Sì il campeggio è scomodo. Sì il campeggio è economico. Sì il campeggio è da provare una volta nella vita. Parto da questi tre sì, per provare a scrivere il mio vedemecum sul perché bisogna provare l’esperienza del campeggio con i bambini.
Sì il campeggio è scomodo. Sì il campeggio è economico. Sì il campeggio è da provare una volta nella vita. Parto da questi tre sì, per provare a scrivere il mio vedemecum sul perché bisogna provare l’esperienza del campeggio con i bambini.
Quest’estate abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno in tenda con Mattia. Era da un po’ che l’idea ci solleticava, così, a ferragosto, abbiamo colto al volo l’occasione.
Avete mai fatto campeggio in tenda? Se state pensando a un viaggio in tenda ed è la prima pima volta, avrete mille dubbi e molte esitazioni. Tranquilli, è normalissimo. Io e Francesco abbiamo 44 anni e ogni anno diciamo: “Siamo diventati troppo vecchi per il campeggio”.
Fare campeggio con i bambini è un’avventura meravigliosa, ma impegnativa, perciò bisogna essere preparati (Campeggio: tutto quello che dovete sapere) e avere l’attrezzatura giusta. Quest’anno siamo stati tre settimane in Canada, un viaggio on the road di 21 giorni con la metà dei pernottamenti in campeggio. La scelta della tenda era fondamentale, perché ci aspettavamo clima piuttosto freddo di notte. Abbiamo fatto un giro nei negozi di outdoor e uno screening su internet. Francesco, anche quando è stato in Africa da single, ha sempre usato la tenda Svalbard della Ferrino, e visto che in Canada c’è un clima continentale simile a quello dell’Africa meridionale in estate, temperato di giorno e freddo di notte, abbiamo deciso di fidarci della sua esperienza e di prendere l’evoluzione una tenda che sembra proprio una Svalbard, ma per famiglie. La nostra scelta è stata la tenda Lhotse 4 Ferrino: ottima per il campeggio in famiglia.
Tenda Lotse 4 Ferrino, il nostro test: lati positivi
Alle fine del viaggio di campeggio possiamo dirvi con cognizione di causa perché questa tenda ci è piaciuta ( il prezzo ).
In Canada, nel parco nazionale di Banff, contro ogni previsione la temperatura di notte è scesa sotto zero (ci aspettavamo tra i cinque e gli otto gradi), ma la tenda ci ha fornito un buon isolamento, e non siamo mai scesi sotto i quattro gradi. Altre notti è piovuto, anche forte, e l’interno della tenda è sempre rimasto asciutto.
Ecco tutti i lati positivi di questa tenda, secondo il nostro test:
Tenda Lhotse 4 Ferrino, il nostro test: cosa migliorare
Come avete capito siamo super contenti della nostra scelta. La nostra tenda Lhotse 4 è stata la perfetta compagna di viaggio, un porto sicuro e confortevole. In qualche aspetto, però, potrebbe essere migliorata;
Uno dei grandi vantaggi di questa tenda è che si può usare sia d’estate che di inverno. D’inverno si chiude e si fissa al terreno e grazie al telo di copertura è davvero isolata da vento e umidità. D’estate si aprono zanzariere e finestrelle di areazione e si arrotola la copertura esterna per permettere la circolazione dell’aria.
La versatilità di questa tenda comporta che è un po’ più ingombrante di una tenda standard, ma è anche più comoda. Noi abbiamo viaggiato con sacco a pelo ed auto ed è stata perfetta.
PESO MIN (Kg) 4,85 kg
PESO MAX (Kg) 5,2 kg
VOLUME (m3) 4 m3
DIMENSIONI (cm) 380x220x155 cm (aperta) / 50×22 cm (chiusa)
Post in collaborazione con Ferrino
Se ti interessa leggi anche: “Come abbiamo scelto i nostri zaini“
Questa estate abbiamo fatto un viaggio da sogno, 21 giorni on the road in Canada, con tanto campeggio e tanto trekking con i bambini. Prima domanda che ci siamo fatti è stata: Trekking e campeggio: come scegliere gli zaini?
Enrico e Giulia hanno sette anni e soprattutto Giulia è piccolina, quindi in viaggio non possono portare ancora un bagaglio loro, ma da quest’anno abbiamo deciso di affidargli un piccolo zaino per il trekking, quasi vuoto, ma in modo da abituarli.
