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Monthly Archives: Luglio 2019

Calabria con i bambini il parco nazionale della della Sila Bob

Si respira l’aria più pulita d’Europa. Così dicono gli esperti. Siamo in Sila, polmone verde della Calabria, che si estende per oltre 150mila ettari di tesori naturali e che copre le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone. In estate è la meta preferita da chi fugge dalla calura delle coste, ma anche di chi non rinuncia all’avventura o ha semplicemente voglia di natura. Calabria con bambini: il Parco Nazionale della Sila. Ma cosa si fa in Sila in estate?

Parco Nazionale della Sila: tanti sentieri dove camminare insieme

Bhè si parte con la classica passeggiata nel Parco Nazionale della Sila, dove è possibile immergersi totalmente nella natura, ammirare flora e fauna locale tra pini secolari, sentieri nascosti e corsi d’acqua. Il parco comprende tutte e tre le tre provincie e oltre i vari sentieri e punti di osservazione di animali e vegetazione.

Ecco una guida completa a tutti i sentieri della Sila.

Calabria con bambini: il Parco  della Sila e i musei

Nel Parco della Sila non ci sono solo delle passeggiate da fare ma si possono visitare vari musei, tra cui

  • Il museo dell’ “Artigianato e della difesa del suolo” a Longobucco (Cs)
  • Il Museo della “Civiltà agrosilvopastorale, delle arti e delle tradizioni” ad Albi (Cz),
  • Il museo dell’olio di oliva a Zagarise (Cz)
  • i centri visita di Cupone a Spezzano Sila (Cs) e Garcea Taverna (Cz).

 

Il Parco della Sila in mountain bike

I sentieri del parco, ma quelli della Sila in generale sono anche apprezzati dagli amanti della mountain bike, che si possono anche noleggiare e partire in esplorazione.

sila parco avventura

Negli ultimi anni Sila è sinonimo di parco avventura. Adulti e piccini si possono cimentare in percorsi più o meno complicati sospesi per aria tra ponti tibetani, reti e casette sugli alberi, sempre seguiti da istruttori e in totale sicurezza. Noi abbiamo  provato “Alberolandia“, un parco avventura in contrada Granaro, nella sila catanzarese.

Calabria con bambini, il Parco  della Sila dove mangiare

E dopo l’esercizio non resta che sostare nei tantissimi punti di ristoro, ristoranti e tavole calde sparsi sul territorio. E per gli amanti delle grigliate è possibile affittare un barbecue con il tavolo per una scampagnata in famiglia e con gli amici.

Calabria con bambini, il Parco della Sila in inverno

Sila giro in battello con i bambin
Un giro in battello

Lorica, Palumbo e Camigliatello sono le tre località silane in inverno maggiormente frequentate da sciatori e snowboarder ma in estate sono tantissime le attività che propongono per trascorrere le vacanze ma anche solo una giornata diversa: giro con il bob, tiro con l’arco, giro in battello, pesca alla trota, giro con i quad, passeggiate a cavallo, ammirare il panorama con gli impianti di risalita aperti, o semplicemente prendere il sole sulla sdraio.

Senza dimenticare che si possono visitare i tantissimi paesini di montagna che sembrano essere fermi nel tempo, come Taverna, la città di Mattia Preti.

Calabria con bambini, i canyon delle Valli Cupe

sila lago arvo
Lago Arvo

Se proprio si ha voglia di un’avventura particolare non resta che scegliere le Valli Cupe, una riserva naturale di canyon, gole e cascate da visitare tramite escursioni a piedi e con la jeep, ammirando pareti di rocce antichissima con il loro universo di flora e fauna. Non resta che decidere se oziare in riva al lago o mettere lo zaino in spalla.

 

Post scritto da Emma In Valigia

emma in valigia
Noi

 

Chi viaggia vive. È la nostra filosofia. Siamo Damiana, Vincenzo e la piccola Emma. Nella vita facciamo tutt’altro, alle prese con i mille problemi quotidiani, la scuola, il lavoro, la famiglia, ma appena possiamo facciamo le valigie alla scoperta del mondo. Siamo amanti della cultura, dell’arte, della storia, della fotografia, della buona tavola e ci piace scoprire i diversi modi di vivere.

 

Abbiamo deciso di condividere le nostre esperienze di viaggi da quando siamo diventati genitori, perché scoprire il mondo con Emma è ancora più bello e si guarda tutto con occhi diversi. Spostarsi con i bambini sembra difficile ma in realtà non lo è affatto e con la nostra esperienza speriamo di incoraggiare qualcuno a mettere da parte le paure e prendere un aereo, un treno o l’auto e godere delle meraviglia che il mondo ci offre. Ogni volta che torniamo da un viaggio portiamo con noi un pezzo del posto che abbiamo visitato e lo conserviamo nel nostro personale bagaglio culturale ed emozionale. Viaggiare ha cambiato e cambia ogni volta la nostra prospettiva di vita, le cose importanti e ci fa sentire vivi e parte di qualcosa di grande.

 

la festa delle streghe a Montalto MArche

Agosto ormai è vicino e il nostro viaggio nelle Marche, con la guida di Federica, dopo la  Fermo e la Cavalcata dell’Assunta e l’ombelico del Piceno: Cossignano, ci porta in mondi lontani e misteriosi con la Festa delle Streghe e dei Folletti a Montalto Marche.

 

Mi chiamo Federica sono nata a luglio del 1982, sono sposata dal 2010 con Stefano, sono mamma di 3 nani – nomignolo con cui chiamo sempre i miei bambini – Luca, Elena ed Alessandro. Loro sono la mia gioia e a volte anche la mia disperazione, ma nonostante tutto sono la mia vita e sono felicissima della mia splendida famiglia! Dopo la nascita del terzo figlio mi sono ritrovata disoccupata e quindi mamma a tempo pieno…ma di sicuro una mamma di lavoro da fare ne ha sempre, tra figli, marito e casa…e magari cercando di trovare anche un po’ di tempo per se stessa!Poi mi è balenata in mente un’idea: creare un Blog per condividere con tutte le altre mamme e, perché no, anche con i papà, i dubbi, i problemi o semplicemente le curiosità che nascono durante la vita quotidiana di una famiglia.

E così è nato il mio Blog Sossupermamma dove parlo anche di tutto quello che facciamo, vacanze comprese…e qui sul Blog di ViaggiaPiccoli voglio parlarvi di una regione che ADORO: le Marche!

La Festa delle Streghe e dei Folletti a Montalto Marche: la leggenda

C’era una volta un Paese Incantato, posto sopra una verde collina, poco lontano dal mare cristallino e dai monti misteriosi. I personaggi delle fiabe più belle chiesero a Madre Natura il privilegio di poter vivere una notte di favola in quel luogo magico, tra i bambini, per regalare a tutti un sorriso e tanta allegria. Ma le streghe, invidiose, decisero di far loro dispetto partecipando alla meravigliosa festa che si stava preparando. Così nella notte del 14 agosto, con le loro scope volanti raggiunsero la dolce collina di Montalto e s’infilaron tra le antiche mura piene di suoni e fantastiche creature, senza però riuscire a spegnere il sorriso dei bambini che giocarono felici fino a Mezzanotte.”

