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Yearly Archives: 2018

Harry Potter tour Christ Church Oxford

Amo Harry Potter, l’ho lettto, divorato e riletto. Ho visto tutti i film. E l’idea di andare a Oxford e respirare l’atmosfera “potteriana”, mi ha subito messo di buon umore.

Abbiamo scelto Oxford per far vivere ai bambini la vera atmosfera di Halloween: la dimensione piccola della citadina è stata una scelta vincente per il loro primo trick or treat.

Ma la mattina del 31 ottobre l’abbiamo dedicata alla visita della città e a noi: sia Francesco che io siamo due super fan del maghetto nato dalla penna di Joanne Rowling . Francesco i libri li ha letti anche tutti in ingelse. Io no. Però ricordo esattamente il mio primo incontro con il “prescelto”.

Avevo appena finito l’esame da giornalista a Roma e uscita dall’Hotel Ergife, trascinandomi dietro la mia macchina da scrivere ( sì, ai miei tempi l’esame si faceva ancora con la vecchia cara macchina da scrivere) arrivai in stazione distrutta. Avevo mal di testa e il cuore mi batteva a mille per l’adrenalina. Ero certa che in treno, verso casa, non sarei riuscita a dormire, perciò mi fermai in libreria per comprare un libro. Volevo un libro facile, per dare tregua al mio mal di testa, e scelsi quello che pensavo essere un libro per bambini. Era il 1999 e comprai “Harry Potter e la camera dei segreti”. L’ho letto tutto d’un fiato, in treno e una volta tornata a casa;  il giorno dopo andai al lavoro con gli occhi sbarrati, e non per l’esame.

È stato subito amore. Ho letto tutti i libri e visto tutti i film. E voi ricordate dove eravate quando avete letto il primo Harry Potter?

Enrico e Giulia sono troppo piccoli per le storie del maghetto, ma quando si viaggia con i bambini bisogna regalare loro emozioni. Perciò nella nostra gita a Oxford abbiamo seguito le orme di Harry Potter, Lord Voldemort…e Silente. Ed è stato: magico. Io e Francesco eravamo galvanizzati e i piccoli di ottimo umore sentendo le nostre vibrazioni positive.

Harry Potter a Oxford: la scalinata al Christ Church

Ve la ricordate la scena del film “Harry Potter e la Pietra filosofale” quando Harry arriva a Hogwarts e la professoressa McGranitt (adoro Maggie Smith nei panni della prof buona di Harry e in quelli della ironica Contessa Violet Crawley in Downton Abbey) accoglie i piccoli maghi in erba? Ebbene la scalinata su cui si presenta la professoressa McGranitt è proprio quella del Christ Church, il più noto college di Oxfoford.  L’ingresso al college con il biglietto famiglia costa 20 sterline per quattro persone.

Abbiamo fatto di corsa (Enrico e Giulia anche un paio di volte) proprio come Harry, Ermione e i fratelli Weasly le scale del XVI secolo e…

Harry Potter a Oxford: la mensa al Christ Church

…e si entra nella Great Hall, il refettorio del collegio, apparecchiato per gli studenti…ma basta chiudere gli occhi ed ecco le tavolate per i Grifondoro, i Serpeverde, i Tassorosso e i Corvonero.

Lunghi tavoli di legno, con caminetti laterali … no, i candelabri volanti non ci sono, ma se alzate lo sguardo… sulle vetrate potete scoprire un altro piccolo segreto di Oxford e del mondo della letteratura per ragazzi, troverete il Bianconiglio e i personaggi di Alice nel mondo delle meraviglie, perché Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carroll, matematico e scrittore inglese, studiò ad Oxford, proprio nel Collegio di Christ Church.

In questa sala austera basta fermarsi un attimo, cercare  di farsi avvolgere dal silenzio e si può Silente davanti al tavolo dei docenti, con il cappello magico in mano, pronto per assegnare la casa a ogni nuovo studente. E voi a che casa vorreste essere assegnati? Io Grifondororo, ovviamente!

Piccola nota: il film non è stato girato qui, ma la Sala Grande è stata perfettamente ricreata sul set.

Harry Potter a Oxford: la Bodleian Library

Harry Potter Bodleian Library Oxford
La Bodleian Library

Sarà il freddo di novembre, saranno i colori dell’autunno, Oxford a noi appare magica. Appena usciti dal grande cortile del Christ Church, dove Giulia ha un’accesa discussione con una guardiana che non le permette di correre al centro del cortile (la discussione finisce con la custode che sorride e dice a Giulia: “Ci vediamo tra 18 anni, sei un ottimo avvocato, puoi venire a studiare qui se vorrai”), continuiamo a camminare e in dieci minuti arriviamo alla Bodleian Library, una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo e set dei film di Harry Potter. La gotica Divinity School, il più antico edificio universitario ad Oxford, nella realtà è l’area riservata alle conferenze e ai candidati di esame, ma nella finzione è divenatat l’ infermeria in “Harry Potter e la Pietra filosofale” e la sala da ballo in “Harry Potter e il Calice di Fuoco”.

Harry Potter a parte, sarà che io amo i libri, ma la biblioteca è assolutamente da vedere (il biglietto è di 7-9 sterline) , con le grandi vetrate da cui filtra la luce naturale, i tavoloni di legno, i soffitti intarsiati, gli scaffali con i libri e il bellissimi odore di carta e polvere. Quando sono entrata ho sentito un tuffo al cuore, come se stessi entrando in un luogo sacro… la visita dura mezz’ora-40 minuti, quando uscirete all’aria aperta sarà come essere appena tornati da un viaggio nel tempo.

Harry Potter a Oxford: New College

Terza tappa del tour “potteriano” a Oxford per noi babbani è il New College. Nei corridoi del New College è stata girata la scena di Harry Potter e il Calice di Fuoco, ve la ricordate? E’ quella scena di “Harry Potter e il calice di fuoco” in cui tutti indossano la spilla “Potter fa schifo” nel torneo dei Tremaghi. E nel cortile interno è stata girata anche la scena di Draco Malfoy che viene trasformato in un furetto da Malocchio. (Biglietto di ingresso tre sterline)

Ultima tappa Londra

Per chiudere questo mini tour ispirato a Harry Potter non potete perdervi a Londra la stazione di King’s Cross, nel borgo di Camden, dove c’è il famoso binario 9 ¾. Troverete on un carrello per valigie che sta per scomparire dentro il muro … Pronti anche voi a partire con l’Hogwarts Express, il treno a vapore diretto alla scuola di magia?

Tour organizzati per i luoghi di Harry Potter

Abbiamo visto in rete che ci sono tour organzizati anche a prezzi molto bassi per seguire le Tracce del “Prescelto” a Oxford. Ma, se avete letto i libri e visto i film però potrete girare tranquillamente da soli. Oxford è piccola e accogliente e potrete godervi in solitudine l’atmosfera di Hogwarts.

Ora non vediamo l’ora che i nostri bimbi inizino a leggere i libri di Joanne Rowling (anche se ci vorrà ancora qualche anno) …. chissà se ri ricorderanno il prato verde brillante del Christ Church, la corsa sulla scala tra le volte a crociera, il silenzio della Bodleian Library? Chissà se ricorderanno la nostra emozione di adulti bambini nel vivere, anche se solo con la fantasia, tra le pagine di un libro che abbiamo amato? 