Camminare come portare uno zaino per i bambini non è facile, ma se li abitui piano piano diventa un meccanismo automatico.
Per loro abbiamo scelto uno zaino Zephyr della Ferrino di 12 litri+ 3, il peso da vuoto è di 850 grammi, le misure sono 3x28x25 cm. Anche per Giulia che è alta un metro e quindici va benissimo.
Soprattutto c’è un tessuto reticolare che garantisce la traspirazione e anche se li portano quasi vuoti la distribuzione del carico e la stabilità nel trasporto sono ottimizzate grazie al bastino in acciaio flessibile; spallacci e cintura a vita super traspiranti grazie all’abbinamento di imbottiture preformate e con canali di aerazione e tessuto reticolare super traspirante.
Non sono molto capienti, ma per portare felpa, cappellino e borraccia sono ottimi. Hanno tante tasche, copri zaino per la pioggia, due porta bastoncini a scomparsa e una cosa che piace molto ai piccoli: un cinturino con fischietto di emergenza
E chi ci conosce, lo sa che ci piace essere una famiglia anche con abbigliamento e accessori, perciò per noi adulti abbiamo scelto gli stessi zaini Zephyr, ma di capacità superiore, 22 litri più tre. Più capienti ( io ci porto anche il computer) e devo dire che, grazie all’intelaiatura in acciaio, sono comodissimi anche dopo diverse ore di camminata.
Come ho detto i bambini non hanno un loro bagaglio, perciò i loro vestiti li dobbiamo dividere noi genitori.Nello zaino di papà abbiamo messo le loro scarpe da Trekking.
Francesco usa da anni il suo zaino storico, le caratteristiche fondamentali sono:
Nei viaggi “zaino in spalla” ho sempre usato un 75 litri, ma per fortuna gli zaini si sono evoluti e io sono sempre più per un bagaglio super essenziale, perciò quest’anno per il Canada ho scelto uno zaino 60 litri, sempre della Ferrino, ma studiato appositamente per le donne. Devo dire che nonostante i 15 litri in meno, grazie alle tante tasche e al tipo di tessuto, sono riuscita a mettere dentro tutti i miei vestiti, le mie scarpe da trekking e i vestiti di Enrico e Giulia per otto giorni (dopo abbiamo fatto un bucato).
Ho scelto un Transalp 60 Lady è lo zaino da trekking studiato per noi donne, con spallacci e fascia a vita disegnati per essere ergonomici.
Le sue caratteristiche principali sono:
Da migliorare: farei solo le cerniere un po’ più grandi, perché soprattutto quella della tasca frontale, a zaino pieno, avevo difficoltà a trovarla e ad aprire.
Anche se devo dire che confrontando il mio zaino di ultima generazione con quello di Francesco, è molto più leggero, spazioso e ergonomico.
Post in collaborazione con Ferrino
Se ti interessa leggi anche: “La nostra tenda“
Procida è un’isola retrò, dai ritmi lenti, con le case colorate e i pescherecci che ogni mattina tornano a terra carichi di profumo di mare. Procida è un’isola da scoprire con lentezza (leggi: 10 cose da fare e vedere a Procida) , camminando, o in bici. Ma dove dormire? Una buona idea può essere il campeggio a Procida. Perché? Seguiteci. Abbiamo fatto un giro nei campeggi procidani, tra novità extra lusso e campeggi storici e ben rodati.
Non è semplicemente un campeggio, ma è un viaggio nei profumi mediterranei di Procida e nella storia del campeggio più avventuroso, quello americano anni ’50-’60 con i camper Airstream, icona di design e stile vintage.
Devo dire che gli Airstreem sono i mie preferiti, con i loro giusci che luccicano al sole, i divani di pelle rossa, le forme morbide: perfetti per le famiglie, ma nel Procida Camping resort ( in zona piazza Olmo, posto strategico, tra al spaiggia de La Chaiia, Il Ciraccio e la Chiaiolella) potete trovare 4 diverse tipologie di glamping suites.
L’Airstream 604 è perfetto per ospitare 2 adulti e 1 bambino (max. 10 anni). Ha aria condizionata, un divano letto, trasformabile in letto singolo 202×74 cm , una cucina attrezzata con fornello a gas, frigo, forno, bollitore, utensili e stoviglie , bagno completo di wc, lavabo, specchio e doccia 70×90 cm, Radio e TV LCD , una veranda esterna in legno, arredata con mobili da giardino e tenda frangisole, posto auto riservato.
