In areo con un neonato: quali sono i rischi? quali le precauzioni? come affrontare il primo volo? Ci sono dei trucchi?
Sono le domande che ogni genitore si fa quando deve portare tra cielo e terra il suo piccolo, magari di pochi mesi. Volare può fare paura. Ecco i consigli in prima persona di Ilaria, viaggiatrice appassionata con Mattia, la sua Pulce in viaggio e la sua nuova rubrica per Viaggiapiccoli Consigli di viaggio di una pulce.
Il primo volo di un neonato
Da amante dei viaggi, appena ho scoperto di aspettare mio figlio, ho iniziato a pensare a dove portarlo per il suo primo volo. Nonostante non ci sia nessun rischio, portare i bambini in aereo, soprattutto quando si tratta del loro primo volo, crea sempre qualche preoccupazione ai genitori.
In realtà, volare con i bambini non solo è possibile, ma è anche molto più comodo di quanto si possa pensare. Ecco alcune informazioni pratiche che vi aiuteranno ad affrontare con serenità un viaggio in loro compagnia.
Innanzitutto va detto che i neonati, in assenza di patologie particolari, possono viaggiare in aereo sin dalle prime settimane di vita. L’organismo di un neonato sano, infatti, può adattarsi senza difficoltà e senza rischi alla variazione di pressione che si verifica all’interno dalla cabina.
Come evitare che il bambino pianga per lo slalzo di pressione
Per evitare che, al momento del decollo o dell’atterraggio, il bambino possa sentire dolore alle orecchie, a causa della repentina variazione di quota, è sufficiente indurlo a deglutire offrendogli un ciuccio o un biberon. Una volta raggiunta la quota, l’orecchio si adatta da sé e non è necessaria alcuna ulteriore precauzione.
A quanti mesi un bebè può fare il primo viaggio in aereo
Il momento a partire dal quale è possibile fare il primo volo varia a seconda delle compagnie aeree: alcune partono da una settimana di vita del bebè, altre dai 15 giorni. In linea di massima, salvo necessità particolari, è consigliabile far volare i bambini dopo i 5 mesi.
Le compagnie aeree raggruppano i bambini in due classi: Infant, da 0 a 23 mesi, e Child, da 2 a 11 anni. La differenza sta nel fatto che il bimbo abbia o meno diritto ad un posto a sedere.
Da 0 a 23 mesi, infatti, non è previsto un posto per il bebè e si deve tenere il bambino in braccio; a bordo viene fornita, gratuitamente, un’apposita cintura che si allaccia a quella dell’adulto.
In questo caso, si paga una tariffa variabile in base alla compagnia aerea: alcune compagnie chiedono 20/30 euro a tratta, altre le sole tasse aeroportuali e per i voli lunghi, solitamente, viene richiesta una percentuale intorno al 10% rispetto al prezzo pagato dall’adulto.
Le compagnie aeree cosa offrono per un neonato durante il volo
Se il viaggio è piuttosto lungo, le compagnie aeree offrono diverse soluzioni: per i più piccoli esiste il baby cot, una culletta adatta a neonati fino a 6 mesi (con peso fino a 10 kg); per i bambini fino ai 2 anni c’è l’infant seat, un seggiolino regolabile. La culla si aggancia alla parete dei primi posti (o alla parete di mezzo dei grossi aerei), ma non può essere usata durante decollo e atterraggio. Il seggiolino, invece, va fissato al sedile. Qualora si fosse interessati a queste soluzioni, occorrerà contattare la compagnia aerea per verificarne la disponibilità.
Cosa portare per un bambino piccolo nella cabina dell’aereo
Ma cosa portare quando si viaggia con un bimbo piccolo? I bagagli consentiti con la tariffa infant variano in base alla compagnia aerea prescelta; per questa ragione, prima della partenza, è meglio consultare il sito della compagnia per reperire tutte le informazioni necessarie. In generale si può distinguere tra le compagnie di bandiera, che solitamente consentono un bagaglio a mano e un bagaglio in stiva aggiuntivi per il bambino e le compagnie low cost che non prevedono questa possibilità. In ogni caso, quando si viaggia con i bambini è sempre meglio non portare con se troppi bagagli che finirebbero per ostacolare molto durante gli spostamenti.
Va, comunque, considerato che, anche le compagnie low cost, consentono ai genitori di portare a bordo una borsa aggiuntiva per il cambio.
Il cambio del bimbo in volo
Per quanto riguarda il cambio del bimbo, in volo non avrete alcuna difficoltà perché i bagni sono sempre provvisti di fasciatoio e, avendo sperimentato di recente gli strettissimi bagni della Ryanair, posso assicurare che il cambio pannolino ad alta quota non crea alcun problema! Sicuramente potrebbe essere utile portare, oltre ai pannolini ed ad un cambio di vestiti, un fasciatoio da viaggio o un telo per evitare di appoggiare il bebè direttamente sul fasciatoio dell’aereo.
La borsa da portare sull’aereo
Nella borsa del bambino, poi, non potrà sicuramente mancare qualche gioco per intrattenere il bimbo e tutto quel che occorre per la pappa: omogeneizzati, biberon, biscotti. Per quanto riguarda i liquidi non avrete nessuna difficoltà ai controlli di sicurezza. Se si viaggia con un neonato è, infatti, permesso portare latte per bambini, latte in polvere, acqua e alimenti per l’infanzia.
Il passeggino e il seggiolino auto in aereo
Tutte le compagnie aeree consentono, inoltre, di trasportare, gratuitamente, un passeggino ed un articolo supplementare, come, ad esempio, un seggiolino auto.