Foto Facebook @Streghefolletti

Queste sono le parole che vi accoglieranno davanti alla porta d’ingresso del paese di Montalto Marche se parteciperete alla meravigliosa Festa delle Streghe e dei Folletti, un evento dedicato all’infanzia, ma che affascina anche gli adulti.

Montalto Marche: vicoli, ragnatele e fantasmi

Montalto Marche streghe

Provate ad immaginare un piccolo centro storico arroccato sulla cima della collina, tra antiche mura, edifici in mattoni e pietra e gli stretti vicoli percorribili a piedi…luogo ideale per folletti, streghe e personaggi delle fiabe! Vicoli addobbati con pipistrelli, ragnatele, ragni e fantasmi svolazzanti in un chiaro-scuro nel quale si nascondono streghe e stregoni; le meravigliose scenografie delle fiabe che si ergono tra luci colorate e come sfondo palazzi storici a creare un’atmosfera d’altri tempi.

Montalto Marche, il paese per una notte si trasforma

Le fiabe sono più di venticinque e i figuranti sono ragazzi e ragazze del territorio che per una notte si trasformano in Biancaneve, Cenerentola, Peter Pan, la Bella Addormentata, Mary Poppins, Elsa, Fate, Streghe, Folletti e tanti altri. Giocano con i piccoli ospiti dal pomeriggio fino a notte inoltrata, cercando di creare un clima magico assecondando ogni piccolo desiderio e regalando premi.

Un gruppo di ragazzi di Montalto dà vita a musical fiabeschi inediti, divertendosi e facendo sognare grandi e piccoli: la COMPAGNIA DEI FOLLI FOLLETTI.

Il Paese si trasforma in un turbinio di suoni, personaggi, colori, luci e i bambini si tuffano nelle fiabe diventate realtà giocando e sognando ad occhi aperti.

Montalto Marche

Animazione in piazza con laboratori didattici e stand gastronomici per mangiare in attesa del Sabba realizzato dal corpo di ballo Montaltese che, con musiche e ritmi sfrenati, introdurrà la grande Strega, la stessa che, a mezzanotte del 14, sarà condotta in corteo al rogo!

Quella di questo anno 2019 sarà la 28ma edizione e, a differenza degli anni precedenti, avrà una giornata in più: durerà dall’11 al 14 agosto (con inizio alle ore 17.00 fino alle ore 23.30, mentre il giorno 14 con termine alle ore 00.30 dopo il falò).

L’ingresso alla Festa è gratuito, mentre per i bambini che vogliono partecipare al percorso dei giochi a tema (allestito anch’esso lungo le vie del paese e con vincita di piccoli gadget) è prevista una quota di partecipazione di 15,00 €.

 

Cos’altro si può vedere a Montalto Marche?

Il Comune di Montalto delle Marche è sito nella fascia collinare che va dalla costa Adriatica alla Catena dei Sibillini, ad una distanza percorribile in venti minuti, sia dal mare che dalla montagna.

Montalto ha conservato due porte di ingresso al paese; è possibile visitare il duomo del paese, ovvero la Concattedrale di Santa Maria Assunta; il convento di Sant’Agostino, la cui chiesa è stata restaurata nel 1974-1975, mentre le strutture architettoniche del convento sono purtroppo ridotte a pochissimi resti; il Palazzo Sacconi, composto da quattro piani, edificato da maestranze locali tra il Seicento e il Settecento, che deve la sua denominazione ai conti Sacconi, provenienti da Porchia (una frazione di Montalto) dove si stabilirono già nei primi anni del XVIII secolo; il Castello della Rocca, l’antica sede municipale, un complesso architettonico di notevole dimensione e di indubbio pregio, costituito da un lato dalla Chiesa di San Pietro, dall’altro dalla Porta Marina e al centro dal Palazzo Paradisi.

Il Palazzo Pasqualini, che si sviluppa su tre piani fuori terra e su livelli di cantine sotto il piano della piazzola antistante; articolato in due corpi di fabbrica collegati da un piccolo ponte con volta, attraverso il quale si accede al centro storico del paese; all’ingresso del ponte è riportato l’anno 1780, data della realizzazione della struttura.

La Chiesa di Santa Maria in Viminatu, edificata nei primi decenni del 1300 in stile romanico, così denominata perché sorgeva su un campo di vimini.

La Chiesa di Santa Lucia, che si trova nella frazione Porchia di Montalto delle Marche: edificata nella seconda parte del cinquecento, presenta una torre campanaria del XV-XVI secolo, nota per la sua pendenza. I frammenti degli affreschi che un tempo decoravano la cella della torre, oggi sono esposti nella Pinacoteca Civica. All’interno della Chiesa si può ammirare, sull’altare maggiore, la tela raffigurante la Madonna con Bambino e San Giovanni Battista, San Sebastiano, Santa Caterina di Alessandria e Santa Lucia. Nella cripta sono presenti un affresco del 1515 di Giacomo Confini, una tavola del Pagani e una Natività del XV secolo. 

La chiesa montaltese, che è un vero e proprio Santuario, della Madonna delle Grazie (detta popolarmente Madonna Tonna, cioè tonda) sorge in collina nella frazione di Patrignone.

Un tempo, all’incrocio delle strade, vi era una piccola edicola, eretta dai fedeli della zona scampati alla peste. L’edificio attuale è a pianta ottagonale (da qui il toponimo “Tonna”) con l’antistante portico.

La Chiesa dell’Annunziata, costruita su un poggio naturale lungo la strada che collega Montalto alla valle sottostante e da una scalinata in cotto che conduce dal piano stradale al livello della Chiesa.

Il Palazzo del Governatore dello Stato di Montalto (ora Municipio) con all’interno: il Museo delle carceri, dove sono presenti graffiti e disegni dei reclusi sulle pareti delle celle e al cui interno è installato un impianto fonico con cui si raccontano le storie autentiche  dei carcerati  drammatizzate da una compagnia teatrale; il Museo Etnografico “L’Acqua, la Terra, la Tela”; il Museo Archeologico.

Purtroppo il Municipio e i Musei sono ancora inagibili a causa del terremoto del 2016.

Il Mulino nella Valle dell’Aso, conosciuto anche come Zecca di Sisto V, risalente al XIV secolo, in pietra non squadrata e disposto su tre livelli: il primo destinato alla macinazione, come testimoniano le macine tuttora esistenti; il secondo, oggi in pessimo stato di conservazione; il terzo, anticamente destinato al cammino di ronda, poi coperto, forse nel XVII secolo. Attualmente il mulino è in fase di restauro e recupero funzionale ad opera del Comune.