A luglio una notte costa intorno ai 190 euro , ad agosto il prezzo è di circa 205 euro a notte ( 4 posti letto).
Al Procida Camp Resort, oltre ai camper vintage ci sono anche le tende Safari, perfette per vivere un’avventura con i bimbi: comode e spaziose, hanno due camere separate (una con letti a castello), cucina completamente accessoriata, bagn, e un’ampia veranda.
Grazie anche alla macchia mediterranea e ai cieli stellati di Procida, basta chiudere gli occhi e si può sognare l’Africa…e le grandi spedizioni.
A luglio una notte costa intorno ai 180 euro, ad agosto 199 euro ( 4 posti letto)
Sempre al Camping resort, la terza opzione di soggiorno è quella in bungalow: ci sono anche 12 bungalow in muratura i nstile mediterraneo, adatte per le coppie o le famiglie di 4 persone, con aria condizionata , bagno ( ognuno personalizzato) e cucina.
A luglio il costo è di 230 euro, ad agosto di 250.
Quarta e ultima opzione sono le Nordisk per due o 4 persone, sono più romantiche , tende completamente arredate, con puff e cuscini, ognuna con bagno privato, e cucina all’aperto.
A luglio il costo per notte è di 135 euro, ad agosto di 150 circa.
Il Camping resort ha curato i dettagli nei minimi particolari: ha wifi e colazione, cambio biancheria, si possono affittare bici elettriche, anche con i carrello per i bambini e la Mehari (tipica di Procida) come navetta per il porto.
È un’oasi di silenzio e tranquillità. Qui davvero sembra che il tempo si sia fermato, in lontananza la musica di una radio, gli uccellini, il sole chiaro e forte, l’odore dei limoni e del rosmarino.
Vicinissima c’è la spiaggia della Chiaia e a 15 minuti a piedi quella della Chiaiolella. A pochi metri anche il nuovo supermercato Cra
Proprio il cancello accanto al Campin Resort, in via IV Novembre, c’è un campeggio storico di Procida, il campeggio La Caravella, gestito da Lucia e dalla sua famiglia da 32 anni. Atmosfera rilassata e familiare, ombra e roulotte per quattro persone e anche le mignon per due.
La roulotte 4 posti con bagno costa dai 60ai 70 euro a notte, , senza bagno dai 40 ai 50. Le piccoline intorno ai 30 euro.
C’è una lavatrice e spazio cucina. “Siamo un camping a una stella- dice Lucia- Ma amiamo il nostro lavoro e lo facciamo con passione. Il campeggio è una filosofia di vita”.
I viali del Camping le caravelle sono curatissimi, le roulotte, un po’ calde, ma tutte ben tenute, pulite e accessoriate.
È molto vicino a piazza Olmo, quindi a negozi e supermarket. C’è anche una ottima macelleria The Butch, che prepara ottimi panini da asporto e pollo al girarrosto.
Altro camping storico di Procida, è il Camping Ciraccio, in via Salette 16, a pochi metri dalla spiaggia omonima.
Qui ci sono 10 bungalow in muratura di 25 metri quadri con 4 posti letto ( più un quinto con il divano letto) e bagno.
A giugno e a settembre una notte costa 55 euro, a luglio 65, ad agosto 75 e si possono prenotare per minimo due settimane.
C’è una piazzola per le tende e la possibilità di dormire in roulotte.
Vicinissimo alla spiaggia del Postino, scelto spesso da turisti francesi e inglesi, il Camping di Puntaserra (via Flavio Gioia) è un campeggio tranquillo e silenzioso, anche s eun po’ vecchiotto. Ci sono 12 bungalow prefabbricati con 4-5-6 posti letto. Sono disponibili anche posti tenda e roulotte
Questo campeggio, alle spalle del cimitero (dove c’è una spiaggia bellissima, però), è un po’ isolato. Non ci sono bar o supermercati vicini.
Quando abbiamo fatto il nostro sopralluogo ci ha guidati una famiglia francese, non c’era personale.
Immerso nella natura ha un bello spazio tende vicino al belvedere sulla spiaggia della Chiaiolella.