Se il bimbo è abituato, in aeroporto, potrebbe sicuramente essere comodo utilizzare un marsupio o una fascia, in modo da avere le mani libere e da farlo sentire il più possibile a suo agio.
In ogni caso, potrete portare fino all’ingresso dell’aereo il passeggino: andrà chiuso e sarà imbarcato all’ultimo momento; vi verrà reso, quando possibile, subito dopo l’atterraggio o insieme agli altri bagagli imbarcati. Soprattutto in relazione a tale ultima eventualità, potrebbe essere utile acquistarne uno a basso costo da dedicare ai viaggi: se dovesse rompersi durante i vari spostamenti sarete meno dispiaciuti!
Va, poi, tenuto in considerazione che, in aeroporto, al passaggio sotto i metal detector, solitamente il passeggino viene fatto chiudere: può essere utile prepararsi prima per evitare i capricci del bimbo che, se stava dormendo, viene svegliato improvvisamente.
Il battesimo dell’aria
Con un po’ di organizzazione e qualche piccolo accorgimento, viaggiare con i vostri bimbi sarà molto piacevole! Per avere un ricordo esiste anche un simpatico rito legato al primo volo: il battesimo dell’aria. Si tratta di un diploma, firmato dal Comandante del volo. Si richiede online e si ritira in aeroporto. In alternativa, per quanto riguarda le compagnie che non prevedono questa possibilità, si può stampare e consegnare direttamente all’assistente di volo, che lo restituirà compilato e firmato alla fine del volo.
Aeroporti family friendly in Italia, esistono? Quali servizi devono offrire gli scali aeroportuali alle famiglie? Andare in aeroporto e partire è un sogno, per noi quotidiano (!!!). Però partire con bambini, soprattutto se piccoli, con passeggino, pappe e biberon, non è facilissimo. Quali sono i diritti delle famiglie in aeroporto? Come organizzare un viaggio, quale assistenza aspettarsi? Gli aeroporti italiani sono a misura di famiglie?
Mark De Laurentiis
Di aeroporti ne conosciamo tanti, e partendo dalla nostra esperienza abbiamo intervistato Mark De Laurentis, HEAD of Passenger’s Right & Airport Quality Services Unit presso ENAC.
Cerchiamo di fare insieme un vademecum utile. Ci dà due consigli pratici per affrontare un viaggio in aereo con uno o più bambini?
Il primo consiglio è di pianificare in anticipo il viaggio e prendersi del tempo per informarsi sull’aeroporto dal quale si parte e arriva, e sulla compagnia aerea.
Che intende per pianificare il viaggio?
L’ aeroporto per noi adulti è molto noioso, ma per i bambini è un mondo da scoprire, con gli aerei parcheggiati sulle piste, le autocisterne che riforniscono gli aeromobili, le bandiere segnavento, i piloti e le hostess che si incontrano in giro. Per questo è bene programmare di arrivare in aeroporto in anticipo, per prevenire qualsiasi imprevisto o contrattempo. I bambini, se coinvolti, troveranno interessante l’attesa (magari davanti a una finestra panoramica) e i genitori elimineranno lo stress dell’ultimo minuto.
Ma come faccio a informarmi sull’aeroporto, devo fare un sopralluogo?
Fare un sopralluogo sarebbe l’ideale, ma ovviamente non tutti hanno il tempo di andare prima in aeroporto e a volte non c’è bisogno. Ogni aeroporto italiano ha l’obbligo di redigere la carta dei servizi del gestore, pubblicata sul sito dell’aeroporto e con un link sul sito Enac .
Cosa trovo nella carta dei servizi di un aeroporto?
In questa carta dei servizi ci sono tutta una serie informazioni per il viaggiatore in generale e per le famiglie e i bambini in particolare; sugli scali family friendly stiamo lavorando molto in questi ultimi tempi.
Informazioni per la famiglia di che tipo?
People Mover- Pisa
Come arrivare in aeroporto e se ci sono treni dedicati, ad esempio. Penso al caso di Pisa, che ha recentemente inaugurato il People mover . C’è una mappa dello scalo, con la descrizione dei terminal, la presenza dei punti di ristoro, numeri utili, descrizione e costi parcheggi, e l’elenco dei vari servizi, come per esempio i bancomat.
Ma che informazioni gli aeroporti sono tenuti a dare alle famiglie?
Per esempio se ci sono varchi prioritari per le famiglie. Molti aeroporti li hanno, per evitare ai bambini lunghe file ai controlli. A Capodichino a Napoli c’è per esempio una corsia family friendly con due metal detector dedicati solo alla famiglie, con un’area comoda per far muovere i bambini.
Un attimo, facciamo un passo indietro: quando siamo in aeroporto, fino a che età possiamo parlare di bambini?
Ci sono delle definizioni precise: da 0 a 2 anni non compiuti sono “infant”.
Cosa vuol dire infant?
A bordo dell’aereo, di norma, l’infant non dispone di un posto per sé ma deve viaggiare in braccio ad un adulto.
Due infant possono viaggiare con due adulti ma su file separate in quanto, in caso di emergenza, per ogni fila è disponibile solo una maschera extra per l’erogazione dell’ossigeno. In alternativa, uno dei due infant, pagando la tariffa superiore, potrà avere diritto al suo posto.
E dopo i due anni?
Da 2 anni a 12 anni non compiuti sono “child”: il bambino ha diritto ad un posto tutto per sé, a tariffa scontata, e una franchigia bagaglio pari a quella di un adulto. Fino a 12 anni si può accedere alle file Family ai controlli in aereoporto,
Ma queste carte dei servizi da chi sono controllate?