 

Montalto, la Casserata e i suoi piatti tipici

Da ormai nove anni, a metà Luglio (venerdì 12 e sabato 13) viene organizzata la “Casserata, una Sagra del Cassero”, evento enogastronomico organizzato dai ragazzi dell’Associazione Giovanile MyClan per le vie e per le piazze della parte più arroccata del centro storico di Montalto (chiamata appunto Cassero). Gli stand, presenti tutto intorno alla Piazza Giacomo Leopardi, offrono i piatti della tradizione culinaria montaltese: i taccù (tipica pasta fresca di acqua e farina) con sugo bianco di carne, le Ova in trippa e le Palle di Sisto V, gustosi spiedini di arista di maiale avvolti da una lingua di pancetta croccante e cuore di formaggio filante. E ovviamente non possono mancare gli arrosticini, la carne alla brace, le olive fritte e il fregando (un gustoso piatto di verdure tipico della regione Marche), il tutto accompagnato da vini provenienti dalle cantine della zona.

Bene, siamo arrivati alla fine della presentazione della terza città della Marche, ma tranquilli, perché il viaggio prosegue!

Sono certa di avervi conquistati almeno un pochino con la descrizione della Festa delle Streghe e dei Folletti, anche se non avete bimbi piccoli da portare: vi garantisco che è bellissima e se avete bambini state certi che rimarranno affascinati.

 

Alla prossima meta Amici.

la fabbrica delle storie lunii viaggiapiccoli

Quanto conta la fantasia nella nostra vita? Nella mia tantissimo. La fantasia, forse perché sono figlia unica, è sempre stata la mia migliore campagna prima di gioco e poi di vita. E anche con Enrico e Giulia, da quando sono nati, ho lavorato ( sì!) per sviluppare, alimentare, moltiplicare, rafforzare la loro fantasia. Con Francesco abbiamo scelto di non far usare ai nostri bimbi la tecnologia fino ai 4 anni. E oggi la usano solo con noi adulti accanto a loro. Non dico che è la scelta giusta, anzi, proprio su questo blog abbiamo trattato il tema dell’importanza della tecnologia per genitori e bimbi, ma è la nostra scelta. Ecco perché mi sono innamorata delle Fabbrica delle Storie: niente  tablet e smartphone

La Fabbrica delle Storie: niente tablet e smartphone

In tanti articoli ho letto che prima di andare a letto non bisogna guardare schermi di tablet e smartphone. E in tantissimi ho letto anche il bellissimo rito delle favole della buonanotte.

Con Enrico e Giulia prima di andare a letto abbiamo sempre letto insieme una favola e ora, che ormai hanno sette anni, ogni sera leggiamo un capitolo di un libro.

E se al fascino delle sttoie raccontate da mamma e papà si aggiungesse il fascino, magicamente retrò della radio?

Ah, io adoro la radio! La ascolto anche quando lavoro.

Questa estate abbiamo scoperto “La Fabbrica delle Storie” di Lunii.

 

Che cos’è la Fabbrcia delle Storie?

È una radio per piccoli. Una radio in cui si ascoltano solo favole. Ma non solo, la cosa bella, il valore aggiunto è che il bambino se è piccolo può semplicemente ascoltare le storie, se è un po’ più grande può diventare un creatore di storie, scegliendo personaggi, ambientazione, oggetti magici.

la fabbrica delle storie lunii 5

 

La fabbrica delle Storie è un rettangolo, leggerlo e colorato e si usa in maniera molto intuitiva.

Sul lato destro ha una manopola che serve per accendere e spegnere l’apparecchio e per regolare il volume (c’è anche l’uscita per la cuffia). Sul davanti invece ci sono 3 tasti (home, pausa, ok) e una grande manopola. Girando la manopola una voce e delle immagini luminose stilizzate guidano i bimbi nella scelta della storia. Il bimbo sceglie – premendo “ok “, da solo il personaggio, il luogo dove ambientare la storia, l’avversario o il compagno e un oggetto magico

Una volta decisa la storia una voce narrante inizia a raccontare. Si alternano voci maschili e femminili e ogni tanto, per sottolineare la suspense o momenti importanti ci son odei delicati effetti sonori.

la fabbrica delle storie lunii

La Fabbrica delle Storie racconta (non emette onde) e il bimbo si lascia trasportare dalle parole immaginando avventure e mondi fantastici.

La Fabbrica delle storie: tutte le storie possibili

Grazie alle combinazioni già incluse si possono creare 48 storie diverse. Enrico e Giulia, dopo tre giorni di uso compulsivo, erano preoccupati: “Mamma, ma se finiscono le storie?

Sul sito, Luniistore, ce sono tantissime da poter scaricare dal Luniistore, un’app per computer scaricabile dal sito web:

Divise per età: i piccoli ( 3 anni), i medi ( 5 anni) i grandi ( 7 anni)

Noi abbiamo già scaricato le storie della buona notte in inglese e con grande piacere oltre alle avventure di Leo e Lisa, abbiamo scoperto che ci sono anche quelle di Mister Man e Little Miss (che adoriamo)

Un gioco per sviluppare la capacità di ascolto e le emozioni

Ascoltare una favola richiede attenzione, concentrazione e capacità di ascolto. Non ci sono immagini veloci, ma parole da mettere una dopo l’altra per immaginare emozioni.

Quando leggo una favola, se i bimbi si distraggono mi fermo e torno indietro. Ma mi piace molto anche l’idea dell’autonomia: se è un cantastorie a raccontare, non si può fermare, perciò i piccoli devono seguire veloci le parole e farle proprie. E ogni parola lascerà un ricordo: un’emozione.

Per chi è consigliata la fabbrica delle storie

Per i bimbi dai due anni in poi, fino agli otto/nove. I più piccoli si possono far cullare semplicemente dal suono della voce narrante. I più grandicelli, dai quattro anni in su, possono costruire ogni volta da soli la loro storia. E per chi, come i miei che l’anno prossimo saranno in terza elementare, comincia a scrivere le prime composizioni, è un buon esercizio di costruzione di una storia.

Dove usare la fabbrica delle Storie

La scatolina è leggerissima e resistente e quando si scelgono le storie appaiono delle piccole sagome luminose. È evidentemente pensata per il momento della nanna…una scatola magica da tenere sotto le coperte. Ma Enrico e Giulia l’hanno usata anche tanto in spiaggia dopo pranzo, quando non si può fare il bagno e la porteremo con noi in viaggio. Con l’uso delle cuffie si può davvero usare ovunque. La  Fabbrica delle Storie, il fascino delle storie senza tablet e smartphone… è un bel regalo che possiamo fare ai nostri figli.

Se volete scoprire altri giochi con cui inventare tante storie: la nostra guida ai giochi in viaggio con le parole. 