Procida è un’isola che sta vivendo un boom di turismo ( soprattutto straniero), ma non è ancora attrezzatissima per l’accoglienza turistica. La gran parte dei turisti affitta una casa per un breve-lungo periodo. E le poche strutture ricettive sono spesso piene, soprattutto nei fine settimana. La soluzione del campeggio può essere un’idea diversa, perfetta per i bambini, ma anche molto romantica per le coppie o adatta a chi viaggai da solo, per trovare compagni di viaggio
Lasciare i propri punti fermi. Cambiare punto di vista. Alzare i piedi da terra e salite sugli alberi. Noi lo abbiamo fatto: per una notte abbiamo dormito in un nido, come uccelli… la nostra casa è stata una tenda sospesa. Abbiamo fatto TreeCamping e ci siamo sentiti liberi. Abbiamo lasciato a terra i problemi, le preoccupazioni, i contrattempi e in una tenda, tra terra e cielo, ci siamo abbracciati tanto, abbiamo riso tanto e ci siamo sentiti vivi.
Il campeggio ha aperto da un mese all’interno dell’Adventure Park di Ischia, nella Pineta di Fiaiano (Barano). È l’unico in Italia e noi siamo i primi a provarlo. Emozione a mille.
Io (Cristina) ho un’amica speciale e si chiama Luciana Morgera, è una donna che riesce a trovare il bello intorno a sé e quando non lo trova lo crea. Il giorno del mio compleanno (ma forse lei non ci ha fatto caso) in piena notte mi manda una foto e un messaggio. “Con Viaggiapiccoli dovete dormire qui”. Solo questo. Luciana mi propone di dormire in campeggio in una tenda sospesa tra gli alberi. Si chiama TreeCamping. Penso subito alla faccia dei bambini quando glielo dirò e decido: “Andiamo!”.
Il giorno dopo mando un messaggio su Facebook e mi risponde Enrico Di Costanzo: “Sabato la tenda è a vostra disposizione”. Detto fatto. Prenoto e decido di fare una sorpresa a Enrico e Giulia.
Siamo esploratori, pionieri, inventori. Ma soprattutto, nel nostro profondo, siamo semplicemente ragazzi che hanno voglia di giocare all’aria aperta, arrampicarsi sugli alberi, divertirsi con gli amici, rendendo queste esperienze sempre più uniche.
Così si legge sul sito di Tentsile Italia e condividiamo ogni parola.
Enrico ci spiega che le tende sospese sono state inventate per fare campeggio nei luoghi impervi, con terreno roccioso o fangoso, o per venire incontro a chi ha paura degli insetti nel terreno. Ma poi aggiunge: “Sono state inventate per provare una nuova esperienza, per sentirsi parte della natura”. E questo ci basta. Questo è il motivo per cui siamo qui.
Enrico e Giulia trascorrono la giornata al mare con il papà, io li raggiungo in serata con il traghetto e andiamo subito al Parco Avventura. Loro sanno che dormiranno in un posto misterioso. “Dormiamo in una caverna? Su un albero? Dentro una casa di legno?”, provano a indovinare. Guidati da Enrico-grande attraversiamo il Parco (ma ve ne parlerò in un altro post, perché è un altro posto bellissimo) e arriviamo su un belvedere, davanti a noi il Castello di Ischia e dietro la sagoma molle di Procida. Il sole sta tramontando ed è tutto avvolto da una luce rosa. Rimaniamo immobili, rapiti dal paesaggio … e non vediamo la tenda. Poi Enrico-piccolo si volta e grida: “Mamma c’è una tenda sugli alberi”. E i piccoli corrono sotto la tenda.
Enrico-grande la apre e cala una scaletta arancione. In tre mosse i piccoli sono su. Noi adulti… diciamo che ci mettiamo un po’ più di tempo e di mosse.
C’è una “porta centrale” da cui viene calata una scaletta di corda. Devo dire che i piccoli sono riusciti a salire facilmente, per noi invece è stato più difficile, tanto che Enrico-grande ci ha messo uno sgabello di supporto. Un po’ di forza nelle braccia e una botta di addominali e siamo tutti dentro.
La nostra tenda è per quattro persone. Enrico-grande ci spiega che sono quattro amache e che bisogna sistemarsi seguendo le linee delle amache. All’interno la tenda è spaziosa. Non soffro di vertigini e la sensazione è subito di sicurezza, la tenda è salda e non dondola. Inizia il TreeCamping.