La mia unità organizzativa approva queste carte servizi. Cerchiamo di invogliare i gestori a pubblicare e diffondere best practis in modo tale che anche gli aeroporti più piccoli aumentino i loro servizi.
Che servizi ci sono per i bambini negli aeroporti italiani?
Aree gioco, nursery attrezzate con scalda biberon, lettini e fasciatoi.
Noi viaggiamo abbastanza, ma non abbiamo viste molte aree gioco o nursery attrezzate per i bambini.
Baby corner a Fiumicino
Al momento uno degli aeroporti più efficienti per le famiglie èFiumicino. Per i più piccini sono disponibili cinque nursery, attrezzate con lettini e fasciatoi, ubicate vicino ai gates D01, E11, E44, prima del gate E51 e in area partenze Terminal 3, nel corridoio alla destra del banco informazioni. Ci sono anche tre baby corners, dotati di giochi per bambini, sono stati posizionati dalla società ADR al livello Arrivi del Terminal 3 e del Terminal 1, nell’area della riconsegna bagagli, e al livello Partenze del Terminal 3. I tre spazi, caratterizzati da colorate decorazioni, si trovano rispettivamente in prossimità del nastro 10, poco dopo il controllo passaporti al Terminal 3, in prossimità del nastro 16 al Terminal 1 e nell’area d’imbarco E in prossimità del gate 51.
Fiumicino è un’eccellenza, ma non ci vuole molto per attrezzare delle aree gioco, con qualche tavolino e gioco in plastica. Come mai gli aeroporti italiani sono così indietro?
Stiamo cercando di diffondere delle buone pratiche. Oltre che a Fiumicino, agli imbarchi di Malpensa Terminal 1 nei satelliti A, B e Nord, agli imbarchi di MalpensaTerminal 2 vicino al gate D9, oppure agli imbarchi di Linate vicino al gate A17 c’è un’area c o n giochi interattivi a tema Geronimo Stilton
I bagni sono a misura di bambino?
In tutti i bagni c’è uno spazio per il fasciatoio, ma ancora non abbiamo i servizi igienici dedicati ai bambini come molti aeroporti all’estero. Per la normativa europea controlliamo di più se i bagni sono a norma per i disabili. Nell’aeroporto di Fiumicino, ma anche al Marconi di Bologna, ci sono bagni family, attrezzati per i bambini .
Se una mamma deve scaldare il biberon?
A Fiumicino abbiamo gli scaldabiberon.
E se non parte da o arriva a Fiumicino o Malpensa?
Ci sono i punti ristoro, molto disponibili ad aiutare le mamme con bambini piccoli.
Esistono aree dedicate all’allattamento, con uno spazio per i bambini un po’ più grandi, in modo che la mamma li possa tenere sotto controllo?
All’aeroporto di Malpensa una mamma può allattare in tutta tranquillità all’interno del Baby Pit Stop. I Baby Pit Stop si trovano all’interno delle Sale Amica. Per l’allattamento c’è una poltrona ergonomica. Se si deve cambiare un pannolino, c’è anche il fasciatoio.
Cosa è una sala amica?
Una sala dedicata ai passeggeri con ridotta mobilità e in alcuni casi con spazi dedicati alle mamme.
Per il bagaglio a mano, pannolini, pappe e medicinali, come ci si deve regolare?
Nursery a Fiumicino
Ogni compagnia aerea ha un suo regolamento, ma in linea di massima non c’è limitazione di peso per il cibo dietetico (in cui è compreso il cibo per bambini) e medicinali. Per alcuni medicinali è richiesta la prescrizione medica, ma diciamo che non è il caso dei bambini.
Per il passeggino, come ci si deve regolare? Si può imbarcare in aereo?
Quasi tutte le compagnie consentono di portare il passeggino fino alla porta dell’aereo, poi viene consegnato e imbarcato in stiva, e riconsegnato al momento dell’atterraggio o al nastro bagagli.
Qual è la regola per i bambini al momento del controllo sotto il metal detector?
I bambini che possono camminare da soli attraversano l’arco del metal detector da soli. Se suona l’allarme, il bambino verrà controllato con la presenza dell’adulto che lo accompagna.
I bambini che non possono camminare da soli attraversano l’arco del metal detector in braccio all’adulto che li accompagna. Se suona l’allarme, saranno controllati entrambi.
E se si arriva al metal detector con il passeggino?
Bisogna liberarlo da tutti gli accessori (parapioggia, giochi, borsa fasciatoio), che vanno riposti nella vaschetta e poi sul nastro. Si prende il bimbo in braccio e si affida il passeggino chiuso all’addetto alla sicurezza per metterlo nella macchina a raggi x e controllarlo.
Per i parcheggi, ci sono delle agevolazioni per le famiglie in aeroporto?
Parcheggi rosa a Fiumicino
Nei parcheggi di Fiumicino ci sono dei posti auto dedicati, contrassegnati da strisce rosa. Per le mamme in attesa e quelle con bambini nei passeggini, i posti auto dedicati saranno più larghi di circa un metro per consentire le manovre di carico e scarico delle carrozzine e una più agevole movimento alle donne in dolce attesa.
I posti riservati alle neomamme e alle donne in dolce attesa sono quarantacinque, cinquantadue posti per tutte le altre signore in partenza, sia al 3° piano del multipiano P-Terminal D, situato di fronte al Terminal 3, collegato dal tunnel coperto, sia al Parcheggio Lunga Sosta Coperto settore 2, che si trova a circa otto minuti dai Terminal ed è ad essi collegato attraverso un servizio di navetta gratuito che opera con frequenza di cinque minuti, ad esclusione della fascia notturna (01:00-05:00) dove funziona su chiamata.