 

Bambini scelta hotel
Come scegliere un hotel baby-friendly ? In un viaggio di coppia, la scelta dell’hotel ricade su pochi parametri fondamentali quali il prezzo e la posizione, nulla più. Mentre invece quando si comincia a viaggiare con i bambini il discorso è ben diverso.
Rubrica in viaggio ocn JunaJuna, 31 anni, con Grace, due anni, di alberghi ne ha  scelti tanti nei suoi viaggi, molti giusti, alcuni sbaglaiti. Ecco i suoi consigli su come scegliere un Family hotel, senza avere brutte sorprese nella nuova rubrica per Viaggiapiccoli:
In viaggio con Juna

I neonati in albergo pagano?

I bambini sotto i 2 anni generalmente non pagano, in molti hotel anche fino a 6-10anni a seconda della loro politica. Per esempio soggiornano gratis nel letto dei genitori, mentre pagheranno una quota se verrà aggiunto un letto per loro. 

La maggior parte delle volte ci affidiamo a Booking.com per la ricerca dell’hotel più adatto alle nostre esigenze. Io vi consiglio di non inserire il bambino al momento della ricerca iniziale, ma solo successivamente quando avrete fatto già una scelta dei vostri 4-5 hotel preferiti in base al prezzo e alla posizione, altrimenti booking vi proporrà camere triple anche se il vostro piccolo ha meno di 2 anni. Andrete poi a controllare singolarmente tra i servizi dell’hotel se sono ammessi bambini, se soggiorneranno gratis in base all’età e se sarà disponibile la culla per i più piccoli.
 

Meglio l’hotel o l’appartamento con un bambino piccolo?

C’è chi preferisce gli hotel, chi gli appartamenti, noi decidiamo a seconda della destinazione e del numero di notti. Nel nostro ultimo viaggio nei paesi Baltici abbiamo sempre soggiornato in hotel, solamente 3 giorni a Tallin abbiamo scelto un appartamento perché il prezzo era più interessante e soprattutto per la lavatrice.
Trovandoci a metà viaggio avevamo esigenza di lavare i (pochi) vestiti che avevamo con noi.
Mentre nel nostro viaggio di 10 giorni a New York abbiamo preferito un hotel, con ricca colazione a buffet la mattina fino a tardi. Qualche sera abbiamo consumato cibo da asporto nella sala colazione dove c’era sempre a disposizione un bollitore e un microonde.
 

I criteri per noi fondamentali con cui scegliamo gli hotel sono:

  • La posizione
Che deve essere comoda, preferibilmente in centro città ma anche un po’ fuori ma ben servita dai mezzi pubblici (metro, autobus, ecc.).
  • Il prezzo adeguato
  • La colazione
Scegliamo sempre questa opzione, ci piace partire la giornata a stomaco pieno.
  • La disponibilità di culla o lettino da campeggio per Grace
Per noi fondamentale dato che la piccola dorme solamente nel suo lettino e non è abituata a dormire con noi
  • Il bagno privato per maggior comfort (anche se ci è capitato di averlo condiviso)
  • Parcheggio gratis privato o nelle vicinanze, ovviamente solo se provvisti di auto!

 

Da cosa riconosciamo che un hotel è davvero baby-friendly?

Da molte piccole accortezze quali:
  • Particolare accoglienza del personale e un occhio di riguardo per i più piccoli
  • Disponibilità di lettini da campeggio, provvisti di cuscino e piumone

 

(ci è capitato in alcuni posti che Grace dormisse in lettini addirittura senza il materasso, per fortuna fino ad ora si è sempre adattata ad ogni situazione!)

  • Asciugamano e piccolo accappatoio per la doccia, vaschetta da bagno
  • Fasciatoio
  • Riduttore per il wc o vasino
  • Sgabello piccolo
  • Seggiolone
  • Stoviglie di plastica colorata per la colazione
  • Angolo giochi con tavolino, libri e altre attività.

Per nostra esperienza posso dire, ad oggi, che nei paesi del Nord Europa si trovano facilmente hotel baby friendly, come lo spazio bimbi nei locali, c’è un’attenzione maggiore per i piccoli ospiti. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi anche dal Portogallo, abbiamo sempre trovato tutto l’occorrente per la nostra piccola.

 
Spero di essere stata utile per i vostri prossimi viaggi con bambini al seguito
Rubrica a cura di Juna- su Instagra: LaValigiadiBuba
Neonato in aereo consigli

In areo con un neonato: quali sono i rischi? quali le precauzioni? come affrontare il primo volo? Ci sono dei trucchi? 

 

Pulce in viaggio rubrica ViaggiapiccoliSono le domande che ogni genitore si fa quando deve portare tra cielo e terra il suo piccolo, magari di pochi mesi. Volare può fare paura.  Ecco  i consigli in prima persona di Ilaria, viaggiatrice appassionata con Mattia, la sua Pulce in viaggio e la sua nuova rubrica per Viaggiapiccoli Consigli di viaggio di una pulce.

 

 

Il primo volo di un neonato

Da amante dei viaggi, appena ho scoperto di aspettare mio figlio, ho iniziato a pensare a dove portarlo per il suo primo volo. Nonostante non ci sia nessun rischio, portare i bambini in aereo, soprattutto quando si tratta del loro primo volo, crea sempre qualche preoccupazione ai genitori.

In realtà, volare con i bambini non solo è possibile, ma è anche molto più comodo di quanto si possa pensare. Ecco alcune informazioni pratiche che vi aiuteranno ad affrontare con serenità un viaggio in loro compagnia.

Innanzitutto va detto che i neonati, in assenza di patologie particolari, possono viaggiare in aereo sin dalle prime settimane di vita. L’organismo di un neonato sano, infatti, può adattarsi senza difficoltà e senza rischi alla variazione di pressione che si verifica all’interno dalla cabina.

Come evitare che  il bambino pianga per lo slalzo di pressione

Per evitare che, al momento del decollo o dell’atterraggio, il bambino possa sentire dolore alle orecchie, a causa della repentina variazione di quota, è sufficiente indurlo a deglutire offrendogli un ciuccio o un biberon. Una volta raggiunta la quota, l’orecchio si adatta da sé e non è necessaria alcuna ulteriore precauzione.

A quanti mesi un bebè  può fare il primo viaggio in aereo

Il momento a partire dal quale è possibile fare il primo volo varia a seconda delle compagnie aeree: alcune partono da una settimana di vita del bebè, altre dai 15 giorni. In linea di massima, salvo necessità particolari, è consigliabile far volare i bambini dopo i 5 mesi.

Le compagnie aeree raggruppano i bambini in due classi: Infant, da 0 a 23 mesi, e Child, da 2 a 11 anni. La differenza sta nel fatto che il bimbo abbia o meno diritto ad un posto a sedere.

Da 0 a 23 mesi, infatti, non è previsto un posto per il bebè e si deve tenere il bambino in braccio; a bordo viene fornita, gratuitamente, un’apposita cintura che si allaccia a quella dell’adulto.