La prima risposta è: si dorme abbracciati. Diciamo che è una tenda dove andare con le persone che ami. Direi adattissima alle famiglie, ma soprattutto alle coppie. La sera ci siamo sistemati ognuno nella propria amaca, nei quattro angoli della tenda, ma la mattina ci siamo ritrovati tutti al centro, abbracciati. Abbiamo dormito abbastanza comodi, ma si scivola molto, soprattutto se sei leggero. Con Giulia abbiamo riso moltissimo, perchè lei, che pesa 18 chili, continuava a sistemarsi il sacco a pelo, ma appena si stendeva scivolava verso il centro. Manca una tasca interna dove appoggiare il telefono e piccoli oggetti e un gancio dove appendere una luce centrale (ma Enrico-grande rimedierà presto a questi piccoli inconvenienti). La notte però è passata serena anche se quando Francesco ( il più pesante) si girava, dondolava tutto. Ed è stata una piccola impresa anche scendere a fare la pipì di notte. Per fortuna avevamo lo sgabello.
Ci siamo svegliati con la prima luce del sole e il canto degli uccelli. È una sensazione stranissima e allo stesso tempo elettrizzante svegliarsi e prendere coscienza che non sei a terra, ma sei sospeso a mezz’aria (la tenda è a circa due metri e mezzo dal suolo). La prima sensazione è stata di leggerezza. La seconda di libertà. Enrico ha aperto il finestrone e abbracciati abbiamo guardato le prime luci del giorno.
E mentre guardavamo il panorama abbiamo avuto una sorpresa. È arrivato Enrico con un cestino a quadri rossi e bianchi con dentro i cornetti caldi. Come vuole la tradizione di Ischia il “panariello” è salito fino alla tenda. Anche se poi siamo scesi e abbiamo fatto colazione al tavolino con gli sgabelli. Che bella coccola.
Nella tenda abbiamo portato solo il sacco a pelo e il pigiama. La tenda è larga e ci siamo cambiati con semplicità, i bambini riuscivano anche a stare in piedi. Gli zaini li abbiamo lasciati all’ infopoint (che funge reception del campeggio). Nel campeggio c’è un bagno chimico (non vicinissimo alla tenda) e una doccia solare. L’ideale è dormire due o tre notti, non è una soluzione adatta a campeggi molto lunghi. Ma è assolutamente un’esperienza da provare. Noi siamo stati una notte, ma due è l’ideale.
Il campeggio (nato su un terreno comunale, affidato in gestione per dieci anni) si trova nella pineta di Fiaiano, a Barano d’Ischia, e ci sono diversi percorsi, si possono vedere anche delle fumarole e ci sono diversi punti di osservazione. La mattina abbiamo fatto un lungo giro di esplorazione, insieme a tanti ischitani che nella pineta vanno a correre o portano i cani, e turisti curiosi.
Enrico ha voluto dormire vicino a me perché era un po’ impaurito da non avere i piedi a terra e chiedeva se nella pineta ci fossero lupi e serpenti.
Giulia appena è entrata in tenda si è addormentata e l’abbiamo svegliata la mattina dopo.
Francesco si è girato un po’ troppe volte svegliando me ed Enrico.
Io continuavo a scivolare, ma era la scusa per abbracciare Enrico, che era vicino a me.
Il bilancio è positivo. O come hanno detto i bambini. “È stato fighissimo!”. Nessun dolore dopo la notte, nonostante i nostri 40 anni suonati, perché comunque la tenda ti avvolge. Per i bambini è stata un’esperienza unica. Crediamo che sia importantissimo insegnargli a “cambiare punto di vista”, a “perdere il terreno sotto i piedi”, ad alzare il proprio livello di vita, a immaginare di essere degli uccelli in un nido. E questa notte è stato tutto questo. È stata avventura e anche scuola di vita.
Il costo è di 20 euro a persona. La tenda la fornisce Enrico. Ne ha quattro di tende, una da quattro posti letto (quella dove abbiamo dormito noi), due da tre e una da due. E sono già montate. Il sacco a pelo bisogna portarlo da casa (a giugno ancora ci vuole, solo Francesco ha dormito nel sacco lenzuolo, ma ha avuto un po’ freddo). Enrico invece fornisce agli ospiti luci frontali e radio, per muoversi nel campeggio anche di notte e per restare in contatto in caso di emergenza.
Info@ischiaadventurepark.it tel : +393313803883. Pagina facebook Ischia Adventure Park.