L’aeroporto per famiglie dei vostri sogni
Dopo la chiacchierata con Mark De Laurentiis, secondo voi quali sono i servizi indispensabili per aeroporto family friendly? Ci sono aeroporti che avete visto da prendere come esempio?
Scrivetelo nei commenti, siamo rimasti d’accordo con Mark De Laurentiis che gireremo a lui tutti i vostri suggerimenti per migliorare i servizi negli aeroporti più sensibili.
Siamo appena tornati da un viaggio favoloso di tre settimane in Cina con i bambini, e ho già in mente una lista infinita di post tra consigli e racconti, ma al volo scrivo due righe sul nostro terribile rientro all’aeroporto di Napoli, sperando possa essere un post utile a altre famiglie sull’acoglienza alle famiglie negli aeroporti italiani.
Il personale dell’Aeroporto non ci fa passare
La fila per gl iExtra europei
Il gate per gli Europei vuoto
All’aeroporto di Napoli
Siamo abituati a viaggiare e a fare le file per il controllo documenti all’estero, a vedere i nostri bagagli aperti, a farci fotografare e lasciare impronte digitali. Siamo abituati alle lunghe file d’attesa per gli ”Stranieri”, ma quando torniamo in Italia, a casa nostra, non vogliamo sentirci discriminati perché abbiamo figli. Ma questo è accaduto.
La sopresa al controllo passaporti
Per tornare da Shanghai abbiamo preso un volo Aereoflot, con scalo a Mosca. Quasi 13 ore di volo e 20 di viaggio, arriviamo a Napoli alle 12 circa e scesi dall’autobus andiamo al gate di controllo per cittadini europei. Non c’è fila, ma non abbiamo neanche il tempo di prendere i passaporti che un poliziotto in divisa ci fa segno:“Andate nell’altra fila, i minori sotto i quattordici anni nella fila extra Ue”.
Extra Ue?
Cadiamo dalle nuvole. All’inizio rimaniamo interdetti, poi protestiamo.
“Scusi, siamo cittadini italiani”.
E il poliziotto: “Non mi interessa, qui non potete fare il controllo”.
Ci voltiamo e vediamo che nella fila Extra Unione Europea ci sono almeno 400 persone tra russi, cinesi, indiani. I bambini sono stanchi e costringerli a una fila di due ore non ci sembra giusto.
Insistiamo con il poliziotto e lui per tutta risposta ci risponde: “Purtroppo, avete dei bambini”. E se ne va mandandoci due addetti alla sciurezza dell’aeroporto che insistono per farci cambiare fila.
Come?
Viaggiare con i bambini è un problema?
Gli addetti alla sicurezza come mediazione ci invitano a chiedere a chi è in fila di passare avanti.
La fila per gli stranieri
Capiamo cosa è accaduto?
Noi non ci stiamo, non vogliamo una scorciatoia. Vogliamo essere controllati come cittadini italiani. Non vogliamo favori, ma diritti.
Dopo le nostre insistenze capiamo cosa è accaduto.
La Polaria ha poco personale, perciò all’aeroporto di Napoli i cittadini Europei passano al controllo automatico e quelli Extra Europei al controllo dello sportello con solo due poliziotti. Peccato che le macchinette automatiche non riescano a controllare i passaporti dei minori accompagnati.
Risultato? Le famiglie vengono penalizzate e devono fare la fila come gli stranieri.
Per noi è un’assurdità.
Capiamo che c’è poco personale e che le famiglie in viaggio sono poche, ma la poliza deve prevedere questi casi.
Come si è risolto?
Una donna poliziotto appena arrivata ci vede, capisce al volo la situazione e ci controlla lei, capendo che non è giusto costringere due bambini italiani a una fila per stranieri. Ci chiede scusa e sorride molto ai bimbi. E subito dopo la stessa poliziotta chiama un’altra famiglia italiana che, rassegnata, si era messa in fila con gli stranieri. Insomma, tutto si è risolto grazie alla buona volontà di un singolo agente. Ma è il sistema che dovrebbe pensare alle famiglie italiane che tornano a casa.
In partenza eravamo rimasti piacevolmente stupiti dalla corsia preferenziale, proprio all’aeroporto di Capodichino, per i controlli alle famiglie.
Perché non prevedere anche la ritorno un controllo passaporti per i bambini italiani?
Vi è capitato?
Vi è capitato in altre città Italiane? O a Napoli? Con questo post vorremmo capire se siamo stati solo sfortunati e siamo capitati in un giorno di caos o se negli aeroporti Italiani i controlli di Polizia penalizzano le famiglie e i bambini.
Vorremmo raccogliere delle segnalazioni (documentate) per scrivere direttamente al ministero dell’Interno.
Le vacanze, due o magari tre settimane che aspettiamo tutto l’anno, diventano uno stress se hai dei bambini? Qualche giorno fa ho letto su Repubblica l’articolo nel link, in cui un esperto, Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva presso il Dipartimento di Scienze Bio-mediche dell’Università degli Studi di Milano nonché autore del libro Il metodo famiglia felice (De Agostini) spiega che: “Viaggiare con i ragazzini, soprattutto se adolescenti, può essere logorante. Hanno spesso da ridire e si annoiano a stare con i genitori. Anche quando sono piccoli, ci possono essere delle difficoltà”. Non voglio entrare nel merito dell’articolo, ma voglio ribaltare il titolo “Come sopravvivere alle vacanze con i figli” in “Come si va in vacanza con i bambini senza stress”.
Per noi viaggiare con i nostri piccoli è la cosa più bella del mondo, è un piacere, è tempo dedicato a noi e a loro, non è un problema. Ma ci siamo chiesti: siamo dei marziani? Le vacanze con i bambini per le famiglie italiane diventano una corsa ai miniclub dove parcheggiare l’indesiderata prole?
