesso e portare sempre i figli con voi assicurando loro la giusta istruzione senza perdere giorni di scuola?

Continuate a seguirci!

Nel prossimo appuntamento ospiteremo l’autrice di un libro dal titolo molto intrigante: La scuola non esiste

La intervisteremo per capire il fenomeno delle scuole parentali in Italia, la legislazione e tante altre curiosità.

 

 

au-pair famiglia inglese bambini

Avete mai pensato di ospitare una ragazza Au-pair in casa? Per viaggiare è necessario riuscire a comunicare. Questa, per certi versi, è un’arte che nessuno può insegnare, nella quale bisogna arrangiarsi con gesti, espressioni, perfino disegni (una volta in Giappone a me, Cristina, è capitato di disegnare per farmi capire!); ci saranno sempre dei posti nel mondo in cui le difficoltà saranno grandi come quelle che abbiamo incontrato noi in Cina (e non ci siamo scoraggiati, anche se certe volte era da impazzire…)

Se conosci almeno due lingue diventa tutto più facile. L’ideale sarebbe conoscere l’inglese e lo spagnolo. Con i nostri bambini noi abbiamo cominciato con l’inglese. Abbiamo scelto di investire sul loro futuro facendogli imparare l’inglese sin da piccoli.

E ha funzionato! Anche viaggiare con loro oggi è più facile, perché non si annoiano mai, interagiscono, fanno domande, seguono le visite guidate, fanno amicizie. E, credetemi, è un gran vantaggio.

Purtroppo la scuola italiana, per quanto cerchi di introdurre in maniera più capillare la lingua straniera, è molto indietro. Anche in alcune scuole che si definiscono bilingui, i bambini imparano i numeri, i colori e qualche canzoncina.

Ma noi non abbiamo aspettato la scuola, abbiamo deciso di provare con le au-pair (ragazze alla pari).

Cosa è un’au-pair

Un’au-pair è una ragazza che viene a vivere in casa tua. Non le dai un vero e proprio stipendio, le devi offrire vitto, alloggio e una paghetta settimanale, commisurata a quello che le chiedi di fare in casa.

Che cosa comporta avere un’au-pair in casa?

Avere un au-pair è una di quelle cose che spiazza. I sentimenti più comuni dei nostri amici a cui raccontiamo della nostra esperienza sono la diffidenza e la paura di perdere la propria privacy. La reazione più comune che sentiamo è : “Che bello, però io un’estranea giorno e notte non la vorrei, viola la mia privacy”.

Non siamo d’accordo! La ragazza alla pari non è un’estranea, o almeno non bisogna accoglierla con questo atteggiamento: è, invece, una “big-sister”, una sorella maggiore temporanea che si occuperà dei vostri figli, non un’estranea.

A che età si può pensare di prendere una au-pair in casa?

Appena possibile. Noi abbiamo iniziato quando i bimbi avevano un anno e mezzo, ma si può cominciare anche prima. In tanti dicono che i bambini rischiano di confondersi e di iniziare a parlare più tardi. Secondo la nostra esperienza, i bambini sono spugne, che assimilano tutto con grande facilità, e sono perfettamente in grado di imparare due lingue contemporaneamente (sono gli adulti a non essere in grado di farlo!).

Oggi Enrico e Giulia hanno sei  anni e parlano un ottimo inglese con una pronuncia British che un adulto (o un bambino più grande) non avrà mai.

Au-Pair per i bambini

Cosa bisogna chiedere ad un’au-pair?

Dipende dall’età dei bambini.

  • Secondo noi, da zero a cinque anni le ragazze alla pari devono essere delle semplici compagne di gioco. Ogni ragazza ha un talento, c’è quella a cui piace cantare, quella a cui piace disegnare… ognuna troverà il suo canale per entrare in contatto con i piccoli.
  • Dai sei anni ai nove anni possono aiutare i bambini a imparare a leggere e scrivere in inglese. Ricordate, però, che non sono delle insegnanti. A noi sono capitate ragazze molto preparate e ragazze che con la grammatica avevano qualche problema; perciò, in linea generale possono essere un aiuto, soprattutto per i suoni, ma non sono sostitutive di una insegnante.
  • Dai nove anni in poi la loro presenza di una au-pair in casa può essere utile per la conversazione e per insegnare ai bambini termini della vita quotidiana: condividere la cena, andare a fare la spesa insieme, fare due chiacchiere in salotto.

In casa le au-pair fanno i lavori domestici?

Possono anche farli, se richiesto, ma è un di più che deve essere retribuito a parte. Noi, alle nostre ragazze, abbiamo chiesto sempre solo di tenere pulita la loro stanza e di lavare i piatti usati e la cucina dopo averla usata.  

Dove dormono?

Devono avere una stanza loro, con wi-fi (fondamentale per loro) e possibilmente un bagno in esclusiva.

Sono affidabili?