In questo caso, si paga una tariffa variabile in base alla compagnia aerea: alcune compagnie chiedono 20/30 euro a tratta, altre le sole tasse aeroportuali e per i voli lunghi, solitamente, viene richiesta una percentuale intorno al 10% rispetto al prezzo pagato dall’adulto.

Le compagnie aeree cosa offrono per un neonato durante il volo

Se il viaggio è piuttosto lungo, le compagnie aeree offrono diverse soluzioni: per i più piccoli esiste il baby cot, una culletta adatta a neonati fino a 6 mesi (con peso fino a 10 kg); per i bambini fino ai 2 anni c’è l’infant seat, un seggiolino regolabile. La culla si aggancia alla parete dei primi posti (o alla parete di mezzo dei grossi aerei), ma non può essere usata durante decollo e atterraggio. Il seggiolino, invece, va fissato al sedile. Qualora si fosse interessati a queste soluzioni, occorrerà contattare la compagnia aerea per verificarne la disponibilità.

 

Cosa portare per un bambino piccolo nella cabina dell’aereo

Ma cosa portare quando si viaggia con un bimbo piccolo? I bagagli consentiti con la tariffa infant variano in base alla compagnia aerea prescelta; per questa ragione, prima della partenza, è meglio consultare il sito della compagnia per reperire tutte le informazioni necessarie. In generale si può distinguere tra le compagnie di bandiera, che solitamente consentono un bagaglio a mano e un bagaglio in stiva aggiuntivi per il bambino e le compagnie low cost che non prevedono questa possibilità. In ogni caso, quando si viaggia con i bambini è sempre meglio non portare con se troppi bagagli che finirebbero per ostacolare molto durante gli spostamenti.

Va, comunque, considerato che, anche le compagnie low cost, consentono ai genitori di portare a bordo una borsa aggiuntiva per il cambio.

Il cambio del bimbo in volo

Per quanto riguarda il cambio del bimbo, in volo non avrete alcuna difficoltà perché i bagni sono sempre provvisti di fasciatoio e, avendo sperimentato di recente gli strettissimi bagni della Ryanair, posso assicurare che il cambio pannolino ad alta quota non crea alcun problema! Sicuramente potrebbe essere utile portare, oltre ai pannolini ed ad un cambio di vestiti, un fasciatoio da viaggio o un telo per evitare di appoggiare il bebè direttamente sul fasciatoio dell’aereo.

La borsa da portare sull’aereo

Nella borsa del bambino, poi, non potrà sicuramente mancare qualche gioco per intrattenere il bimbo e tutto quel che occorre per la pappa: omogeneizzati, biberon, biscotti. Per quanto riguarda i liquidi non avrete nessuna difficoltà ai controlli di sicurezza. Se si viaggia con un neonato è, infatti, permesso portare latte per bambini, latte in polvere, acqua e alimenti per l’infanzia.

 

Il passeggino e il seggiolino auto in aereo

Tutte le compagnie aeree consentono, inoltre, di trasportare, gratuitamente, un passeggino ed un articolo supplementare, come, ad esempio, un seggiolino auto.

Se il bimbo è abituato, in aeroporto, potrebbe sicuramente essere comodo utilizzare un marsupio o una fascia, in modo da avere le mani libere e da farlo sentire il più possibile a suo agio.

In ogni caso, potrete portare fino all’ingresso dell’aereo il passeggino: andrà chiuso e sarà imbarcato all’ultimo momento; vi verrà reso, quando possibile, subito dopo l’atterraggio o insieme agli altri bagagli imbarcati. Soprattutto in relazione a tale ultima eventualità, potrebbe essere utile acquistarne uno a basso costo da dedicare ai viaggi: se dovesse rompersi durante i vari spostamenti sarete meno dispiaciuti!

Va, poi, tenuto in considerazione che, in aeroporto, al passaggio sotto i metal detector, solitamente il passeggino viene fatto chiudere: può essere utile prepararsi prima per evitare i capricci del bimbo che, se stava dormendo, viene svegliato improvvisamente.

 

Il battesimo dell’aria

Con un po’ di organizzazione e qualche piccolo accorgimento, viaggiare con i vostri bimbi sarà molto piacevole! Per avere un ricordo esiste anche un simpatico rito legato al primo volo: il battesimo dell’aria. Si tratta di un diploma, firmato dal Comandante del volo. Si richiede online e si ritira in aeroporto. In alternativa, per quanto riguarda le compagnie che non prevedono questa possibilità, si può stampare e consegnare direttamente all’assistente di volo, che lo restituirà compilato e firmato alla fine del volo.

 

Rubrica a cura di Ilaria – Pulce in Viaggio

 

Madrid con bambini piccoli, anzi con una bambina di 18 mesi,  cosa vedere? Dove mangiare?  I posticini segreti dove farla giocare.

 

Mamma in viaggio rubricaPer Francesca Carlesi, la parola d’ordine per viaggiare con i bambini piccoli è organizzazione. I tempi del viaggio sono studiati su misura di Beatrice, la sua bambina,  ma lasciano anche spazio ai genitori per godersi la città e gustare tapas e paella.

Perchè il viaggio funziona davvero se tutti sono felici: bimbi e genitori.

Oggi parte la sua nuova rubrica su Viaggiapiccoli Vita da mamma in viaggio

Vi racconto il mio viaggio a Madrid con mia figlia di 18 mesi

Abbiamo appena passato tre giorni a Madrid; io e mio marito ci siamo tornati per la terza volta eppure l’abbiamo vista e vissuta in maniera differente dalle precedenti, grazie allo sguadro di Beatrice, che oggi ha 18 mesi.

La cosa fondamentale è cercare un hotel in una buona posizione, noi lo abbiamo scelto in prossimità del Paseo del Prado, a pochi minuti dalla Gran Vìa, la via centrale della città.

Le nostre giornate iniziano con una bella colazione, abbondante per noi genitori perché poi l’orario del pranzo (almeno il nostro) non è mai definito; per la piccola invece colazione classica, ho portato con me due biberon e le ho dato il solito latte con i biscotti, in modo da mantenere la routine di casa (soprattutto per il pancino e il fattore pupù).

Finita la colazione pronti via alla scoperta della città!!!

Il centro di Madrid è molto raccolto, è facile orientarsi e le principali attrazioni sono vicine tra loro.

Il primo giorno a Madrid

Il primo giorno abbiamo fatto una passeggiata sulla Gran Vìa, piena di negozi, tra cui il tipico Corte Inglès ma anche Primark Zara H&M e così via, fino ad arrivare a Plaza de la Puerta del Sol, una piazza molto movimentata sia di giorno che, soprattutto, di notte. In questa piazza non può mancare la foto con la famosa statua dell’Orso e del Corbezzolo, simbolo di Madrid e della conquista araba della Spagna.

Da lì si prosegue verso Plaza Mayor, la più famosa, un quadrato immerso tra i palazzi e circondato da portici dove potete trovare locali tipici di tapas, ristoranti ma anche negozi storici.

Il mercato di San Miguel

Non è Spagna se non c’è un mercato al chiuso, e anche Madrid ha il suo, il Mercado di San Miguel: struttura bellissima in ferro battuto esattamente alle spalle di Plaza Mayor, al suo interno trovate tutto il cibo tipico spagnolo dal Jamòn Serrano appeso al soffitto alla frutta super colorata alle tapas di tortilla; entrarci è d’obbligo.