Io ho le mie risposte, ma le altre mamme cosa pensano? Ecco la parola di nove “ESPERTE” di vita. I social servono a fare comunità. Facciamola. Tra le nostre esperte ci sono viaggiatrici estreme e viaggiatrici caute, c’è chi si adatta ai bambini e chi li coinvolge sui propri ritmi. Non c’è un modo giusto di andare in vacanza. Ma ognuna può trovare il proprio equilibrio. Ecco perchè un articolo a più voci.
E al di là dei viaggi, se leggete con attenzione ciascuno degli interventi, capirete subito che, siamo tutti sempre stanchi e super impegnati, che le ferie sono sempre troppo poche, ma anche che la famiglia in viaggio è la stessa famiglia che vive ogni giorno in casa.
Sofia, libera nei boschi
Abituare nella quotidianità i bambini ai ritmi del viaggio/vacanza: partire insieme è una boccata di ossigeno per tutta la famiglia
Ce lo spiega Silvia, mamma della piccola Sofia, on line con il blog e su Instagram vive la bellezza con ilvivaiodeisogni
Noi abbiamo fin da subito abituato Sofia ad essere partecipe della nostra vita. Quando aveva appena tre mesi abbiamo iniziato a portarla con noi ovunque. Feste, aperitivi, ristorante, passeggiate al mare e in montagna.
Abbiamo fatto il primo viaggio fuori porta quando aveva quasi 2 anni e per viaggio fuori porta intendo: aereo e Alpe di Siusi, partendo dalla Sardegna. E la nostra bimba, abituata a stare con noi, si è rivelata assolutamente all’altezza di tutto. Non ha protestato nello zaino da trekking porta bimbo e non si è lamentata nelle lunghe passeggiate prima e nelle vere e proprie escursioni dopo, quando ci siamo resi conto che era assolutamente in grado di poterle affrontare senza stancarsi o lamentarsi (sempre nello zaino trekking). Non ci crederete, ma Sofia faceva delle dormite epiche nello zaino. Anche per il cibo è stata favolosa, si è adeguata a tutto senza problemi. Pensavamo non percepisse la bellezza del contesto e invece ci ha sorpresi con un “wow” dietro l’altro. È molto vivace, non sta ferma un secondo, è irruenta e a tratti inopportuna … è una bambina … ma una bambina che sa stare ovunque nel mondo, perché così è stata abituata. Se vedo altri bimbi, figli di amici, vedo il delirio di un’uscita anche solo per un gelato. Ma mi do subito una risposta. Io porto Sofia anche a fare la spesa e non ho mai avuto attacchi di panico. Sì, è vero, ogni tanto chiede qualcosa, ma per lei il supermercato è un ambiente familiare. Ecco questo per dire che molto spesso le situazioni di stress siamo noi genitori a crearle, non rendendo partecipi i nostri figli della nostra vita. Poi è logico che se la loro vita è fatta di nido, asilo o quant’altro e 2 volte al mese decidiamo di toglierli da quella cappa di repressione in cui li abbiamo relegati per portarli fuori nel mondo non possiamo lamentarci se poi si verifica il delirio. In montagna la scorsa estate ho visto delle scene raccapriccianti di genitori che andavano di matto perché i figli si sporcavano, ma anche al mare vedo scene da strabuzzare gli occhi perché i bambini vogliono fare il bagno. Insomma, credo che i bambini siano solo il nostro specchio
Serena e la sua famgilia a Miami
In Vacanza tempi lenti, no alla frenesia dei Villaggi e dei baby club
Ce lo spiega Serena che su Instagram con Una mamma per il mondo e sul blog (Noi con le valigie) racconta i suoi viaggi con Stefano, Ginevra Sole e Sofia e non solo
Viaggi e bambini, per alcuni queste due parole non vanno molto d’accordo, per noi invece è il binomio più bello del mondo.
“Ma come fate a viaggiare con bimbe così piccole?”, spesso ce lo chiedono, forse per noi è quasi naturale, ma abbiamo imparato con il tempo che non costa molto. Serve calma, serve organizzazione e soprattutto serve amore.
In viaggio noi ci abbandoniamo completamente al luogo che ci ospita. E questo le nostre bambine lo sentono, di conseguenza si distendono anche loro, e ci aiutano a godere di momenti magici.
Per noi l’imperativo è: NO AI VILLAGGI TURISTICI. No alla frenesia, e no ai baby club, che molti credono utili, ma in realtà non è così! Scegliamo sempre strutture locali, possibilmente appartamenti, dove anche la più piccola possa sentirsi a suo agio, con i suoi orari, ed a volte, anche i suoi capricci; Abbiamo capito che un capriccio dentro le “mura di casa” non sarà mai come il capriccio in un Resort. Le concediamo il suo tempo, senza estranei a fissarla, o animatori ad agitarla. Perciò i nostri viaggi iniziano sempre con queste due parole: Calma e Casa.
Ed il tempo per i genitori? Infondo anche loro devono rilassarsi. Ecco, quando tutti dormono, inizia la nostra ora, quella delle chiacchiere sul balcone, sorseggiando i liquori del posto, delle parole sussurrate, delle risate e delle pianificazioni del giorno seguente! Per viaggiare serve impegno, è vero, serve essere attenti a tutto, ed essere comprensivi. Sappiamo da genitori che affrontare il mondo in quattro, è stancante, ma è il regalo più bello che possiamo farci, altrimenti ci limiteremmo ad un week end a Formentera in coppia. Con un pizzico di organizzazione, tutto è possibile, ed i vostri bambini vi stupiranno… saranno loro che renderanno il viaggio speciale, con i loro occhi pieni di stupore, vi faranno innamorare di piccoli dettagli, che forse da soli non avreste notato.. alla fine, non saprete più farne a meno, e sorriderete, anche solo per averlo pensato che i bambini ed i viaggi, non vanno d’accordo.