 

Post in collaborazione con La Fabbrica delle Storie Lunii

Continua il viaggio di Federica nelle Marche, dopo la tappa a Fermo e la Cavalcata dell’Assunta questa settimana Sossupermamma ci porta in un paesino unico: l’ombelico del Piceno:Cossignano.

 

Mi chiamo Federica sono nata a luglio del 1982, sono sposata dal 2010 con Stefano, sono mamma di 3 nani – nomignolo con cui chiamo sempre i miei bambini – Luca, Elena ed Alessandro. Loro sono la mia gioia e a volte anche la mia disperazione, ma nonostante tutto sono la mia vita e sono felicissima della mia splendida famiglia! Dopo la nascita del terzo figlio mi sono ritrovata disoccupata e quindi mamma a tempo pieno…ma di sicuro una mamma di lavoro da fare ne ha sempre, tra figli, marito e casa…e magari cercando di trovare anche un po’ di tempo per se stessa!Poi mi è balenata in mente un’idea: creare un Blog per condividere con tutte le altre mamme e, perché no, anche con i papà, i dubbi, i problemi o semplicemente le curiosità che nascono durante la vita quotidiana di una famiglia.

E così è nato il mio Blog Sossupermamma dove parlo anche di tutto quello che facciamo, vacanze comprese…e qui sul Blog di ViaggiaPiccoli voglio parlarvi di una regione che ADORO: le Marche!

L’ombelico del Piceno: Cossignano

Coassignano
Foto Pagina Facebbok Cossignano Insieme @cossignanoap

Cossignano, definito l’ombelico del Piceno, è un paesino di circa 15 chilometri, che si trova fra le sorgenti del torrente Menocchia e del fiume Tesino e che conta poco più di mille abitanti.

Il suo centro storico, viste le dimensioni, potrebbe addirittura essere contenuto in un campo di calcio: misura 180 metri per 90 metri, di forma ovoidale, delimitato dalla cinta muraria, sito a 400 metri sopra il livello del mare.

Il termine “Ombellico del Piceno” è dovuto alla sua posizione morfologica sita a metà del percorso che separa la città di Ancona da Atri (i due estremi del territorio del Piceno che abbraccia le intere Marche e la parte più settentrionale dell’Abruzzo), così come nella realtà anatomica del corpo umano l’ombelico è il punto equidistante dalle estremità delle membra.

Cossignano è costituito da colline più o meno dolci, ricoperte da un alternarsi di ulivi e dai caratteristici calanchi (profondi solchi nel terreno prodotti dall’erosione dei terreni argillosi lungo i fianchi delle colline), dove all’orizzonte si scorgono il profilo dei Monti Sibillini e del monte Vettore.

I vicoli di Cossignano

Cossignano
Foto Pagina Facebbok Cossignano Insieme @cossignanoap

Al di là delle bellezze artistiche, una delle attività più piacevoli da svolgere a Cossignano  è quella di intrufolarsi nelle vicoli che si inseriscono tra le mura medievali in pietra, scoprendo così le cosiddette “porte del morto“: finte porte, ex varchi che venivano aperti (e dopo murati di nuovo) solo per far passare la bara dei defunti.

Cossignano un paese in Festa, tra sagre e medioevo

Andare in vacanza nelle Marche durante il mese di agosto vuol dire trovarsi in mezzo a mille feste e sagre, tanto da non sapere più quale scegliere (rassegnatevi e dite ciao alla dieta, perché sarebbe un sacrilegio rinunciare ad assaggiare le specialità e i patti tipici!).

A Cossignano potete partecipare a:

  • La Sagra del fritto misto all’ascolana, che si svolge tra la fine di luglio e l’inizio di agosto in Piazza Europa, con un menù composto da un primo piatto di mezze maniche che precede il fritto misto all’ascolana, dove non può di certo mancare l’oliva ripiena di carne e il celebre cremino. Il tutto servito insieme con cipolle, funghi, zucchine, tagli di tacchino fritto e accompagnato da vini di produzione delle aziende locali, da vitigni rigorosamente autoctoni (vini DOCG, DOC e IGT). E ha fine pasto vuoi non assaggiare i biscotti secchi prodotti dai forni locali?!
  • Il Cossignano Medioevo Festival, sempre tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, per rivivere, tra storia e leggenda, la magia di quell’età di mezzo che ancora oggi attrae i nostri sensi, con la forza dei suoi contrasti.
  • La Sagra del Cinghiale, il 12-13-15 agosto, in onore di Santa Maria Assunta, patrona della parrocchia: stand gastronomici e cinghiale preparato grazie all’aiuto di tutti i collaboratori della parrocchia.

Cossignano, una città a misura d’uomo

cossignano
Foto Pagina Facebbok Cossignano Insieme @cossignanoap

Nel 2005 ha ottenuto la certificazione del Sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001:2004, uno strumento che permette di verificare l’espletamento dei servizi essenziali in relazione al loro impatto ambientale.

Nel 2007 ha ottenuto la Bandiera Verde Agricoltura, premio assegnato al Comune per gli investimenti effettuati a sostegno dell’agricoltura, delle tipicità locali, della salvaguardia e valorizzazione del territorio anche a fini turistici, storici e culturali.

Cossignano, comune amico del turismo itinerante

Nel 2011, a seguito dell’inaugurazione della nuova area di sosta camper, il Comune ha formalmente aderito al progetto Comune Amico del Turismo Itinerante rendendo disponibili spazi attrezzati per il turismo “en plein air”, a diretto contatto con la natura: sei piazzole in tutto, ubicate in prossimità del centro abitato, in un’area tranquilla, immersa nel verde che ha come irripetibile sfondo il castello medievale.

Cossignano, un paese verde

Nel 2012 Cossignano è stato segnalata al premio La Città per il Verde. Il riconoscimento è stato conferito al Comune per la realizzazione di nuovi spazi verdi come il “Parco da Sole”, ai piedi della cinta muraria versante sud, ed il “Belvedere di Ponente”, adiacente il piazzale Europa.

Ma cosa c’è da veere a Cossignano?

La Chiesa dell’Annunziata, la cui parte più antica risale al 1265, anno in cui il cappellano della chiesa di San Paolo, situata fuori dalle mura della città, ottenne da Rainaldo vescovo di Ascoli, di trasportare la sua pieve all’interno del castello ed ebbe dallo stesso vescovo la prima pietra della nuova chiesa. In seguito la chiesa fu concessa ai frati francescani del convento sul Colle, che la consacrarono all’Annunziata. Nel campaniletto a vela si può ammirare la campana più antica della chiesa, che porta la data 1456.