Per la nostra esperienza sono tutte ragazze molto dolci, spesso con sorelline e fratellini piccoli. Però sono anche ragazze giovani, e noi viviamo in una città complicata come Napoli, perciò abbiamo sempre un’altra persona in casa e non le lasciamo andare da sole a prendere i bambini da scuola. A qualcuna, che è rimasta con noi più di un anno, abbiamo dato più responsabilità.

Quanto tempo rimane in Italia una ragazza alla pari?

Da un mese a tutta la vita, dipende dalla ragazza e dalla famiglia che la ospita. Le au-pair vengono in Italia per fare un’esperienza, di solito. In genere preferiscono le grandi città ai piccoli paesi, ma non è detto. Il tempo della permanenza dipenderà molto da come si adattano alla casa, alla famiglia ed al posto in cui vivono.

Quanto tempo le ragazze alla pari trascorrono con i bambini?

A casa nostra abbiamo sempre chiesto l’impegno il pomeriggio dalle 16 alle 20, dal lunedì al venerdì. Nei week end le nostre au-pair sono libere, e spesso ne approfittano per fare delle gite o dei “viaggetti” (da Napoli due o tre giorni a Roma o Firenze sono facili da organizzare e non costosi).

Quello che a noi interessa è che siano felici e stiano bene, anche perché così sono molto più motivate a rimanere. Dai racconti delle nostre au-pair sappiamo che alcune famiglie le spremono e le trattano come “servitù”; noi non siamo d’accordo con questo approccio, pensiamo che sia il modo più sbagliato di trattare una persona a cui affidate i nostri figli.

Cosa mangiano?

Non si può generalizzare, sono ragazze giovani. A noi è capitato un po’ di tutto, dalla salutista a quella che mangia solo dolci, patatine e surgelati, e pure una che ha cucinato nella nostra cucina spaghetti infilzati nei wurstel. In genere chiediamo loro di farsi la spesa da sole e poi rimborsiamo noi, ma spesso mangiano anche con noi o con i nostri bambini.

Come troviamo una ragazza alla pari?

Ci sono un paio di siti specializzati. Noi preferiamo aupairworld.com, si trovano sempre molte ragazze che cercano una famiglia, ed ha consigli e regole a cui rifarsi tanto per le au-pair quanto per le famiglie ospitanti. L’iscrizione, assolutamente necessaria, costa fino a 40 euro al mese (iscrivendosi per più mesi, il costo diminuisce).

Come capisco qual è la ragazza alla pari giusta per noi?

Di solito si capisce quando se ne va… Scherzi a parte, non è facile, ci vuole un po’ di fortuna. La conoscenza avviene prima via messaggio, poi via videochiamata, però è solo quando inizia la convivenza che si inizia a capire con chi si ha a che fare. Noi abbiamo avuto dieci ragazze alla pari, con alcune è stata subito intesa e continuamo a sentirci almeno una volta al mese, di altre, dopo che sono andate via, abbiamo perso le tracce.

Di che nazionalità sono le ragazze alla pari?

Sui siti troverere ragazze di tutta Europa e non solo, anche americane e canadesi, per esempio. Noi abbiamo scelto sempre ragazze del Regno Unito, perchè hanno una pronuncia più pulita e rispetto alle americane, non hanno problemi con il permesso di soggiorno. Anche le spese per i voli aerei dall’Inghilterra (Rispetto all’america)

Cosa devo assolutamente sapere prima di prendere un au-pair in casa?

  1. Cercare un au-pair è praticamente un lavoro: devi cercare le ragazze, contattarle, sollecitarle. Ci vogliono anche due mesi dall’inizio delle ricerche a quando la andate a prendere in aeroporto.
  2. Le ragazze che vogliono fare le au-pair in genere sono ragazze inquiete che non sanno che strada prendere e vogliono provare un’esperienza all’estero. Non sempre sono motivate quanto vi fanno credere, cambiano idea spesso. C’è sempre un nonno che muore, un fidanzato che le lascia, un’amica, una zia, una cugina che ha improvvisamente bisogno di loro,e non possono più venire da voi.
  3. Sono ragazze giovani, prenderanno l’abitudine di uscire tutte le sere, rientrare nel cuore della notte e svegliarsi tardi la mattina. Se non lo fanno, preoccupatevi, potrebbe voler dire che non si stanno divertendo …

I bambini si affezionano alle au-pair?

Vivendo a stretto contatto i bambini si affezionano a tutte, e quando vanno via non è facile per nessuno. Però a volte si creano legami talmente forti che l’amicizia continua, e si creano le occasioni per rivedersi.

 

Ospitare un’au-pair è un’esperienza educativa e linguistica, ma soprattutto è un’epserienza che coinvolge tutta la famiglia: prima di ospitare una ragazza dovete fare una scelta condivisa.

L’unica cosa cosa che possiamo garantirvi  è che con una ragazza madrelingua sempre in casa i bambini imparano l’Inglese in maniera naturale. E regalare loro la possibilità di comunicare con più persone è un grandissimo dono. Come insegnargli a viaggiare, è un modo per renderli veri cittadini del mondo.