Anette e i suoi bambini in partenza
Bisogna coinvolgere i bambini su tutto a casa e in viaggio
Ecco il consiglio di Annette, mamma vagabonda con tre figli sempre al seguito. Su Instagram è Vagablond.mom
I bambini sono bambini, ma non per questo devono diventare un problema a cui sopravvivere. Per carità, noi vinciamo le olimpiadi dei capricci ma di certo non definisco logorante i viaggi con loro…tanto meno devo sopravvivere.
Di mio, non ho mai fatto viaggi per i bambini….o a misura di bambino. Mi spiego meglio…le mie vacanze non ruotano intorno a loro. Noi viaggiamo e scopriamo e cerchiamo e ci divertiamo e credetemi se i bambini vedono i genitori divertirsi (sempre nel limite delle loro esigenze) allora cominceranno a scoprire, a cercare e a divertirsi anche loro. Non crediate che sia pazza o che dia per scontato qualcosa. O che i mie figli siano degli angeli. Ho tre figli, con cui trascorro la maggior parte del mio tempo da sola. Però proprio per questo se devo programmare una vacanza non vado in Giappone perché so che i ritmi sarebbero estenuanti per loro… però non vado neanche in un villaggio perché sarebbe la mia morte. L’anno scorso volevo vedere l’Alhambra, un complesso di palazzi e giardini stupendo a Granada….pensavo che essendoci i giardini potesse essere un buon posto anche per i bambini…invece non è stato il luogo più adatto dove portare due bimbi di 3anni e 1anno e mezzo ed io incinta. Gli errori si fanno. Ma proprio facendo molti errori ho capito che se coinvolgo al 100% i miei figli riesco a fare tutto, anche a visitare l’Alhambra. Il mio consiglio perciò è coinvolgere in tutto, ma proprio in tutto i bambini… e non solo nelle due settimane di ferie, ma ogni giorno nella vita quotidiana.
La famiglia di Vitacon3
Le vacanze deve essere un’avventura
Ce lo spiega Giusy, mamma di tre gemelli, su Instagram come Vitacon3
Qualcosa di veritiero l’esperto la dice: “Si è persa l’abitudine di vivere con i bambini” E devo dire che questo mi dispiace parecchio! Tornando alle vacanze, con tre gemelli (sì ho tre bimbi della stessa età, per chi non mi conosce) certo non sono una passeggiata, ma basta solo un poco di buon senso, un buon senso di organizzazione e tanta pazienza.
Per esempio, secondo l’esperto, io rientro nella fascia di età in cui dovrebbe essere facile andare in vacanza con i miei figli….perché tutto si risolve con delle piacevoli coccole. Ci provasse l’esperto a coccolare 3 bambini di 3 anni e mezzo. A questa età non conta la meta, puoi andare al parco Marino, allo Zoo, a New York, al mare o in Tibet… a 3 anni i bambini vogliono solo attenzioni! A 3 anni un bambino vive di routine e già un piccolo spostamento per loro è uno stravolgimento di vita. Noi non abbiamo mai rinunciato a fare nulla…ma ovviamente ci organizziamo in funzione loro! Non vado in hotel o villaggi e preferisco, invece, affittare un appartamento dove, in caso di necessità ,possiamo creare una routine simile a quella di casa. Facciamo cose in cui possiamo coinvolgerli…passiamo più tempo possibile in spazi aperti, evito mostre, musei, rassegne o cose che non abbiano interesse per loro (tanto a 14 anni partiranno da soli e io potrò vedere tutti i musei del mondo).E anche io dico “No” ai baby club…perché siamo una famiglia e quindi la vacanza è un momento per tutta la famiglia. Vogliamo stare insieme. E così racconto storie sul luogo dove siamo o trasformo tutto in un’avventura, a tre anni sono più curiosi e interessati a ciò che li circonda di un adolescente.
Sì, anche io sono d’accordo sul fatto che alcuni genitori credono di poter fare le vacanze tali e quali a quando erano in coppia, non tenendo conto per nulla dei bisogni dei bambini. Noi non siamo grandissimi viaggiatori, ci spostiamo in Italia o poco più in là, ma con Cloe non abbiamo cambiato i nostri viaggi, li abbiamo adattati alle sue esigenze.
Cerco di non farle perdere le abitudini di casa, ovvero nanna sempre alla stessa ora, riposino dopo pranzo, orari dei pasti ecc.
Solo così lei è tranquilla e noi riusciamo a trovare i nostri tempi.
Ah, abbiamo smesso di frequentare wellness e hotel a 5 stelle, almeno finché non sarà più grande, perché è sprecato. Finché eravamo in coppia era molto romantico e rilassante, ora sono soldi sprecati. Preferiamo la comodità della posizione – in montagna d’inverno per esempio direttamente sui campetti scuola!
La famiglia di Mylitte2.Milan
In vacanza non possiamo portare dei figli sconosciuti
Ce lo spiega Alessia, mamma pugliese che vive e lavora a Milano su Instagram la trovate come Mylittle2. Milan. e anche sul suo sito .