All’interno della Chiesadell’Annunziata

si trova anche l’organo commissionato al maestro ascolano Vincenzo Paci nel 1856, recentemente restaurato. L’affresco più antico, risalente al 1509, raffigura la Madonna col Bambino affiancata da Santi; mentre il dipinto di maggior pregio è la pala d’altare, dipinta a olio su tavola, raffigurante Sant’ Antonio Abate in trono, Sant’ Antonio da Padova e San Giobbe. Nel dicembre del 2012 alla chiesa è stato conferito il bollino di “Meraviglia Italiana” dal Forum Nazionale dei Giovani.

La Chiesa di Santa Maria Assunta, sorta nel 1792, dove è presente una teca in cui è conservato un prezioso reliquario contenente resti di moltissimi santi, un pezzo di croce molto antica, probabilmente medievale, ma che si dice provenire proprio dalla croce di Cristo. Oltre all’organo, acquistato nel 1803 e collocato nel coro, la chiesa conserva dipinti come: la Madonna del Rosario, l’Assunzione, San Giorgio che salva una fanciulla uccidendo il drago, l’Immacolata con i santi Pietro e Carlo Borromeo, la Madonna del Carmine con San Paolo e San Lorenzo, l’Addolorata con San Francesco di Paola e Sant’ Antonio da Padova.

Piazza Umberto

La piazza Umberto I, centro dell’abitato, è un classico esempio del sistema detto “a piazza unica” e ha conservato il ruolo di centro vitale tipico delle strutture urbane a castello. Troviamo la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Ovest, il municipio con la torre civica a Nord, la casa Fassitelli a Est e il loggiato della casa Vinci (attuale casa canonica) a Sud.

Il Palazzo Comunale di Cossignano

Il palazzo comunale che contiene, tra l’altro, una preziosa camicia rossa appartenente a uno dei mille, il garibaldino Placido Malavolta. Include anche l’archivio storico del Comune, con un fondo pergamenaceo di documenti dei secoli XIV-XVI e una tela raffigurante San Giorgio sceso dal cavallo. La torre campanaria, ora incorporata nell’edificio, mostra a mezza altezza un’iscrizione con lo stemma del comune e la data 1586, l’anno in cui per volontà di Sisto V fu costituito il distretto amministrativo del Presidato, con capoluogo a Montalto, includente anche Cossignano.

Il Monumento ai Caduti nella Grande Guerra

Il Monumento ai Caduti nella Grande Guerra, inaugurato il 15 agosto del 1927, consiste in un bassorilievo bronzeo che raffigura un legionario romano che brandisce con la destra la spada e sostiene con la sinistra una Vittoria alata.

Cossignano e il terremoto del 2016

Cossignano

La notte del 24 agosto 2016 anche mio marito ed io siamo stati svegliati dalla forte scossa di terremoto che ha colpito le Marche (magnitudo 6.0 della scala Richter, alle 3:36 del mattino). Inizialmente non abbiamo capito cosa stesse succedendo: il letto che dondolava, il cigolio dell’armadio della stanza dei bambini…oddio è il terremoto!

Scattammo subito in piedi, io presi in braccio Alessandro (che aveva solo sei mesi ed era nel lettone con noi perché lo stavo allattando), mio marito Stefano corse a prendere in braccio Luca ed Elena e uscimmo subito di casa.

Per fortuna, a parte il grande spavento (mi viene ancora la pelle d’oca quando ripenso a quegli istanti interminabili), a Ripatransone dove eravamo noi non ci sono stati grossi danni. Ma siamo riusciti comunque a sentire tutte le successive scosse di assestamento e abbiamo trascorso gli ultimi giorni di vacanza dormendo con un occhio aperto e l’ansia di chi sa coscienziosamente cosa sarebbe potuto accadere.

Cossignano un paese che deve rivivere

Cossignano è stato uno dei primi paesi (in linea d’aria dalla costa) nei quali si è potuto subito constatare la potenza distruttiva di quel terremoto che ha segnato tutta la zona con maggior intensità avanzando entro l’entroterra proprio verso l’epicentro dell’accaduto: inagibile il palazzo Comunale e la palestra comunale. Parzialmente inagibile il civico cimitero e le mura castellane nord. Si stimano come danni agli edifici pubblici o opere pubbliche oltre quattro milioni di euro.

Passeggiare per le vie della città, (ci andiamo ogni anno e l’anno scorso avevamo un motivo in più per andarci visto che tutto il ricavato della sagra sarebbe servito a finanziare i lavori di ricostruzione della città), trovandola semi deserta, in parte transennata e con gli edifici per la maggior parte tutti circoscritti da travi e tiranti per la messa in sicurezza: è stato un colpo al cuore.

Nello stesso istante si potevano osservare due realtà opposte: la gioia e la voglia di ricominciare” sulla piazza dove si svolgeva la sagra piena di gente che ballava e che mangiava; “il silenzio ed i segni della distruzione del terremoto nel cuore del paese” interrotto qua e là dalle chiacchiere di qualche anziana signora che, nonostante la presenza di parti ancora pericolanti, non si è voluta allontanare dal paese e dalla sua casa.

Il prossimo agosto torneremo di sicuro a far visita a questo meraviglioso paese con la speranza di ritrovarlo vivo od almeno con i primi segni di ricostruzione a cancellare il brutto ricordo del terremoto del 2016.

 

Alla prossima meta Amici!

Federica – Sossupermamma

 

Si ringrazia Cossignano insieme (@cossignanoap), per la foto di copertina

campeggio Procida

Procida è un’isola retrò, dai ritmi lenti, con le case colorate e i pescherecci che ogni mattina tornano a terra carichi di profumo di mare. Procida è un’isola da scoprire con lentezza (leggi: 10 cose da fare e vedere a Procida) , camminando, o in bici. Ma dove dormire? Una buona idea può essere il campeggio a Procida. Perché? Seguiteci. Abbiamo fatto un giro nei campeggi procidani, tra novità extra lusso e campeggi storici e ben rodati.

Campeggio a Procida: la  novità è il Procida Camp resort

camping resort

Non è semplicemente un campeggio, ma è un viaggio nei profumi mediterranei di Procida e nella storia del campeggio più avventuroso, quello americano anni ’50-’60 con i camper Airstream, icona di design e stile vintage.

Campeggio Procida Airstream

Devo dire che gli Airstreem sono i mie preferiti, con i loro giusci che luccicano al sole, i divani di pelle rossa, le forme morbide: perfetti per le famiglie, ma nel Procida Camping resort ( in zona piazza Olmo, posto strategico, tra al spaiggia de La Chaiia, Il Ciraccio e la Chiaiolella) potete trovare 4 diverse tipologie di glamping suites.

Camping Procida: dormire in Airstream

camping resort procida

L’Airstream 604 è perfetto per ospitare 2 adulti e 1 bambino (max. 10 anni). Ha aria condizionata, un divano letto, trasformabile in letto singolo 202×74 cm , una cucina attrezzata con fornello a gas, frigo, forno, bollitore, utensili e stoviglie , bagno completo di wc, lavabo, specchio e doccia 70×90 cm, Radio e TV LCD , una veranda esterna in legno, arredata con mobili da giardino e tenda frangisole, posto auto riservato.