Le migliori Tapas di Madrid

Arrivati nei pressi del mercato Beatrice (che è stata sempre buonissima e super attenta a tutto nel suo passeggino) ha iniziato ad avere fame, ed ha mangiato dei paninetti al latte con prosciutto cotto che avevo preventivamente acquistato in un normale supermercato e si è addormentata; giusto in tempo per permettere a noi di mangiare delle tapas super buone e super economiche. Ogni volta che io e mio marito andiamo in Spagna dobbiamo assolutamente andare a mangiare almeno una volta da Tragatapas, un locale che fa appunto tapas ma ad un prezzo super vantaggioso; i nostri piatti preferiti sono la classica tortilla, e una ciambella di pane casareccio riempita con prosciutto crudo pomodoro e insalata, che prendiamo anche nella versione ripiena con calamari e salsa alioli (una sorta di maionese all’aglio tipicamente spagnola).

Il trucco per mangiare con tranquillità

Il trucco quando si viaggia con bambini piccoli che non possono mangiare tutto quello che mangiamo noi adulti è (almeno a pranzo) far mangiare loro in tutta tranquillità, anche un pranzo veloce, e aspettare che inizino il loro riposono pomeridiano.

Il labirinto di Palacio Real

Il pomeriggio abbiamo proseguito il nostro giro andando a vedere il Palacio Real di Madrid, che ha un ampio piazzale e un giardino con tanto di labirinto, dove Bea si è veramente divertita: finalmente infatti è potuta scendere dal passeggino e correre un pochino. Proprio qui, tra l’altro, abbiamo imparato a fare i gradini!!!

Cena a Madrid con un bambino piccolo

Arrivato di nuovo l’orario mangereccio e dovendo pensare anche a Bea stavolta, per la cena al contrario del pranzo è meglio scegliere un locale dove si può mangiare del buon cibo sano, e il più vicino possibile alla nostra cucina. Noi abbiamo scelto Trattoria Malatesta, italiana, il cui punto di forza è la pasta fatta in casa: Beatrice ha gustato un bel piattone di rigatoni al pomodoro veramente sublimi, sembravano fatti dalle nostre nonne; anche il prezzo è giusto, e questa si sa è una cosa che fa sempre piacere. In genere dopo aver cenato torniamo direttamente in hotel, passeggiando con tranquillità, in modo da poter fare la doccia alla piccola e farla addormentare ad un orario decente, così da essere pronti e carichi per il giorno successivo.

Madrid 3 giorni cosa vedere

Il secondo giorno a Madrid

Il secondo giorno l’abbiamo dedicato al Parque del Retiro, un parco enorme con tanto di laghetto con cigni, carpe e barchette che si possono noleggiare. Beatrice ha apprezzato moltissimo, si è sfogata camminando tanto, correndo verso il laghetto, chiamando le paperelle, contando i pesciolini.

Far camminare i bambini

Farla camminare (dove è possibile e dove sono sicura sia in totale sicurezza lontano dalla strada e dalle automobili) è fondamentale durante un viaggio: oltre a farla ‘sfogare’ perchè sempre seduta nel passeggino, è un modo per stimolare la scoperta, la fantasia di inventare nuovi giochi, esplorare un ambiente sconosciuto ma soprattutto per imparare a riconoscere sempre nuove cose.

Per il fattore cibo stavolta abbiamo optato per la classica paella, il nostro locale preferito è La Barraca, ci andiamo ogni volta e quindi non potevamo mancare l’appuntamento; ho fatto assaggiare la paella anche a Beatrice (ma solo perché ero sicurissima che nulla le avrebbe fatto allergia o le avrebbe fatto male) e lei ha gradito talmente tanto che a momenti mangiava tutta la mia porzione.

Cosa far mangiare a un bambino piccolo in viaggio

Quando sono in viaggio tendo a far mangiare a Bea sempre le stesse cose, in genere un panino con prosciutto cotto, biscotti, pasta al pomodoro, fettina di pollo, patate; questo perché sono sicura che nulla le faccia male, o le causi una reazione allergica, insomma non do mai un cibo nuovo lontano da casa.

Lo shopping sulla Gran Vìa

Il pomeriggio, durante il riposino della cucciola, abbiamo deciso di fare un po’ di shopping e quindi siamo andati sulla Gran Vìa.

Il parco giochi nel l Tempio di Debob

Al risveglio di Beatrice invece siamo andati a scoprire un luogo che non avevamo mai visitato le volte precedenti, il Tempio di Debob, un monumento egizio nel cuore della città, raggiungibile proseguendo la passeggiata dal Palazzo Reale, situato su una collinetta dove si può godere di una vista magnifica sulla città; e anche qui i bambini hanno modo di giocare, c’è infatti un parchetto giochi all’interno del parco ben organizzato, con aree per bimbi piccoli ma anche per quelli più grandicelli.

A cena siamo tornati nella trattoria della sera precedente, ci eravamo trovati talmente bene, soprattutto Bea, che non ce la siamo sentita di cambiare.

Terzo giorno a Madrid

Il giorno successivo, ahimè l’ultimo, abbiamo lasciato le valigie in hotel e abbiamo fatto un’ultima passeggiata sulla Gran Vìa, ammirando il Palacio de Cibeles, fino ad arrivare a Plaza de la Puerta del Sol, per poi andare a Plaza Mayor. Abbiamo pranzato velocemente, e siamo tornati in hotel dove abbiamo preso una macchina con conducente per andare in aeroporto; non abbiamo scelto un taxi perchè non sono attrezzati con il seggiolino auto per Beatrice, ed in Spagna sono molto precisi al riguardo. Quando siamo arrivati infatti avevamo preso la metropolitana, che funziona benissimo ed è anche molto semplice orientarsi, proprio perché non ci avevano “accettato” per prendere il taxi, ma al momento della partenza non ce la sentivamo di rischiare di fare tardi per arrivare in aeroporto.

L’aeroporto di Madrid

Madrid aeroporto bambini L’aeroporto di Madrid Adolfo Suarez Barajas è super organizzato se si viaggia con bambini, ai controlli c’è proprio una corsia preferenziale e all’interno, mentre si attende il proprio volo, si può far giocare gratuitamente i propri bambini, piccoli e grandi, in un ampio parco giochi; per noi è stata una manna dal cielo per intrattenere Beatrice e soprattutto per farla stancare in attesa di partire per far in modo che dormisse durante il volo. Calcolare i tempi è fondamentale, e io tendo sempre a prendere voli in orario di riposino o di ninna, in modo da assicurarmi che almeno per una parte del volo lei sia tranquilla; più lungo è il volo più sarà difficile intrattenerla, specialmente se deve stare sempre seduta.

Un viaggio a misura di Beatrice

Durante il volo di ritorno passo sempre il tempo a guardare le foto fatte in quei giorni di vacanza, e faccio sempre un bilancio: come ci siamo trovati, se ci siamo divertiti, se abbiamo avuto modo di fare tutto quello che ci eravamo prefissati prima di partire. Ma soprattutto penso a come si è trovata Beatrice, far stare bene lei è la cosa fondamentale, perché se lei è serena durante tutta la durata della vacanza, allora noi genitori siamo già mille passi avanti, e tutto diventa più semplice.