A Milano si fa il primo figlio intorno ai quaranta anni e spesso resta figlio unico perché gestirlo è davvero oneroso e complesso, si lavora a ritmi frenetici e se ti fermi perdi il lavoro e la possibilità di vivere in maniera medio dignitosa, di conseguenza la realtà è ben diversa da quella che qui noi abbiamo con due o tre figli!! Basti pensare che io per trovare la scuola primaria che fa il tempo breve (cioè il bimbo esce 3 giorni a settimana alle 13.00) ho dovuto penare e lo manderò ad una scuola comunale in centro, perché nelle altre scuole non si riesce neanche a creare la sezione a tempo breve. Non c’è la richiesta perché l’interesse primario del genitore milanese è tenere il figlio occupato in un posto sicuro fino al pomeriggio!! Ovvio che poi arrivi a fare le vacanze con un figlio che non ti godi tutto l’anno ed è quasi uno sconosciuto … una sorta di peso. Il problema non sono le vacanze, è la vita che si conduce quotidianamente. I bimbi che incontro al parco o ai corsi in cui porto i miei bambini all’80% dei casi sono in compagnia della tata, la mamma la vedono in serata e ci passeranno giusto qualche ora, visto che poi vanno a nanna per affrontare le giornate massacranti che si ripetono. È un fenomeno dovuto ai tempi moderni, tempi che purtroppo detta la nostra società. Io non esprimo giudizi, so di essere una privilegiata perché mi godo i miei bambini ogni giorno: andiamo insieme al parco o ai loro corsi e sappiamo stare insieme ovunque perché stiamo a contatto 24 ore su 24. Ma chi non ha questo “privilegio” è ovvio che sia spaesato quando si ritrova H24 con suo figlio…. Per il resto secondo me le vacanze con i figli sono fattibilissime con le accortezze che hanno giustamente sottolineato sopra tutte le altre. Non vai con i bambini a NYC se vuoi solo girare per negozi, musei o locali fighi. Bisogna rispettare anche le loro esigenze di bambini. Quindi se proprio vuoi andare a NY nel programma di viaggio metterai parchi, playgrounds e magari la caserma dei pompieri. Va rispettato il piacere di tutti i componenti della famiglia!! Io personalmente li porto al mare ed in montagna, in grandi città andiamo solo per i weekend ed ovviamente facendogli fare cose che gradiscono, come per esempio stare ore nell’area bambini dei giardini di Lussemburgo a Parigi. Quando ho fatto lo stesso viaggio per lavoro, sola con mio marito, ci siamo ammazzati di tours di negozi ed altro che i bambini non avrebbero affatto gradito. Insomma che prevalga il buonsenso ed il rispetto per le loro piccole persone e così si può andare ovunque!
La famiglia di Anna
Viaggiare con i bambini è più semplice se si ha sempre pronta una soluzione alternativa
Ce lo spiega Anna sul blog e su Instagram come Panannablogdiviaggi
Per noi le ferie sono il momento più atteso dell’anno per stare finalmente tutti insieme 24 ore su 24! Durante l’anno noi grandi lavoriamo a tempo pieno, si trova comunque il modo di condividere attività nel weekend (siamo legati al pallone e non è un impegno da poco!), ma in settimana può capitare che io rientri la sera quando i ragazzi sono praticamente pronti per andare a dormire, mentre ci scambiamo in estate quando Stefano ha orari più lunghi e io gestisco la famiglia.
Non ricordo chi diceva che non conta la quantità, bensì la qualità del tempo trascorso con i propri figli. E forse è proprio questo il nostro segreto. Per le vacanze scelgo io la meta, ma ho sempre fatto attenzione a organizzare attività che possano piacere ai ragazzi. Tante volte si va per tentativi, come quando ho pianificato due giorni di visita alla città come prima tappa a inizio estate, mentre loro chiedevano solo di fare il bagno in mare… è andata a finire che si sono buttati in un torrente ghiacciato pur di fare il bagno.
Il consiglio che mi sento di dare è di non fermarsi ai primi capricci, ma tentare soluzioni e approcci alternativi. Un esempio: fino a qualche anno fa i ragazzi trovavano pesantissimo venire a camminare in montagna, allora abbiamo provato a fare una passeggiata con visita guidata. Stando in gruppo e con tante nozioni da imparare non si sono neppure accorto di chilometri e dislivello! E da allora la montagna è una passione comune!
Alessandro Sansonetti
Vacanze non è solo viaggi, è anche godersi semplicemente i propri bambini
Ce lo spiega Sabrina, su Instagram come Alessandro_Sansonetti
Che significa vacanze? Per tanti significa viaggiare, rilassarsi, ma per noi mamme non è proprio così!! Magari non abbiamo più tanto tempo da dedicare a noi, ma abbiamo la gioia di vivere le loro prime volte!!! Il primo bagnetto, il primo tuffo, il primo castello di sabbia e potrei andare avanti all’infinito!! E poi abbiamo la fortuna di ascoltare la musica più bella che possa esistere, le loro risate, è la mia musica preferita!!!Poi c’è anche da dire che non tutti hanno la possibilità di andare in vacanza per vari motivi, come noi , chi per il lavoro o chi per altri problemi!! Ma come si ha un po’ di tempo libero si cerca di organizzare qualcosa!! La vacanza non è per forza viaggiare, la vacanza è stare bene con le persone a cui vuoi bene, in questo caso i nostri figli!! Nel mio caso Alessandro, senza di lui che vacanza è!