 

A luglio una notte costa intorno ai 190 euro , ad agosto il prezzo è di circa 205 euro a notte ( 4 posti letto).

Camping Procida: dormire in una tenda da safari

camping procidatenda safari

Al Procida Camp Resort, oltre ai camper vintage ci sono anche le tende Safari, perfette per vivere un’avventura con i bimbi: comode e spaziose, hanno due camere separate (una con letti a castello), cucina completamente accessoriata, bagn, e un’ampia veranda.

Grazie anche alla macchia mediterranea e ai cieli stellati di Procida, basta chiudere gli occhi e si può sognare l’Africa…e le grandi spedizioni.

A luglio una notte costa intorno ai 180 euro, ad agosto 199 euro ( 4 posti letto)

Camping a Procida in bungalow

Sempre al Camping resort, la terza opzione di soggiorno è quella in bungalow: ci sono anche 12 bungalow in muratura i nstile mediterraneo, adatte per le coppie o le famiglie di 4 persone, con aria condizionata , bagno ( ognuno personalizzato) e cucina.

A luglio il costo è di 230 euro, ad agosto di 250.

Camping a Procida con le tende Nordisk

tende nordiskQuarta e ultima opzione sono le Nordisk per due o 4 persone, sono più romantiche , tende completamente arredate, con puff e cuscini, ognuna con bagno privato, e cucina all’aperto.

A luglio il costo per notte è di 135 euro, ad agosto di 150 circa.

 

Camping di lusso a Procida

Il Camping resort ha curato i dettagli nei minimi particolari: ha wifi e colazione, cambio biancheria,  si possono affittare bici elettriche, anche con i carrello per i bambini e la Mehari (tipica di Procida) come navetta per il porto.

È un’oasi di silenzio e tranquillità. Qui davvero sembra che il tempo si sia fermato, in lontananza la musica di una radio, gli uccellini, il sole chiaro e forte, l’odore dei limoni e del rosmarino.

Vicinissima c’è la spiaggia della Chiaia e a 15 minuti a piedi quella della Chiaiolella. A pochi metri anche il nuovo supermercato Cra

Campeggio a Procida: La Caravella, un campig familiare

Campeggio procida La caravellaProprio il cancello accanto al Campin Resort, in via IV Novembre, c’è un campeggio storico di Procida, il campeggio La Caravella, gestito da Lucia e dalla sua famiglia da 32 anni. Atmosfera rilassata e familiare, ombra e roulotte per quattro persone e anche le mignon per due.

campeggio procida

La roulotte 4 posti con bagno costa dai 60ai 70 euro a notte, , senza bagno dai 40 ai 50. Le piccoline intorno ai 30 euro.

C’è una lavatrice e spazio cucina. “Siamo un camping a una stella- dice Lucia- Ma amiamo il nostro lavoro e lo facciamo con passione. Il campeggio è una filosofia di vita”.

campeggio procida famiglie

I viali del Camping le caravelle sono curatissimi, le roulotte, un po’ calde, ma tutte ben tenute, pulite e accessoriate.

 

È molto vicino a piazza Olmo, quindi a negozi e supermarket. C’è anche una ottima macelleria The Butch, che prepara ottimi panini da asporto e pollo al girarrosto.

Campeggio a Procida: il Camping Ciraccio

capeggio ciraccio

Altro camping storico di Procida, è il Camping Ciraccio, in via Salette 16, a pochi metri dalla spiaggia omonima.

Qui ci sono 10 bungalow in muratura di 25 metri quadri con 4 posti letto ( più un quinto con il divano letto) e bagno.

A giugno e a settembre una notte costa 55 euro, a luglio 65, ad agosto 75 e si possono prenotare per minimo due settimane.

C’è una piazzola per le tende e la possibilità di dormire in roulotte.

 

Campeggio a Procida: Camping Punta Serra

Vicinissimo alla spiaggia del Postino, scelto spesso da turisti francesi e inglesi, il Camping di Puntaserra (via Flavio Gioia) è un campeggio tranquillo e silenzioso, anche s eun po’ vecchiotto. Ci sono 12 bungalow prefabbricati con 4-5-6 posti letto. Sono disponibili anche posti tenda e roulotte

capeggio procida mareQuesto campeggio, alle spalle del cimitero (dove c’è una spiaggia bellissima, però), è un po’ isolato. Non ci sono bar o supermercati vicini.

Prefabbricati

Quando abbiamo fatto il nostro sopralluogo ci ha guidati una famiglia francese, non c’era personale.

Immerso nella natura ha un bello spazio tende vicino al belvedere sulla spiaggia della Chiaiolella.

Procida in campeggio: dove dormire

Procida è un’isola che sta vivendo un boom di turismo ( soprattutto straniero), ma non è ancora attrezzatissima per l’accoglienza turistica. La gran parte dei turisti affitta una casa per un breve-lungo periodo. E le poche strutture ricettive sono spesso piene, soprattutto nei fine settimana. La soluzione del campeggio può essere un’idea diversa, perfetta per i bambini, ma anche molto romantica per le coppie o adatta a chi viaggai da solo, per trovare compagni di viaggio

 

 

 

 

Come sapete ci piace fare squadra e creare una rete di genitori in viaggio. Genitori viaggiatori più esperti che conducono e genitori meno esperti che fanno domande. Il nostro motto è “esiste sempre un viaggio giusto”, ma è anche vero che esistono tanti modi diversi di viaggiare. Ecco perché abbiamo tante rubriche e con questo Post iniziamo una nuova collaborazione con Federica, che ci porterà a spasso nelle Marche. Il viaggio di Federica inizia da Fermo e  la Cavalcata dell’Assunta. Un’ottima meta ad agosto, per i bambini e per chi ama le rievocazioni storiche.

 

Mi chiamo Federica sono nata a luglio del 1982, sono sposata dal 2010 con Stefano, sono mamma di 3 nani – nomignolo con cui chiamo sempre i miei bambini – Luca, Elena ed Alessandro. Loro sono la mia gioia e a volte anche la mia disperazione, ma nonostante tutto sono la mia vita e sono felicissima della mia splendida famiglia! Dopo la nascita del terzo figlio mi sono ritrovata disoccupata e quindi mamma a tempo pieno…ma di sicuro una mamma di lavoro da fare ne ha sempre, tra figli, marito e casa…e magari cercando di trovare anche un po’ di tempo per se stessa!Poi mi è balenata in mente un’idea: creare un Blog per condividere con tutte le altre mamme e, perché no, anche con i papà, i dubbi, i problemi o semplicemente le curiosità che nascono durante la vita quotidiana di una famiglia.

E così è nato il mio Blog Sossupermamma dove parlo anche di tutto quello che facciamo, vacanze comprese…e qui sul Blog di ViaggiaPiccoli voglio parlarvi di una regione che ADORO: le Marche!