Viaggiare con un bambino piccolo è un grande puzzle

Viaggiare con bimbi piccoli è complicato, tutto diventa un pezzo piccolissimo di un grande puzzle e le difficoltà sono tante e tutte diverse tra loro. Ma vi assicuro che viaggiare con i bimbi piccoli si può, e si deve. È arricchimento per loro, e per noi. Ti rende felice.

E spero con questa rubrica di poter rispondere a tante domande di genitori come noi.

 

Vita da mamma in viaggio – Rubrica a cura di Francesca Carlesi

 

 

 

 

 

 

 

 

Peter Pan Kensington Gardens

Se penso a Londra, la prima immagine che si materializza nella mia testa è quella di Peter Pan, che tiene stretta la mano di Wendy e vola sui tetti di Londra, con il Big Ben sullo sfondo. E lo sapete che nei giardini di Kensington, c’è una piccola magica e antica statua di Peter Pan, il bambino che non voleva mai diventare un adulto?

La stuatua di Peter Pan nei giardini di Kensington a Londra

Londra è Peter Pan, Londra è il volo di Peter dalla sua stanza verso l’isola che non c’è. Nell’ Uccellino bianco libro scritto dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie pubblicato dalla Hodder & Stoughton a Londra nel 1902, che precede il più famoso Peter Pan nei Giardini di Kensington, Peter vola fuori dalla sua stanza e atterra sulla riva del lago che separa Hyde Park dai Kensington Gardens, proprio nel punto esatto dove oggi si trova la sua statua in bronzo.

Barrie infatti viveva poco distante dai giardini di Londra e il suo bambino che non voleva crescere è nato nelle sue lunghe passeggiare i giardini di Kinsington. Noi ci isamo stati con i bambini nella nostra fuga di tre giorni a Londra.

Statua Peter pan

La stauta di Peter Pan a Londra parla

La statua è un’idea di Berrie, lo scrittore inizia a progettarla nel 1906. Solo dopo sei anni, nel maggio 1912 viene realizzata dallo scultore Sir George Frampton e collocata nei Kensington Gardens di Londra ed è ancora lì.

Una statua con più di cento anni. Ma non solo, oggi grazie alla tecnologia c’è una splendida app e puoi sentire la voce di Peter pan che ti racconta la sua storia. Noi ci siamo seduti sul bordo del giardino e abbiamo ascoltato il bimbo magico ammirando i colori el lago, i cigni e le papere.

 

 

Se cerchi un appartamento per le tue vacanze a Londra prova a chiedere informazioni con il nostro link

 

Una merenda con Peter Pan nei giardini di Kensington a Londra

Se programmate si andare a vedere la statua di Peter pan ( noi ci siamo trovati quasi per caso), portatevi uno snack e un succo, sarà bello organizzare una merenda sulle rive del Serpentine Lake, in compagnia di Peter: i bimbi ascoltando la storia al telefono staranno buonissimi.

Londra Kensington Gardens
Piante e uccelli fiabeschi nei giardini di Kensington

Anche perchè lungo il lago i bambini potreanno osservare cigni, papere, uccelli e tantissime piante, con la guida di facili pannelli esplicativi, con tanti disegni.

È il luogo ideale dove trascorrere un pomeriggio, un posto incantato, fiabesco, dove dove portare assolutamente i bambini

Statua peter pan Londra

La statua di Peter Pan a Londra: come trovarla a Hyde Park

Se digitate “statua Peter Pan” sulle mappe di google o dell’Iphone esce l’indicazione è a nord-ovest del Serpentine Lake, oppure arrivate alla fermata della metro di Lancaster Gate a nord del parco, sopra al Serprentine (il lago). Fate una bella passeggiata costeggiando la sponda destra del lago per circa dieci minuti 8i bambini si fermeranno spesso) e in una piazzetta sulla vostra sinistra troverete la roccia in bronzo con statua di Peter Pan che suona il flauto.

I pappagalli nei giardini Kensington

Se amate gli uccelli, procuratevi qualche seme o delle nocciole e verso l’ora del tramonto, poco distante dalla statua di Peter Pan, troverete un albero in cui vivono decine di pappagalli indiani (e aihmè anche qualche piccione), abituati a mangiare dal palmo delle mani dei turisti.

 

Londra con Peter Pan

E se, come noi, amate il bambino che non voleva crescere mai, ecco un itinerario in sie tappe di Londra con Peter Pan e il parco giochi con il galeone di Capitan Uncino.

Londra, il museo di Storia naturale

“Mi sono ricordato di dirti che non devi mangiare i visitatori?”, scherza un dinosauro peloso con il suo compagno. Attenti, entrando nel Museo di Storia Naturale di Londra rischiate grosso. E non certo di essere mangiati dai dinosauri, ma di innamorarvi della storia delle specie animali, delle rocce, dell’evoluzione della vita.

Quando entri nel Museo di storia naturale è come se il tempo si fermasse. Lasci fuori il caos di Londra, e come uno studioso ( indipendentemente se hai sette o settantasette anni) ti immergi in un mondo parallelo, alla ricerca delle ragioni della vita.

Museo di storia naturale di Londra: cosa vedere 

Il museo è enorme, noi ci siamo rimasti dentro cinque ore e ne abbiamo visto forse un terzo. Per fortuna i percorsi sono divisi per colori ed è molto facile orientarsi. Ci sono bagni e punti ristoro (con tavolate splendide di dolci), davvero puoi trascorrere un’intera giornata al museo.

Ecco però una mini guida elaborata dopo la nostra visita con le cinque cose da vedere se andate al Museo di Scienze Naturali a Londra.

Museo Storia Naturale Londra bambini
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1 – Cosa vedere al Museo di storia naturale: Hope, la grande blu Whale

Ad accogliervi nel museo di Storia naturale nella Hintze Hall troverete un’insolita padrona di casa lungo più di 25 metri per un peso di 4 tonnellate e mezza: è “Hope”, “Speranza è il buon auspicio per un futuro più sostenibile , in difesa dell’ambiente, dei mari e della terra.

Hope ha mandato in pensione Dippy, una copia creata da uno scheletro vero di Diplodocus trovato nel 1800 nel Wyoming negli Stati Uniti.

Anche Se Dippy non si ritira a vita privata, infatti, è in viaggio per due anni, da febbraio 2018 ad ottobre 2020 , un viaggio che fa tappa a Dorset, Birmingham, Ulster, Kelvingrove, Glasgow, Newcastle, Cardiff e Rochdale.

Quando Giulia l’ha vista ha escalamto. “Mamma, ma la balena ha le mani”. Le ossa delle pinne, viste da vicino a grandezza naturale sembrano proprio delle mani. Già questo vale la visita al museo. Forse perché venivamo da Oxford, a me sembrava di stare in u nfilm di Harry Potter, con una balena volante.

Museo Storia naturale Londra Dinosauri

2- Cosa vedere al Museo di storia naturale: i dinosauri

Perché i musei inglesi hanno una marcia in più perché come i musei italiani hanno tanta storia da esporre e raccontare, ma come i musei americani usano qualche piccolo trucchetto hollywoodiano per attrarre i visitatori e rendere indimenticabile la visita.