Federica e i suoi bimbi in barca
Dobbiamo avere più fiducia in noi genitori e nei nostri figli
L’esperienza di Federica su Instagram e sul suo blog come Mammathestar
A luglio ero da sola e ho scelto per le mie vacanze di andare in un villaggio in Sicilia, il VeraClub DonnaLucata, molto molto carino. Ammetto i bambini si sono divertiti e scatenati, per me è stato un po’ noioso, anche se mi sono goduta l’hotel e gli aperitivi. La vera pazzia però l’abbiamo fatta dopo, abbiamo deciso di portare i bambini dalle comodità del villaggio alle “Scomodità” della barca, per un giro a Ponza di una settimana. Sinceramente, dopo l’esperienza al villaggio con gli animatori a loro disposizione temevo la rivolta e invece…. Invece i piccoli si sono adattati subito ai ritmi della barca, anche prima di noi. A volte organizzi tutto in funzione dei bimbi e poi alla fine loro non apprezzano quanto invece organizzi quello che piace a te, loro stanno benissimo. Bisogna avere più fiducia in noi come genitori e nei nostri bambini, in vacanza come nella vita quotidiana.
Le esperte sono nove (tutte diverse, non volevamo un parere di nicchia), ma sono 9 non a cas0. Il decimo vorremmo che fossi TU, nei commenti. Le vacanze sono un banco di prova per i genitori. Non sempre va tutto bene. Imprevisti ce ne sono sempre. Ma dipende da come affonti i problemi e da come vivi questo momento: le vacanze sono un’occasione o uno stress? Scrivici il tuo intervento, può essere utile a un altro genitore
Dal 7 novembre 2019 sono obbligatori i seggiolini auto anti abbandono per i bambini da zero a 4 anni, cioè seggiolini dotati di un dispositivo per ricordare a chi scende dalla vettura che un piccolo e prezioso passeggero è ancora a bordo. Ma ci sono molti dubbi e poca chiarezza. Proviamo a fare il punto.
Viaggiapiccoli, comincia l’avventura. Come comincia? Su Instagram. Sì, Instagram è un social gentile. È un social dove si propone, si cerca e si trova bellezza. Non c’è livore, non c’è polemica, c’è condivisione. Hai un interesse? Trovi persone che hanno il tuo interesse, ma non nel tuo palazzo, nel tuo quartiere, nella tua citta: in tutto il mondo.
Come ho scoperto Instagram
Ho scoperto Instagram nelle scuole, presentando i miei libri (ma questa è un’altra vita), i ragazzini delle medie e delle elementari mi chiedevano se ero su Instagram, se facevamo una diretta su Instagram, se facevo le Stories. Io avevo un profilo dove ogni tanto pubblicavo una foto che mi sembrava carina, con hashtag tipo #love #family #happymoment. In una parola: “una negata”. Però ho capito che Instagram era un social vivo, un social da esplorare …che parlava anche ai più piccoli.
Ho comprato il corso di IstantAdvance
Quando faccio qualcosa, questo in generale, mi piace capire quello che faccio. Ho perciò acquistato il miglior corso Instagram, ho conosciuto Dario Vignali e Fabio Fundarò, due ragazzi (ma non sono soli, la famiglia dei Marketers è grande), giovani e bravissimi (con loro sembra tutto facile, tutto possibile e soprattutto se hai un dubbio rispondono sempre!) … ho imparato tutto quello che c’era da sapere su Instagram. Nel corso ci sono molte lezioni facili e tecniche su Bot e tool, io però lavoro di parole e di contatti, lavoro con le persone, di quella parte non ho capito niente (perdonatemi in questo sono stata una pessima allieva). Io devo capire e per capire devo fare. Una cosa ti dice subito Dario: “Quando apri un profilo Instagram non essere generico, scegli un argomento che ami e punta su di quello, perché se lo ami trasmetterai il tuo amore e amerai occuparti di tutto quello che riguarderà il tuo profilo. Non sarà lavoro sarà amore”.
Nasce Viaggiapiccoli
Sono una romantica, istintiva, passionale. Era il consiglio adatto a me. Io amo la mia famiglia e amo viaggiare. Ho letteralmente tirato fuori dalla scatola dei ricordi (in quest’epoca l’hard disk esterno al mio Mac) le foto dei primi viaggi fatti con la mia famiglia… e ho cominciato a raccontare i nostri viaggi, le paure, i dubbi, le gioie. Francesco si è subito appassionato. Abbiamo cominciato a scegliere insieme la sera dopo cena le foto…era tenero rivedere i bambini piccoli, alle prese con le prime esperienze in giro per il mondo. Viaggiapicoli è diventato subito il nostro spazio, il nostro momento condiviso, dopo le giornate folli di lavoro.
Viaggiapiccoli, una Comunità di Viaggiatori
Così in poco più di tre settimane, ad aprile 2018, siamo arrivati a 2200 follower, ma soprattutto abbiamo visto crescere attorno a noi una comunità di genitori che amano viaggiare con cui scambiarci trucchi, consigli esperienze (dopo viaggiare la cosa che ci piace di più è parlare di viaggi) e di genitori che non hanno mai viaggiato in cerca di consigli, spunti, idee, incoraggiamento. A fine 2018 eravamo a 10 mila followers.
Ogni giorno
Ogni giorno dedico a Instagram un’ora al mattino appena sveglia e un’ora la sera ( o forse sarebbe meglio dire la notte). Sono le mie ore di fuga, di chiacchiere, di viaggi. Di libertà.
Il blog
Proprio su Instagram in tanti ci hanno chiesto più consigli, in molti ci hanno chiesto. “Avete un blog?”. E, allora, visto che wordpress lo conosco bene, che ho un paio di amici smanettoni che mi aiutano con le cose tecniche, ecco anche questo nuovo spazio, di sfida per noi e di approfondimento per chi ama o vuole viaggiare. Grazie a chi ci ha incoraggiato a chi ci ha fatto sentire parte di una famiflia più grande. Vediamo insieme che succede!