 

 

Fermo, la Cavalcata di Maria Assunta, il 15 agosto

L’evento di maggior rilievo di Fermo è la Cavalcata di Maria Assunta, festività  celebrata il 15 agosto, periodo in cui si svolge il Palio che si corre dal 1982 si corre.

fermo cavalcata assunta

La Cavalcata dell’Assunta di Fermo è la rievocazione storica più antica d’Italia. In tardo Medioevo queste celebrazioni rappresentarono un mezzo per ribadire la supremazia della città sul territorio. Lo testimonia una pagina miniata del Messale De Firmonibus (risalente al 1436) a cui la rievocazione si ispira e che è riprodotta nel gonfalone della Cavalcata.

Ieri come oggi, la vittoria nella corsa dei cavalli assegna il Palio dell’Assunta. Nei giorni precedenti, la rivalità tra le dieci contrade di Fermo (Contrada Fiorenza, Contrada Campiglione, Contrada Molini Girala, Contrada Capodarco, Contrada Torre di Palme, Contrada Pila, Contrada San Bartolomeo, Contrada Castello, Contrada San Martino, Contrada Campolege) si esprime sia a tavola nelle Hostarie, sia nelle sfide dei giochi storici.

 

Precede il Palio del 15 agosto, la Tratta dei Bàrberi, il sorteggio con cui i cavalli sono abbinati alle contrade.

Praticamente ci si ritrova immersi in un’ambientazione quattrocentesca fastosa ed elegante che coinvolge tutta la città per settimane, tra cortei, accuratezza dei costumi e delle ambientazioni, esibizioni di gruppi folcloristici, appuntamenti gastronomici tipici, cerimonie alla presenza della autorità cittadine. Fino ad arrivare aLla spettacolare corsa di cavalli con la quale le Contrade si contendono il Palio, il drappo che ogni anno un artista di chiara fama dipinge rievocando la figliolanza della Città alla Vergine.

Paese che vai, usanza che trovi!

La città di Fermo

Fermo è città nobile e di antichissime origini, ricca d’arte e di cultura. Trenta secoli di storia sono racchiusi fra le mura millenarie della Città, tra ricordi ed echi di leggende non ancora sopite.

La città stessa, con il suo complesso architettonico, è una sorta di galleria d’arte sempre aperta giorno e notte, che svela pian piano la magia del suo passato all’interno dei musei.

Secondo me, è il luogo ideale per spezzare la classica vacanza al mare (considerate che dista solo sei chilometri dal mare Adriatico)

 

Fermo: il cuore della città è piazza del Popolo

Il cuore della città è la rinascimentale Piazza del Popolo, chiusa ai lati maggiori del rettangolo della sua forma da portici costruiti nel Cinquecento.

Qui si trova il cinquecentesco Palazzo dei Priori con la statua di Papa Sisto V in bronzo che spicca sulla facciata. Il palazzo, al secondo piano, ospita la Pinacoteca Civica allestita nel 1986, con opere di notevole prestigio come l’Adorazione dei Pastori, realizzata da Pietro Paolo Rubens e le storie di Santa Lucia di Jacobello del Fiore. L’allestimento, organizzato su cinque sale, permette di entrare nel vivo della storia della città e dei suoi capolavori.

Al primo piano del Palazzo dei Priori, invece, si trova la sezione Picena del Museo Archeologico,che fu realizzata nel 2000 in occasione dell’iniziativa “Piceni, popolo d’Europa”: una ricca panoramica di corredi funerari maschili e femminili che permettono di conoscere gli albori della storia della città.

Fermo,  il Palazzo degli Studi e la Sala del Mappamondo

Collegato dal una loggetta pensile con il Palazzo dei Priori, si trova il Palazzo degli Studi che ospita la Biblioteca Comunale, la più ricca delle Marche e tra le prime dieci in Italia. 

Il nucleo più antico della Biblioteca è conservato nella Sala del Mappamondo, meravigliosamente decorata in legno di noce, in cui sono conservati oltre sedicimila volumi perlopiù del XVI secolo, donati alla Città da Romolo Speziali medico fermano di fiducia della Regina Cristina di Svezia.

Qui vi è anche conservato il grande globo del XVIII secolo, un imponente mappamondo realizzato dal geografo Silvestro Amanzio Moroncelli nel 1713, che caratterizza la sala e stupisce per la sua accurata descrizione geografica ed artistica. La sala, fu commissionata dal cardinale fermano Decio Azzolino J. e realizzata nel 1688 dall’architetto Adamo Sacripante.

Fermo
Il polo Museale

Fermo, cosa c’è da vedere

Scendendo per Via degli Aceti si possono visitare le Cisterne Romane, un complesso architettonico composto di trenta grandi sale collegate tra loro, risalente al I secolo d.C. perfettamente conservato. La costruzione, estremamente innovativa per la tecnica, raccoglieva l’acqua piovana e sorgiva che, depurata, serviva a rifornire la Città e il suo navale (l’attuale riviera).

Fermo, Villa Vitali e i musei Scientifici

La magnifica Villa Vitali, costruita nella prima metà del XIX secolo dalla famiglia dei conti Vitali, che ospita al suo interno i Musei Scientifici:

  • il Museo polare Silvio Zavatti, unico in Italia a conservare reperti di popoli artici ed i cimeli delle esplorazioni condotte dal professor Silvio Zavatti nelle regioni polari;
  • il Museo ornitologico Tommaso Salvadori, collezione privata di uccelli imbalsamati tra cui specie attualmente in via di estinzione;
  • la Sala della meteorite, dove è conservato il meteorite “Fermo” esemplare caduto in città il 25 settembre 1996 e la collezione di apparecchi fotografici, donati al Comune di Fermo dall’Ambasciatore della Tanzania Alfredo Matacotta – Cordella.
  • il Museo della pipa Nicola Rizzi, collezione unica a livello nazionale costituita da circa 450 pipe espressione di una grande maestria artigianale e di indiscutibile bellezza.

Fermo, da non perdere il Duomo

Assolutamente da non perdere, il Duomo dedicato all’Assunta (aperto dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.00, dal martedì alla domenica e tutti i giorni nei mesi estivi), che fu costruito in più fasi e la cui particolarità è la presenza di una cuspide dove è evidente l’immagine dell’Assunta in bronzo, proprio sopra l’arco che si trova al centro della facciata.

La Chiesa di San Francesco dei Minori Conventuali, realizzata tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, è la costruzione più imponente di tutta la città di Fermo, i cui fianchi sono caratterizzati da finti contrafforti.

All’interno della Chiesa potete anche trovare resti di affreschi del XIV e del XV secolo; altra cosa che potete vedere all’interno, è il monumento funebre al tiranno di Fermo Ludovico Euffreducci, noto anche perché il suo omicidio è stato raccontato da Niccolò Machiavelli.