Appena entri nella sezione dei dinosauri in una saletta sulla destra c’è un T-rex vivo. No, non è vivo: è un robot, ma si muove, fissa il pubblico e ruggisce ( un dinosauro ruggisce?)… gli adulti filmano, i bambini rimangono inchiodati a seguire il suo sguardo minaccioso.

“Mamma guarda che zampe grandi e che manine piccole piccole”, indica Enrico.

Galvanizzati dal T-rex si entra nel percorso dedicato ai dinosauri. È la zona più affollata del museo. In alcuni tratti, dove si creano degli ingorghi, ti chiedono di camminare senza fermarti (ed è un peccato), comunque è per veri appassionati. I dinosauri vengono scomposti e analizzati, ti spiegano come funziona la loro circolazione del sangue, la grandezza delle ossa… a volte anche con un approfondimento scientifico eccessivo per bimbi come i mie di sei anni.

Ma qui la sapienza di chi ha allestito questo museo, la visita super tecnica, viene interrotta Museo Storia Naturale Londra bimbida pannelli con fumetti per coinvolgere i bambini più piccoli, i video di tutti i film girati sui dinosauri, scheletri e robot semoventi.

Come tempo di visita calcolate minimo un’ora. All’uscita poi potete proporre ai bambini una merenda con il TRex (ci sono due menù dedicato ai bambini a tema dinosauri uno da sei e uno da otto sterline) o perdervi nel negozio di gadget (bellissimi).

– i dinosauri si trovano nella zona blu (pian terreno e primo piano): in questa sezione sono raccolti i reperti che raccontano la biodiversità sulla terra, oltre ai dinosauri ci sono i pesci, agli anfibi, ai rettili, agli invertebrati marini, ai mammiferi e all’uomo.

 

3- Cosa vedere al Museo di storia naturale: viaggio al centro della terra

Appena entri nel musei ti trovi di fronte a una lunghissima scala mobile, che scompare in un’enorme roccia da cui esce una luce rossa pulsante. Si entra nella Earth Galleries , la zona rossa. L’ingresso alla zona rossa è teatrale ed emozionante, qui c’è tutta l’area dedicata ala terra, tra geologia, vulcani e terremoti. Io mi sento subito Otto Lidenbrock, pronta ad affrontare il mio viaggio al centro della terra.

Giulia con un panello interattivo crea vulcani, Enrico riconosce tra i grandi vulcani del mondo la nostra area vulcanica di Pozzuoli.

Usciamo tutti con la testa che gira invece dalla simulazione di un terremoto avvenuto a Kobe (Giappone) nel gennaio del 1995 in un supermercato.

Museo Storia Naturale Londra-1

4 – Cosa vedere al Museo di storia naturale: il Darwin Center

Anche i nquesto caso, l’arrivo è spettacolare. Si accede al Darwin center con un ascensore panoramico e una rampa pedonale che si conclude al 5° piano., dove troneggia il Cocoon (estensione Møller), un uovo, o meglio un enorme bozzolo bianco che sembra galleggiare nella luce rarefatta. La suo interno ci sono sia spazi espositivi che veri e propri laboratori per la ricerca.

Ormai stanchi abbiamo visto velocemente e abbandonandoci a filmati interattivi e esemplari di animali espsoti.

 

5- Cosa vedere al Museo di storia naturale: il giardino con lo stagno

Non l’abbiamo visitata purtroppo, perché è dal 1° aprile al 31 ottobre , ma la zona arancione comprende il giardino esterno con stagno, boschi e custodisce circa 2000 specie viventi. In questa zona sono esposti oltre 22 milioni di esseri viventi sotto spirito, alcuni risalenti all’età di Darwin, visitabili con una visita guidata gratuita.

 

Il Dodo imbalsamato

Piccola postilla, se siete appassionati, nella zona verde ci sono anche due teneri Dodo imbalsamati. I bambini si sono divertiti moltissimo anche a vedere la sezione di una tartaruga e a sentire la voce dei defini

 

Orario di apertura del Museo di storia naturale

È apertoi giorni dalle ore 10:00 alle 17:50 (ultimo ingresso 17.30).

Chiuso dal 24 al 26 dicembre.

L’ultimo venerdì di ogni mese (con l’esclusione di dicembre), con mostre e gallerie aperte fino alle 22.30. L’ingresso è gratuito ma per le mostre ed alcuni eventi è necessario acquistare i biglietti. Il bar rimane aperto dalle 18 alle 22: a disposizione un ricco menù e una selezione di vini di qualità

Ovviamente l’ ingresso è gratuito.

Londra la strada dei musei

Dove si trova il Museo di storia naturale

Si trova in Cromwell Road, South Kensington, nell’importante Exhibition Road, vicino ad una serie di altri musei importantissimi, come il Victoria and Albert Museum, la Royal Albert Hall, il Goethe Institut e il Museo della Scienza. Ma tra tutti è il mio preferito. Perché? Oltre il palazzo – stupendo- espone 80 milioni di reperti, raccolti in cinque collezioni principali: botanica, entomologia, mineralogia, paleontologia e zoologia, ricostruzioni a grandezza naturale di dinosauri e il gigantesco scheletro di Blu Whale (Lo scheletro di balenottera azzurra, che dal luglio 2017 è nella maestosa Hintze Hall). E pensare che questo museo nasce nel XVIII secolo e rimane per molto tempo un’appendice del British Museum. Solo 1881 ha sede nell’attuale edificio progettato dall’architetto Waterhouse.

All’esterno del Museo di storia naturale l’Ice Rink

Da ottobre e per tutto l’inverno all’esterno del museo di Storia Naturale trovate anche la pista di pattinaggio, aperta dalle 11 del mattino alle dieci di sera.

Costo del biglietto

Bamdini fino a 12 anni: 8,80 sterline

Bigleitto Famiglia: 39.60 sterline

Bislietto adulto. 12,95 sterline

 

 

Luoghi vicini al Museo di storia naturale a Londra

Museo della Scienza di Londra (218 m)

Victoria and Albert Museum (304 m)

Harrods (976 m)

Kensington Gardens (1.2 km)

Hyde Park (1.3 km)

 

 

Crociera sul Tamigi a Londra

Avete mai guidato a Londra? Noi no, per carità. Quando andiamo da soli ci piace girarla a piedi, con i bambini abbiamo utilizzato molto la metropolitana (come pagare meno il biglietto della metropolitana a Londra) , ma avete mai pensato di vedere Londra con un battello sul Tamigi?

Battello sul Tamigi: scelta ideale se hai poco tempo per vedere Londra

Siamo tornati da qualche giorno e ahimè in autunno Londra è bellissima, ha dei colori pazzeschi, ma fa buio prestissimo, tra le 16,30 e le 17. Noi abbiamo scelto di andare nei musei la mattina perché i bambini appena svegli sono più riposati e motivati, ma uscendo intorno alle 15 ci è rimasto poco tempo per vedere la città.

Un pomeriggio decidiamo di fare una corsa , ci infiliamo nella metro a Sloane Square e scendiamo a St’James Park, visitiamo Westminster Abbey, ma il Big Ben è in restauro, fasciato dalle impalcature. Che delusione! I bambini vogliono andare sulla London Eye, ma ci dicono che chiude dopo un’ora e c’è una lunga fila. Che fare?

Enrico vede i battelli: “Andiamo sulla barca?”.

Andiamo sulla barca, perchè no.

 

Crociere Tamigi Londra

Londra in Battello: il servizio di Thames Clippers

Andiamo a prendere il battello, non c’è fila. Aspettiamo poco più di dieci minuti e prendiamo un battello della Thames Clippers. Il costo del biglietto con la Oyster o la Conctactless è di 6,50 sterline. I bambini sotto i cinque anni non pagano.

Appena saliamo sul battello Enrico e Giulia si catapultano sui posti davanti, con Londra davanti a loro dietro il vetro. Francesco prende un caffè caldo e io vado all’aperto a fare i video, quando rientro vicino al bar trovo dei libretti per intrattenere i bambini, sono dei diari di bordo con una serie di giochi e dove spiegano chi c’è a bordo, come funziona la nave e cosa incontreremo nel percorso. Idea semplice, ma che funziona, Enrico e Giulia si inchiodano al vetro e segnano il percorso di fermata in fermata ( Westmiter, London Bridge, Tower Bridge…) facendo tante domande e leggendo la guida.

Tamigi crociere con bambini

London Tower

Scendiamo alla fermata più vicina al Tower Bridge ,  sulla London Tower si accende un faro e un soldato suona il silenzio, poi il faro si spegne e una fiaccola guida un drappello di soldati nel fossato della torre. Capiamo che c’è una commemorazione, non capiamo bene quale, ma è molto suggestivo. Francesco racconta ai bambini che la torre è stata una residenza reale, ma anche una prigione dove sono state rinchiuse anche alcune delle mogli di Enrico VIII e che oggi custodisce i gioielli della Corona. Giulia già sogna diademi e collane, ma per vedere i gioielli si fa una fila lunghissima e quando si entra si cammina in fila indiana, senza potersi fermare. La visita alla Torre è bellissima, è un vero viaggio nel tempo, ci devi stare dentro almeno tre ore, c’è tanto da vedere, ma è anche uno dei luoghi più visitati di Londra e con i bambini piccoli può diventare stressante, prciò per questa volta l’abbiamo saltata.

Tower Bridge Londra

L’apertura del Tower Bridge

Ci lasciamo alle spalle la Torre di Londra e puntiamo al Tower Bridge e ormai è buio, ma ci aspetta una sorpresa, il traffico viene bloccato. Il ponte si apre: Wow. I bambini non hanno mai visto un ponte aprirsi, e che ponte. lento e pesante, con grande solennita il Tower Bridge si spaccca a metà per far passare un abttello battente bandiera cinese, tra luci e sirene lento si richiude. Che spettacolo (trovate il video nei contenuti in evidenza sul nostro profilo Instagram – Viaggiapiccoli)

 

Le fermate del battello su lTamigi a Londra centro

La Thames Clippers offre trasporti veloci (il nostro battello non era molto affollato) e con un ottimo prezzo. Non ci sono spiegazioni a bordo, ma c’è un opuscolo che spiega tutte le fermate. Le imbarcazioni salpano da Embankment e London Eye fino a raggiungere Woolwich via Canary Wharf, fermando a:

  •    Tate Modern
  •    London Bridge
  •    Torre di Londra
  •    Hilton London Docklands Riverside
  •    The O2
  •    Greenwich

Battello tamigi fermate

Biglietti del battello sul Tamigi a Londra

Sul molo ci sono le biglietterie, ma si possono usare la Oyster card e le carte contactless sono accettate dalla Thames Clippers. C’è anche un biglietto giornaliero, se volete usare i battelli come una metro sul fiume, il “River Roamer”. E per le Famiglie c’è il biglietto hop-on, hop-off per tutto il giorno per 2 adulti e fino a 3 bambini. a £ 32,60 se prenoti online.

Potete scaricare le guide al servizio battelli e ai tour sul Tamigi nel sito di Transport for London.

Tamigi, crociera sul battello

Insomma, noi lo abbiamo preso per caso, non era programmato, ma con i bambini il battello sul Tamigi è una gita consigliatissima, i piccoli amano l’acqua e l’avventura in barca, vi spostate velocemente (e loro non si stancano), vedete Londra da una prospettiva insolita e il costo è più che accettabile, soprattutto se avete bimbi sotto i cinque anni o se fate il biglietto giornaliero.

 

Londra metropolitana biglietto

 

Siamo tornati da Londra da tre giorni e per chi ci segue su Instagram ( ci seguite?)  sa che io appena atterrata a Napoli volevo ripartire, non per un viaggio, ma per trasferirmi a Londra, per viverla. Ma a parte la mia nostalgia, vivere una città è molto diverso dal visitarla, ecco perché noi molto spesso quando viaggiamo scegliamo le case e non gli alberghi e cerchiamo sempre un “gancio” (un amico) locale. Ed ecco un esempio della mia teoria proprio dopo questa breve fuga londinese.

au-pair famiglia inglese bambini

Avete mai pensato di ospitare una ragazza Au-pair in casa? Per viaggiare è necessario riuscire a comunicare. Questa, per certi versi, è un’arte che nessuno può insegnare, nella quale bisogna arrangiarsi con gesti, espressioni, perfino disegni (una volta in Giappone a me, Cristina, è capitato di disegnare per farmi capire!); ci saranno sempre dei posti nel mondo in cui le difficoltà saranno grandi come quelle che abbiamo incontrato noi in Cina (e non ci siamo scoraggiati, anche se certe volte era da impazzire…)

Se conosci almeno due lingue diventa tutto più facile. L’ideale sarebbe conoscere l’inglese e lo spagnolo. Con i nostri bambini noi abbiamo cominciato con l’inglese. Abbiamo scelto di investire sul loro futuro facendogli imparare l’inglese sin da piccoli.

E ha funzionato! Anche viaggiare con loro oggi è più facile, perché non si annoiano mai, interagiscono, fanno domande, seguono le visite guidate, fanno amicizie. E, credetemi, è un gran vantaggio.

Purtroppo la scuola italiana, per quanto cerchi di introdurre in maniera più capillare la lingua straniera, è molto indietro. Anche in alcune scuole che si definiscono bilingui, i bambini imparano i numeri, i colori e qualche canzoncina.

Ma noi non abbiamo aspettato la scuola, abbiamo deciso di provare con le au-pair (ragazze alla pari).

Cosa è un’au-pair

Un’au-pair è una ragazza che viene a vivere in casa tua. Non le dai un vero e proprio stipendio, le devi offrire vitto, alloggio e una paghetta settimanale, commisurata a quello che le chiedi di fare in casa.

Che cosa comporta avere un’au-pair in casa?

Avere un au-pair è una di quelle cose che spiazza. I sentimenti più comuni dei nostri amici a cui raccontiamo della nostra esperienza sono la diffidenza e la paura di perdere la propria privacy. La reazione più comune che sentiamo è : “Che bello, però io un’estranea giorno e notte non la vorrei, viola la mia privacy”.

Non siamo d’accordo! La ragazza alla pari non è un’estranea, o almeno non bisogna accoglierla con questo atteggiamento: è, invece, una “big-sister”, una sorella maggiore temporanea che si occuperà dei vostri figli, non un’estranea.