Fermo, se avete tempo vedete anche….

Altre cose che si possono vedere nel paese sono: il loggiato di San Rocco, risalente agli anni venti del XVI secolo; il Palazzo Apostolico, che si raggiunge attraversando tutta la Piazza del Popolo, un tempo residenza dei delegati apostolici e dei governatori; la Chiesa di San Domenico; la Chiesa di Sant’Agostino.

Un posto d’eccellenza lo merita il Teatro Comunale dell’Aquila: il più prestigioso e conosciuto in tutte le Marche, risale alla fine del XVIII secolo. La recente restaurazione lo ha valorizzato ancora di più, mettendo in risalto la tempera del pittore italiano Luigi Cochetti della volta e le decorazioni dorate neoclassiche.

Fermo, un biglietto unico

Tutti i siti a pagamento nella città di fermo sono visitabili con un biglietto unico. Le strutture sono dotate di accesso per disabili e di schede mobili in lingua italiana, francese e tedesca. E’ possibile prenotare delle visite guidate e sono previste attività ludico didattiche. E’ inoltre presente il servizio guardaroba e il bookshop.

Orari di Apertura:

MAGGIO: dal martedì al venerdì dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:00, sabato e domenica dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:30;

GIUGNO: dal martedì alla domenica dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 19:00;

LUGLIO/AGOSTO: Tutti i giorni ORARIO CONTINUATO 10:30 – 19:30 – Tutti i giovedì del mercatino e dal 9 al 15 Agosto ORARIO CONTINUATO 10:30-24:00;

SETTEMBRE: dal martedì alla domenica dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 19:00;

OTTOBRE: dal martedì al venerdì dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:00, sabato e domenica dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:30;

Festivi e ponti: ORARIO CONTINUATO dalle 10:30 alle 19:30.

Acquisto Biglietti:

Biglietto unico per visitare Polo Museale Palazzo dei Priori (Pinacoteca Civica, Sala del Mappamondo, Mostra Archeologica), Cisterne romane (ingresso e visita guidata),Teatro dell’Aquila (ingresso e visita guidata, salvo spettacoli) Musei Scientifici di Villa Vitali: INTERO € 6,50 – RIDOTTO € 5,00 (dai 14 ai 25 anni, gruppi con più di 15 persone, Soci FAI, Touring Club, Italia Nostra)

Speciale 1 struttura: € 4.00 gruppi accompagnati da guide turistiche o tour operator e residenti nella Città di Fermo

Ingresso gratuito per bambini fino ai 13 anni, disabili, soci ICOM, residenti (un giorno al mese), giornalisti con patentino.

 

Fermo, cosa mangiare

Vogliamo quindi non parlare della parte culinaria caratteristica di questa città? Dopotutto il cibo sazia la pancia, la vista e anche la mente!

I più noti prodotti tipici del fermano sono: la Caciotta del Fermano, il vino bianco (Passerina e Pecorino), il vino rosso (Rosso Piceno) e l’olio extravergine di oliva.

Immancabile un assaggio di “U Ciavuscu”, ovvero il Ciauscolo. Ci sono due versioni per definire questo termine: la prima individua l’etimologia del termine Ciauscolo in quello latino “cibusculum”, ovvero piccolo cibo, per sottolineare come questo prodotto si presti ad essere spalmato su fette di pane, crostini e bruschette; la seconda ritiene che il termine “ciavusco” derivi dal budello gentile del maiale con cui il Ciauscolo e gli altri salumi vengono insaccati.

Una variante del classico Ciauscolo prevede l’utilizzo di meno grasso e di fegato e carne di maiale, aggiungendo fra le spezie anche la buccia d’arancia grattugiata e la noce moscata. “U Ciavuscu de fegato” è di colore più scuro e più saporito di quello tradizionale, può essere stagionato anche fino a tre mesi ed ha quindi una consistenza maggiore.

Altra cosa da provare è il vino cotto, tipico della civiltà contadina Picena, ottenuto dalla bollitura del mosto di vari tipi di uva, su fuoco a legna in caldai di rame, fino a raggiungere una significativa riduzione del volume iniziale.

Viene poi fatto fermentare in piccole botti di legno dove invecchia per almeno cinque anni. E’ caratterizzato dal colore marrone dorato, dal sapore dolce e mieloso e dal profumo intenso.

Ottimo se bevuto a temperatura, ma se ci si affida alle tradizioni dei nonno può essere bevuto quasi bollente come rimedio contro il raffreddore e i sintomi dell’influenza. Molte sono le storie, le leggende e le proprietà benefiche del Vino Cotto: antiossidante, combatte i radicali liberi e aiuta a prevenire malattie tumorali e cardiovascolari. L’unica cosa certa è che è ottimo per festeggiare e stare in compagnia degli amici!

 

Poi troviamo anche un tipico dolce natalizio, il frustino: si tratta di una pizza piuttosto bassa e nera, confezionata con fichi secchi, uva passa, mandorle, noci, vino cotto, aromatizzato con l’aggiunta di cacao, caffè, rhum, buccia grattugiata di arancio e limone, canditi e spezie come la cannella e la noce moscata; nella parte superiore vengono di solito disposti mezzi gherigli di noce a decorare il dolce.

Fermo, una città a misura di bambini

Fermo e la Cavalcata dell’Assunta sono imperdibili, ma Fermo è ricchissima di attrattive (sono otto anni che trascorriamo nostre vacanze nelle Marche e ogni anno torniamo a visitare questa città scoprendo sempre qualcosa in più!), che affascinano sia i grandi sia i piccolini.

Una città a prova di bambino, da visitare (se possibile ovviamente) nei giorni del Palio dell’Assunta: lascerete in questo un luogo un pezzettino del vostro cuore…garantito!

 

Alla prossima meta

Federica – Sossupermamma

 

 

 

 

ischia castello vista

Ischia è un piccolo paradiso, da scoprire lentamente: mare bellissimo e spiagge di fine sabbia gialla, ma anche  giardini e orti segreti, terme dove rilassarsi, ristoranti in cui regalarsi cene indimenticabili e angoli imperdibili. Non basta un week-end per vederla tutta. Solo Sant’Angelo meriterebbe una vacanza a sé. Però vogliamo provare a darvi una mini guida per innamorarsi di Ischia in tre giorni.

Prendere la nave è il vero inizio del viaggio… più del treno, dell’auto, dell’aereo. Quando la nave salpa e l’ancora si stacca dalla terra ferma i pensieri si quietano, le preoccupazioni si dimenticano e inizia la vacanza. E se volete staccare da tutto e da tutti, anche solo per un week-end, Ischia è l’isola perfetta in tutte le stagioni. Noi ci siamo stati a fine giugno. E visto che è un’isola grande e non ci volevamo stressare con spostamenti e corse abbiamo scelto Forio. Ecco il racconto di Ischia con i bambini: un week-end a Forio.