A che età si può pensare di prendere una au-pair in casa?

Appena possibile. Noi abbiamo iniziato quando i bimbi avevano un anno e mezzo, ma si può cominciare anche prima. In tanti dicono che i bambini rischiano di confondersi e di iniziare a parlare più tardi. Secondo la nostra esperienza, i bambini sono spugne, che assimilano tutto con grande facilità, e sono perfettamente in grado di imparare due lingue contemporaneamente (sono gli adulti a non essere in grado di farlo!).

Oggi Enrico e Giulia hanno sei  anni e parlano un ottimo inglese con una pronuncia British che un adulto (o un bambino più grande) non avrà mai.

Au-Pair per i bambini

Cosa bisogna chiedere ad un’au-pair?

Dipende dall’età dei bambini.

  • Secondo noi, da zero a cinque anni le ragazze alla pari devono essere delle semplici compagne di gioco. Ogni ragazza ha un talento, c’è quella a cui piace cantare, quella a cui piace disegnare… ognuna troverà il suo canale per entrare in contatto con i piccoli.
  • Dai sei anni ai nove anni possono aiutare i bambini a imparare a leggere e scrivere in inglese. Ricordate, però, che non sono delle insegnanti. A noi sono capitate ragazze molto preparate e ragazze che con la grammatica avevano qualche problema; perciò, in linea generale possono essere un aiuto, soprattutto per i suoni, ma non sono sostitutive di una insegnante.
  • Dai nove anni in poi la loro presenza di una au-pair in casa può essere utile per la conversazione e per insegnare ai bambini termini della vita quotidiana: condividere la cena, andare a fare la spesa insieme, fare due chiacchiere in salotto.

In casa le au-pair fanno i lavori domestici?

Possono anche farli, se richiesto, ma è un di più che deve essere retribuito a parte. Noi, alle nostre ragazze, abbiamo chiesto sempre solo di tenere pulita la loro stanza e di lavare i piatti usati e la cucina dopo averla usata.  

Dove dormono?

Devono avere una stanza loro, con wi-fi (fondamentale per loro) e possibilmente un bagno in esclusiva.

Sono affidabili?

Per la nostra esperienza sono tutte ragazze molto dolci, spesso con sorelline e fratellini piccoli. Però sono anche ragazze giovani, e noi viviamo in una città complicata come Napoli, perciò abbiamo sempre un’altra persona in casa e non le lasciamo andare da sole a prendere i bambini da scuola. A qualcuna, che è rimasta con noi più di un anno, abbiamo dato più responsabilità.

Quanto tempo rimane in Italia una ragazza alla pari?

Da un mese a tutta la vita, dipende dalla ragazza e dalla famiglia che la ospita. Le au-pair vengono in Italia per fare un’esperienza, di solito. In genere preferiscono le grandi città ai piccoli paesi, ma non è detto. Il tempo della permanenza dipenderà molto da come si adattano alla casa, alla famiglia ed al posto in cui vivono.

Quanto tempo le ragazze alla pari trascorrono con i bambini?

A casa nostra abbiamo sempre chiesto l’impegno il pomeriggio dalle 16 alle 20, dal lunedì al venerdì. Nei week end le nostre au-pair sono libere, e spesso ne approfittano per fare delle gite o dei “viaggetti” (da Napoli due o tre giorni a Roma o Firenze sono facili da organizzare e non costosi).

Quello che a noi interessa è che siano felici e stiano bene, anche perché così sono molto più motivate a rimanere. Dai racconti delle nostre au-pair sappiamo che alcune famiglie le spremono e le trattano come “servitù”; noi non siamo d’accordo con questo approccio, pensiamo che sia il modo più sbagliato di trattare una persona a cui affidate i nostri figli.

Cosa mangiano?

Non si può generalizzare, sono ragazze giovani. A noi è capitato un po’ di tutto, dalla salutista a quella che mangia solo dolci, patatine e surgelati, e pure una che ha cucinato nella nostra cucina spaghetti infilzati nei wurstel. In genere chiediamo loro di farsi la spesa da sole e poi rimborsiamo noi, ma spesso mangiano anche con noi o con i nostri bambini.

Come troviamo una ragazza alla pari?

Ci sono un paio di siti specializzati. Noi preferiamo aupairworld.com, si trovano sempre molte ragazze che cercano una famiglia, ed ha consigli e regole a cui rifarsi tanto per le au-pair quanto per le famiglie ospitanti. L’iscrizione, assolutamente necessaria, costa fino a 40 euro al mese (iscrivendosi per più mesi, il costo diminuisce).

Come capisco qual è la ragazza alla pari giusta per noi?

Di solito si capisce quando se ne va… Scherzi a parte, non è facile, ci vuole un po’ di fortuna. La conoscenza avviene prima via messaggio, poi via videochiamata, però è solo quando inizia la convivenza che si inizia a capire con chi si ha a che fare. Noi abbiamo avuto dieci ragazze alla pari, con alcune è stata subito intesa e continuamo a sentirci almeno una volta al mese, di altre, dopo che sono andate via, abbiamo perso le tracce.

Di che nazionalità sono le ragazze alla pari?

Sui siti troverere ragazze di tutta Europa e non solo, anche americane e canadesi, per esempio. Noi abbiamo scelto sempre ragazze del Regno Unito, perchè hanno una pronuncia più pulita e rispetto alle americane, non hanno problemi con il permesso di soggiorno. Anche le spese per i voli aerei dall’Inghilterra (Rispetto all’america)

Cosa devo assolutamente sapere prima di prendere un au-pair in casa?

  1. Cercare un au-pair è praticamente un lavoro: devi cercare le ragazze, contattarle, sollecitarle. Ci vogliono anche due mesi dall’inizio delle ricerche a quando la andate a prendere in aeroporto.
  2. Le ragazze che vogliono fare le au-pair in genere sono ragazze inquiete che non sanno che strada prendere e vogliono provare un’esperienza all’estero. Non sempre sono motivate quanto vi fanno credere, cambiano idea spesso. C’è sempre un nonno che muore, un fidanzato che le lascia, un’amica, una zia, una cugina che ha improvvisamente bisogno di loro,e non possono più venire da voi.
  3. Sono ragazze giovani, prenderanno l’abitudine di uscire tutte le sere, rientrare nel cuore della notte e svegliarsi tardi la mattina. Se non lo fanno, preoccupatevi, potrebbe voler dire che non si stanno divertendo …

I bambini si affezionano alle au-pair?

Vivendo a stretto contatto i bambini si affezionano a tutte, e quando vanno via non è facile per nessuno. Però a volte si creano legami talmente forti che l’amicizia continua, e si creano le occasioni per rivedersi.

 

Ospitare un’au-pair è un’esperienza educativa e linguistica, ma soprattutto è un’epserienza che coinvolge tutta la famiglia: prima di ospitare una ragazza dovete fare una scelta condivisa.

L’unica cosa cosa che possiamo garantirvi  è che con una ragazza madrelingua sempre in casa i bambini imparano l’Inglese in maniera naturale. E regalare loro la possibilità di comunicare con più persone è un grandissimo dono. Come insegnargli a viaggiare, è un modo per renderli veri cittadini del mondo.